Il LAC Lugano nell'ambito del palinsesto
Lingua Madre. Capsule per il futuro
presenta
Quello che vede l'acqua
un progetto artistico visivo creato in collaborazione
con l'Università IUAV di Venezia
Dal 17 maggio sul sito
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LAC Lugano Arte e Cultura
Lingua Madre – Capsule per il futuro prosegue con un ricco calendario di appuntamenti: Quello che vede l'acqua progetto realizzato in collaborazione con Università IUAV composto da un'opera video, un libretto digitale e una creazione sonora intitolata Trenodia per uno spaesamento. Seguono poi Phanes, parte conclusiva di Metastasis, la conferenza Mente, linguaggio e libertà nell'età delle scienze cognitive del prof. Mario De Caro e la seconda parte di Other Lands dedicata all'Egitto.
Da lunedì 17 maggio è online il progetto Quello che vede l'acqua, lavoro ideato e realizzato dal gruppo di autori composto dalla scrittrice Caterina Serra, la coreografa e danzatrice Annamaria Ajmone, il docente Stefano Tomassini e i performer e studenti IUAV Venezia Alessandro Conti, Danila Gambettola, Ginevra Ghironi. Quello che vede l'acqua è l'esito di una ricerca fatta 'sul campo' sulla città della Venezia di oggi, presentata soprattutto attraverso il corpo e la danza. Consiste in una raccolta di materiali sonori, visivi e tattili su ciò che nuovamente emerge dai margini di questa città, prima della riabilitazione dei suoi flussi commerciali e produttivi al tempo-macchina del capitale neoliberale. Al corpo-anima della cartolina da vendere, gli autori del progetto sostituiscono l'osservazione partecipata di un corpo articolare e sfuggente (e invendibile) della città.
Alla videocreazione fa seguito l'omonimo libretto digitale disponibile da giovedì 20 maggio a partire dalle ore 9.00, che raccoglie le incredibili fotografie scattate durante il lavoro sul campo, i testi utilizzati per il podcast e tutti i fieldnotes.
Il progetto si completa con la creazione sonora Trenodia per uno spaesamento (disponibile da martedì 18 maggio) un testo composto in versi liberi da Caterina Serra, un dialogo iniziato con la città de L'Aquila, una città distrutta, disabitata di corpi. Un dialogo amoroso mai interrotto che ha ripreso voce in un'altra città spaesata, Venezia, città svenduta, disamata eppure viva, di morti e di vivi. La Trenodia di Serra è un lamento funebre che rifiuta la nostalgia del passato, non c'è traccia dell'idea di una memoria andata perduta, ma prende le distanze dall'oscena riabilitazione capitalistica della città: banche e hotel e negozi in serie non riabilitano ma pervertono e allontanano.
I prossimi appuntamenti di Lingua Madre
Venerdì 21 maggio dalle ore 9:00 sarà disponibile Phanes, creazione sonora che conclude il progetto Metastasis di Gabriele Marangoni, con la vocal performer Francesca Della Monica, il live electronics di Damiano Meacci e la voce recitante di Nello Provenzano: si consiglia di ascoltare Phanes in cuffia possibilmente immersi nell'acqua o il più possibile vicini ad essa, al buio o ad occhi chiusi.
Sabato 22 maggio dalle ore 9:00 sarà pubblicata la terza conferenza a cura di LAC edu in collaborazione con ticinoscienza.ch – un progetto di IBSA Foundation per la ricerca scientifica – in cui il Prof. Mario De Caro, Ordinario di Filosofia morale all'Università Roma Tre, ci parlerà di Mente, linguaggio e libertà nell'età delle scienze cognitive. Quando acquistiamo prodotti al supermercato, rispondiamo a un sondaggio telefonico oppure decidiamo come comportarci in situazioni rischiose, sentiamo che il futuro è nelle nostre mani: siamo noi infatti, a valutare razionalmente i pro e i contro delle scelte possibili e a decidere cosa dire o fare in base alle nostre preferenze e ai nostri desideri. In realtà, però, se è vero che noi crediamoche le cose vadano in questo modo, è anche vero che oggi le scienze cognitive, le neuroscienze e la filosofia più avvertita stanno mettendo in luce che le cose sono molto più complicate di quanto appaiano. Spesso, infatti, noi prendiamo le decisioni senza sapere veramente perché lo facciamo – e le giustificazioni che offriamo a noi stessi e agli altri sono non di rado mere razionalizzazioni a posteriori, con pochi nessi con la realtà.
Domenica 23 maggio dalle ore 9:00 Other Lands, progetto curato da Paola Tripoli che intende sviluppare un discorso non retorico sull'arte, si sposta in Egitto grazie a Lexiconality-Imaginaries un duo artistico che pratica l'installazione come strumento di ricerca. L'egiziano Mohamed Abdelkarim e la palestinese Noor Abuarafeh in Notions never defined by investigating, a subject we are contemplating compongono una costellazione, una mappa, uno spazio/cielo che ci guiderà con foto, video e testi in un percorso soggettivo di conoscenza, libertà, realtà, astrazione.
I contenuti di Lingua Madre, tutti ad accesso libero e gratuito, sono disponibili sul sito www.luganolac.ch/lingua-madre
Lingua Madre – Capsule per il futuro
Lingua Madre – Capsule per il futuro è un progetto artistico totalmente inedito che ha coinvolto decine di artisti e intellettuali su altrettanti progetti; un impegno produttivo importante frutto di un intenso lavoro di gestazione durato cinque mesi. Il centro culturale della Città di Lugano ha continuato a lavorare a porte chiuse e lo ha fatto con rigore ed entusiasmo, nel rigoroso rispetto delle norme anti-covid.
Ideato da Carmelo Rifici, direttore artistico del LAC, e Paola Tripoli, direttrice artistica del FIT Festival, Lingua Madre ne amplifica, espandendolo, il pensiero artistico condiviso che, in questa occasione, trova una efficace sintesi in un Manifesto, un vero e proprio decalogo che ne riassume i contenuti. Una dichiarazione d'intenti che gli autori della redazione, Angela Dematté, che accompagna il lavoro di Rifici da tempo, Riccardo Favaro giovane drammaturgo, vincitore del Premio Scenario e finalista al Premio Riccione, Francesca Sangalli autrice di teatro, cinema e televisione, Lorenzo Conti che si occupa di curatele a formazione nel campo della danza contemporanea, hanno fatto propria, ispirandone i contenuti.
La ricerca di Lingua Madre si sviluppa in tre macro aree tematiche: Corpo, Rito, Linguaggio. Il tema del corpo, così duramente colpito dalla crisi pandemica e dall'isolamento forzato che ne è conseguito, verrà analizzato nelle sue potenzialità espressive come nella sua assenza; l'assenza è il tema che suggerisce un approfondimento sul rito e la ritualità anch'essa entrata in una area di crisi, data dalla sua impossibilità. Mai come oggi, soprattutto per la situazione che stiamo vivendo, siamo immersi in un mondo perennemente connesso; è partendo da questa constatazione che si indagherà il ruolo e la potenza della parola, sia grazie all'analisi logica sia nella sua relazione con il corpo, nella gestualità e non solo.
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Stelline