mercoledì 20 novembre 2019

La Via della Cina| Tavola rotonda fotografia | Centro Pecci| Filippo Maggia, Iervese, Molinari, Serra Erramte:





 




La via della Cina, campagna fotografica 2019 seconda edizione
Progetto a cura di Filippo Maggia

Organizzazione Dryphoto arte contemporanea

con il contributo di:

Regione Toscana nell'ambito di Toscanaincontemporanea2019 Giovanisì Comune di Prato, Assessorato alla Cultura

in collaborazione con:

Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana / Centro Pecci Prato; Istituto d'Istruzione Superiore Carlo Livi, Prato; CPIA 1 Prato; Ordine Architetti PPC della Provincia di Prato; Italia Nostra Prato; Circolo Culturale E. Curiel; Ramunion Italia; Comitato Via delle Segherie; Pratosfera

Tavola rotonda

sabato 23 novembre ore 16:00

Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato 

La via della CinaFotografia fra documentazione, metafora del reale, appartenenza e identità, 2019


Saluti dei rappresentanti delle istituzioni

Presentazione dei progetti realizzati da
Chiara De Maria, Andrea Palummo, Ai Teng, Magda Typiak, vincitori di questa edizione

Relatori:
Vittorio Iervese, sociologo, Università di Modena e Reggio Emilia, Direttore Festival dei Popoli Luca Molinari, critico e storico dell'architettura, Università della Campania
Teresa Serra Errante, storica dell'arte
Modera Filippo Maggia, curatore del progetto

_______________________  

Sabato 23 novembre dalle ore 16:00 al Centro Pecci di Prato avverrà la presentazione dei lavori realizzati da Chiara De Maria / Andrea Palummo, Ai Teng e Magda Typiak artisti vincitori di questa seconda edizione della campagna fotografica La Via della Cina a cura di Filippo Maggia e organizzata da Dryphoto arte contemporanea.

L'idea di Dryphoto e di Filippo Maggia è quella di mostrare i progetti degli artisti attraverso una proiezione e una tavola rotonda dal titolo "La via della Cina – Fotografia fra documentazione, metafora del reale, appartenenza e identità, 2019" durante la quale gli artisti presentano e raccontano il proprio lavoro, confrontandosi con esperti di diverse discipline che riflettono sul cambiamento delle città, sui loro abitanti, sulla rappresentazione e la documentazione di eventi come l'immigrazione e la coesistenza, e sull'arte come possibile strumento di vita e di incontro. Insieme a Vittorio Iervese, sociologo, Università di Modena e Reggio Emilia, Direttore Festival dei Popoli; Luca Molinari, critico e storico dell'architettura, Università della Campania; Teresa Serra Errante, storica dell'arte, e a Filippo Maggia, curatore del progetto, proveremo ad affrontare molte delle tematiche legate alla trasformazione della città, dei sui abitanti e su come gli artisti vincitori del bando La Via della Cina 2019 hanno interpretato il quartiere del Macrolotto Zero di Prato.

Nel 2018 Dryphoto arte contemporanea ha lanciato La via della Cina, una serie di campagne fotografiche (comprese opere video a corredo del lavoro fotografico) per produrre una documentazione che interpreti la storia di una parte della città di Prato, il Macrolotto Zero: una piccola area con costruzioni tipiche del modello pratese "Città fabbrica", dove sono condensati un'ampia diversità di culture, ambienti socio-economici, interessi, necessità e primi segni dell'auspicato cambiamento in distretto creativo. La maggior parte dei nuovi cittadini di origine cinese abita in questo quartiere e la massima concentrazione si ha in via Pistoiese, denominata dalla comunità "via della Cina": qui gli autoctoni residenti sono meno del 20%, la comunità cinese è in percentuale la più grande di Europa.

"La via della Cina" vuole raccontare/interpretare questo fenomeno, per costruire una narrazione emotivamente evocativa che esplori la relazione fra paesaggio urbano e l'elemento umano, registri i temi del cambiamento strutturale e antropologico della città, costruisca un terreno comune fra arte e geopolitica proponendo la pratica fotografica come poetica civile, per inserirsi nel quartiere attraverso lo sguardo di giovani artisti e lasciare un segno d'incontro e d'interazione con una comunità anche tramite la collaborazione e il dialogo con i residenti.

Le opere realizzate dai fotografi vanno a costituire un archivio e sono raccolte in una pubblicazione, al momento consultabile solo in rete.

Quest'anno gli artisti che hanno lavorato al progetto sono quattro: Andrea Palummo e Chiara De Maria (che presentano un lavoro a quattro mani), Ai Teng e Magda Typiak, scelti attraverso un bando che ha visto la partecipazione di molti artisti che operano sul territorio toscano.

