CASA DEL JAZZ
sabato 6 giugno 2015 ore 21 (sala concerti)
AlfaMusic
presenta
ETTORE FIORAVANTI
"Traditori"
Ettore Fioravanti batteria
Karri Luhtala pianoforte
Riccardo Gola contrabbasso
Francesco Poeti chitarra
Marcello Allulli sax tenore
"Traditori"
Ettore Fioravanti batteria
Karri Luhtala pianoforte
Riccardo Gola contrabbasso
Francesco Poeti chitarra
Marcello Allulli sax tenore
a seguire
FABRIZIO MOCATA
"Letter from Manhattan"
Fabrizio Mocata pianoforte
Ettore Fioravanti batteria
Gianmarco Scaglia contrabbasso
Daniele Malvisi sax tenore
FABRIZIO MOCATA
"Letter from Manhattan"
Fabrizio Mocata pianoforte
Ettore Fioravanti batteria
Gianmarco Scaglia contrabbasso
Daniele Malvisi sax tenore
Ingresso euro 10
Sabato 6 giugno,la Casa del Jazz l’etichetta discografica Alfamusic presenta due concerti:in apertura Ettore Fioravanti che presenterà “Traditori, a seguire Fabrizio Mocata Quartet,che presenterà il cd "Letter from Manhattan".
In apertura Ettore Fioravanti,batteria con Karri Luhtala pianoforte,Riccardo Gola,contrabbasso,Francesco Poeti,chitarra e Marcello Allulli,sax tenore.
“Noi musicisti siamo traditori per vocazione, abbiamo in testa certe musiche (nel caso di questo disco
certamente il jazz ma anche i Beatles, il Medioevo, le canzoni popolari, le danze, le donne, gli amori, le notti,ecc.) ma poi le travisiamo, siamo naturalmente portati a sporcare l’originale con la macchia del nostro vagheggiare ricercante. Se questo è un tradimento, come dice il Prof. Larotonda, è anche automaticamente (e dolorosamente) un’onta, ma poi ci accorgiamo (e il Professore ci conforta) che è insieme positività e paradossale rispetto della tradizione, proprio perchè viene tradita. Alla fine noi tradiamo noi stessi, ed è una spirale infinita che ci rende vitali.”(Ettore Fioravanti)
A seguire con Fabrizio Mocata,pianoforte sul palco Ettore Fioravanti,batteria,Gianmarco Scaglia,contrabbasso e Daniele Malvisi,sax tenore.Chi dice che i più giovani non abbiano a mente la migliore tradizione jazzistica, mente anche a sé stesso. Basta darsi un’occhiata in giro e spolverare le orecchie dalle frasi fatte e dai déjà écouté che si possonoincontrare per strada. Fabrizio Mocata appartiene a un novero probabilmente ristretto, e stretto nella morsa del volere andare avanti a tutti i costi quando non si ha nulla da dire. Il pianista siculo, invece, ha le idee ben chiare, perché alla sua agilità e al suo talento sulla tastiera unisce un particolare gusto per l’armonia, tutto italico. Il suo recente passato è fatto di classica e jazz: ben fusi dalla sua abilità nel far coincidere perfettamente i due linguaggi. Poi, o forse prima, c’è il tango, la musica argentina declinata nella sua terra natia, dove il Nostro è di casa. Questo background, in apparenza, non s’acconcia a questo lavoro. Appunto: solo in apparenza, visto che se è vero che Letter From Manhattan suona quel sano jazz che prende i muscoli e i sensi, è altresì vero che s’intrufolano sotto le sue coperte tante altre musiche, tanti altri linguaggi opportunamente oleati, smussati che pigmentano ogni singolo brano di questo album.
Casa del Jazz: viale di Porta Ardeatina, 55
Info: 06/704731
Ingresso 10 euro



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Stelline