Ascanio Celestini, ospite del podcast RetroUtopia, confessa che il teatro inizialmente non facesse per lui:
seguire le proprie attitudini paga nell'autenticità della narrazione
Dal 10 giugno online su tutte le piattaforme di streaming gratuite (Spotify, Google Podcast, YouTube e Spreaker) Ascanio Celestini è l'ospite del nuovo episodio di "RetroUtopia", la serie podcast di interviste a cura della giornalista Cristina Rosso, dedicata ai percorsi di personaggi istrionici che si sono distinti per aver smantellato i canoni tradizionali della loro professione spogliandoli delle chimere irraggiungibili. Reinventando se' stessi o i meccanismi del successo talvolta.
Artista controcorrente, poliedrico funambolo tra i palchi teatrali e televisivi. Il patinato non ha mai fatto parte della sua carriera quanto invece i numerosi premi inanellati negli anni. "Non ero mai stato a teatro fino all'Università" confessa, e tutt'ora non sposa l'idea di interpretare quello classico. "L'uso del racconto e della voce narrante di Gaber per me è stata un'iniziazione e ascoltando lui ho capito di voler fare del teatro un utilizzo diverso", infatti prosegue: "seguivo una prospettiva anomala, il filone della narrazione, per questo ho iniziato come 'intruso' e tutti mi hanno consigliato di smettere".
Dagli esordi alle aspettative genitoriali che divergevano dalle aspirazioni artistiche, Ascanio Celestini ripercorre il suo excursus ricordando: "per la famiglia di un artigiano di piccola borgata non era previsto il teatro" , che invece ha poi segnato il suo destino.
Un percorso tortuoso, che ben identifica gli ostacoli professionali comuni a molti, in una società in cui fa più leva l'irrealizzabile piuttosto che soluzioni e idee, anche in controtendenza, ma utili e valide. Questo fa RetroUtopia, un collettore di esperienze attive, utili e ribelli che regalino uno sguardo nitido sulle concrete possibilità di affrancarsi dagli ostacoli della vita.
YouTube https://youtu.be/JSnwmW_zZ1c
0 commenti:
Posta un commento
Stelline