È stata preziosa la collaborazione degli studenti di origine cinese dell'Istituto d'Istruzione Superiore Carlo Livi - Angela Wang, Caterina Ye, Chiara Weng, Davide Mo e Kelly Hu - impegnati nel "Percorso per le competenze trasversali e per l'orientamento", coordinati dalla professoressa Paola Puppo, che hanno accompagnato gli artisti per far loro conoscere il quartiere diventando assistenti, guide, mediatori culturali, traduttori.


GLI ARTISTI

ANDREA PALUMMO / CHIARA DE MARIA
Andrea Palummo, Pisa 1987 e Chiara De Maria, Correggio (RE), 1992 si conoscono nel 2016 durante il biennio al Master di alta formazione sull'Immagine Contemporanea di Fondazione Fotografia Modena.
Da marzo 2019 collaborano alla nascita di
The Tuscan House of Photography, progetto, che nasce nel territorio toscano, Palaia (PI) e che aspira a diventare un luogo di aggregazione e scambio tra fotografi; un punto d'incontro e confronto per artisti emergenti e affermati.
La ricerca fotografica di Andrea volge il suo sguardo sulla relazione tra paesaggio urbano e l'essere umano con una particolare sensibilità alle dinamiche sociali che ne scaturiscono. La stessa attenzione per l'individuo rappresentante di una società e la connessione tra cultura e ambiente architettonico sono state le chiavi di ricerca del progetto video realizzato da Chiara De Maria durante i mesi di residenza a Bucarest nel 2018.
Entrambi convinti che entrando in connessione come persone e come fotografi con la storia di un individuo si possa arrivare a raccontare un cambiamento più ampio e metaforico di un fenomeno culturale.
La via della Cina è la possibilità per loro di collaborare in una ricerca di interesse affine scegliendo di unire la street photography alla video arte con un comune approccio vicino al documentaristico.

Progetto per La Via della Cina 2019

Il lavoro è concepito come un'installazione composta da due parti, entrambe pensate pecoesistere contemporaneamente all'interno di una stanza. Da una parte la proiezione del video di via Pistoiese, un montaggio sincopato e caotico di riprese di strada che si mescolano alle interviste fatte a italiani che abitano nella via (il 20% della popolazione all'interno del Macrolotto zero). In contrapposizione a questo flusso di lamentele nervose bloccate in una visione legata al passato e incastrata in un presente "senza speranza"; cinque ragazzi e le loro testimonianze. I cinque ritratti sono pensati per essere fruiti attraverso altrettanti monitor assieme alle audio interviste mandate in loop. Due generazioni a confronto, in forte contrapposizione fra loro, nelle parole come nei modi. Una generazione di adolescenti che si interroga sulla propria identità e si prepara a compiere una scelta: tutti loro fra un anno dovranno decidere se avere la cittadinanza italiana oppure cinese.


AI TENG
Ai Teng
, nata in Shandong (Cina) nel 1989, educata dall'infanzia alla pittura tradizionale cinese studia, si laurea al CAFA (Central Academy of Fine Arts) di Pechino nell'anno scolastico 2011/2012.
Durante gli anni dell'accademia partecipa a importanti progetti d'arte pubblica in particolare nella città di Ordos. Il lavoro finale viene acquisito alla collezione del CAFA ed esposto a Londra nel 2013 nella mostra collettiva "Golden Square".
Si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Firenze nel 2013/2014 e partecipa alla mostra "Start Point Segno contemporaneo" a Firenze 2013 riceve il premio Start Point 2013/2014 per una sua installazione partecipa alla mostra collettiva "giovani artisti cinesi in Italia" a Le Murate - Firenze nell'aprile 2016 con lavori video. Laureata nell'a.a. 2016/2017 con una tesi sull'incontro fra poesia, scrittura, segno e arte visiva nella pittura classica cinese e nell'arte contemporanea, vive e lavora a Firenze.

Progetto per la Via della Cina 2019 VACANZE PRATESI

Questo lavoro è nato spontaneamente dalla mia frequentazione del quartiere cinese di Prato che vive attorno alla Via Pistoiese nel Macrolotto zero. Per me, ragazza cinese nata alla fine degli anni ottanta, trovarmi lì è stato come fare un salto nel passato, quello della mia infanzia, nella Cina di allora.

È stata da subito un'esperienza strana e sorprendente: qui ci sono persone congelate nel tempo di allora mentre il tempo in Cina corre a grande velocità e in un attimo si è passati dalle case a due piani ai grattacieli. Il modo di vivere qui è caratteristico della società degli anni ottanta, quella dei miei genitori e dei miei zii: lavoro e famiglia, lavoro e famiglia. Ho deciso di creare un racconto "romantico" e per me anche nostalgico per esprimere la vita in via Pistoiese all'interno di un mondo che nella Cina da dove vengo non esiste più e ho scelto di farlo in un modo comunque leggero. Ho così interpretato i tanti possibili ruoli di una ragazza che vive lì. Le fotografie raccontano questi diversi momenti: andare al mercato la mattina a fare la spesa, oppure a vendere dolcetti, fare la commessa in una pescheria o in un negozio di telefonia; passeggiare per il quartiere e fare due chiacchiere con le persone che incontro; andare dal parrucchiere o a fare un massaggio; cantare con il Karaoke le canzoni di Teng Lijun, famosa cantante di un tempo; andare al tempio a pregare; chiedere ad uno sconosciuto di portarmi in bicicletta a fare un giro in città. E anche: trovarmi in una scuola d'arte o partecipare all'inaugurazione di uno studio di architettura. Nel fare il lavoro ho anche compreso diverse cose. Le persone di prima generazione vivono questo ambiente come "usa e getta" perché la loro anima e la loro radice è completamente in Cina. Altri, più spesso di seconda generazione, iniziano ad assumere un loro ruolo, ad avere un'azienda fuori dal Macrolotto, una loro ricchezza, una famiglia qua con dei figli da educare bene. Oggi ci sono ragazzi della mia età, laureati, che iniziano a svolgere professioni importanti, architetti, avvocati, anche politici, hanno amici di tante nazionalità, anche italiani, sono molto aperti. Queste persone considerano l'Italia come la loro casa, il loro ambiente e la loro vita. Questa generazione comincia a costruire il suo nido qui. Ma di solito escono da Via Pistoiese. Un'ultima nota della mia esperienza: tutte le persone che ho incontrato, non importa se vecchio o giovane, se povero o ricco: nessuno brontola, nessuno si lamenta della vita, sia che nascano bene o male. Si va avanti verso una direzione migliore. Ognuno interpreta con grande serietà il ruolo che si è dato e vive con convinzione questo strano "romanticismo di via Pistoiese" un po' come in un teatro della vita, amaro e dolce insieme. Per questo le foto sono molto leggere e anche allegre: è l'atmosfera che io ho sentito.

MAGDA TYPIAK

Magda Typiak nata nel1991 in Polonia, si è laureata presso l'Accademia di Belle Arti di Danzica (Master of Arts) e presso la Facoltà di Belle Arti di Torun. Nel 2016, ha studiato presso il Dipartimento di Film e Fotografia dell'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Le sue opere sono state esposte in mostre e festival in Polonia e ed altre città tra cui Atene, Vienna e l'Istituto di Cultura Polacca a Minsk (Bielorussia). Nel 2015 ha preso parte al Festival "Under Construction" di Varsavia e nel 2016 il suo video le è valso il premio principale in un festival internazionale di arte studentesca presso la Wozownia Art Gallery di Torun. 

I film, le fotografie e le installazioni che crea sono creazioni post-percettive. Nei suoi pezzi minimalisti (delicate decostruzioni di spazi) pone domande sull'identità, sia la sua, sia quella collettiva.

Attualmente, vive e lavora a Firenze collaborando con Ela Białkowska del OKNOstudio, studio fotografico specializzato nella documentazione di arte contemporanea. Come vincitrice di una borsa di studio finanziata dal sindaco di Torun per l'anno 2019, sta lavorando alla pubblicazione del suo primo libro di fotografie chiamato "Presence".

Progetto per La Via della Cina 2019

La presenza e la visibilità dell'essere umano nel quartiere del Macrolotto Zero è molto forte. Riesco a sentire la quantità delle persone attorno a me, sento che sono presenze emotivamente e culturalmente molto forti, ma non riesco a conoscerle.
Sono esseri umani la cui identità sembra così forte e visibile ma con un sé totalmente invisibile. 
Mi piacerebbe incontrarne alcuni, ma non posso. Li guardo attraverso la macchina fotografica e dedico loro la mia attenzione, il mio sguardo con delicatezza e rispetto. È questo l'unico incontro che riusciamo ad avere, ma per me è comunque molto importante. Queste sono le persone che ho di fronte a me: persone che non riescono a sfuggire dalla situazione in cui si trovano e probabilmente nemmeno dalla loro mentalità. Quindi, chi sono? Non lo so, perché forse non lo sanno nemmeno loro.

È una questione davvero fragile che voglio mostrare con il mio lavoro. 




0 commenti:

Posta un commento

Stelline