I N T E R P L A Y 2 1
Festival Internazionale di Danza Contemporanea
venerdì18 giugno
dalle 19.30 LAVANDERIA A VAPORE
Corso Pastrengo 51 - Collegno
NICOLAS GRIMALDI CAPITELLO > KURUP (prima nazionale)
ROY ASSAF (IL) > FIGURE No 16 - (prima nazionale)
Lo spettacolo sarà visionabile anche in streaming dalla sala virtuale del Festival
sabato 19 giugno
dalle 19.30 LAVANDERIA A VAPORE
Corso Pastrengo 51 - Collegno
ERTZA (ESP) > MEETING POINT (prima nazionale)
LUCREZIA GABRIELI > STRETCHING ONE'S ARMS AGAIN (prima regionale)
GIUSEPPE MUSCARELLO > 4CANTI (prima regionale)
martedì 22 giugno
dalle 20.00 LAVANDERIA A VAPORE
Corso Pastrengo 51 - Collegno
IGOR X MORENO (UK/IT) > BEAT (prima nazionale)
Lo spettacolo sarà visionabile anche in streaming dalla sala virtuale del Festival
FARFORYO (RUS) > LOOP (prima nazionale)
Direzione artistica Natalìa Casorati
a cura dell'Associazione Culturale Mosaico Danza
Festival Internazionale di Danza Contemporanea
venerdì18 giugno
dalle 19.30 LAVANDERIA A VAPORE
Corso Pastrengo 51 - Collegno
NICOLAS GRIMALDI CAPITELLO > KURUP (prima nazionale)
ROY ASSAF (IL) > FIGURE No 16 - (prima nazionale)
Lo spettacolo sarà visionabile anche in streaming dalla sala virtuale del Festival
sabato 19 giugno
dalle 19.30 LAVANDERIA A VAPORE
Corso Pastrengo 51 - Collegno
ERTZA (ESP) > MEETING POINT (prima nazionale)
LUCREZIA GABRIELI > STRETCHING ONE'S ARMS AGAIN (prima regionale)
GIUSEPPE MUSCARELLO > 4CANTI (prima regionale)
martedì 22 giugno
dalle 20.00 LAVANDERIA A VAPORE
Corso Pastrengo 51 - Collegno
IGOR X MORENO (UK/IT) > BEAT (prima nazionale)
Lo spettacolo sarà visionabile anche in streaming dalla sala virtuale del Festival
FARFORYO (RUS) > LOOP (prima nazionale)
Direzione artistica Natalìa Casorati
a cura dell'Associazione Culturale Mosaico Danza
Si chiude con tre straordinarie giornate di spettacoli, tutti alla Lavanderia a Vapore di Collegno, la ventunesima edizione di INTERPLAY.
Venerdì 18 giugno la serata si apre negli spazi outdoor del Centro Regionale per la Danza con Kurup di Nicolas Grimaldi Capitello, vincitore del Premio New Dance Generation e del premio e menzione speciale Danzare il Borgo e Danza Urbana XL 2020. Completa la serata la prima nazionale della nuova creazione di Roy Assaf, eccellenza della danza israeliana e già apprezzatissimo ospite del Festival.
Sabato 19 si conferma la vocazione del Festival a sostenere il più possibile i coreografi più giovani: nel programma di questa edizione trovano così spazio alcuni spettacoli previsti per l'edizione scorsa, come il visionario Meeting Point del coreografo spagnolo Asier Zabaleta. Stretching One's Arms Again di Lucrezia Gabrieli è stato selezionato nel 2019 per i percorsi di "Anghiari Dance Hub 2019" e alla Vetrina della Giovane Danza d'Autore 2020, mentre Giuseppe Muscarello, coreografo siciliano in programma nei più interessanti festival italiani, approda per la prima volta a INTERPLAY con il solo 4Canti.
L'ultima serata del Festival, ancora alla Lavanderia a Vapore, prevede due prime nazionali. La prima, attesissima, è quella di Igor Urzelai e Moreno Solinas nel potente solo Beat negli spazi al chiuso, per finire all'aperto con la danza urbana del duo russo Farforyo diretto da Evgeniy Melentiev.
Martedì 22 giugno l'ultimo appuntamento di INTERPLAY è con l'attesa prima nazionale di Beat, l'ultima creazione di Igor Urzelai & Moreno Solinas nel quale il vocabolario di movimento si focalizza sulla comunicazione non verbale, appropriandosene e plasmandola coreograficamente. Si chiude all'aperto, negli spazi esterni della Lavanderia a Vapore, con la danza urbana di Loop dei russi Farforyo diretti da Evgeniy Melentiev.
venerdì18 giugno
KURUP di NICOLAS GRIMALDI CAPITELLO
Già interprete per Wim Vandekeybus, Dimitris Papaioannou, Nicola Galli e la storica coppia Abbondanza Bertoni, Nicolas Grimaldi Capitello ha messo in scena da sempre una grande versatilità e con questa creazione, vincitrice della premio Danza Urbana 2020 del Network Anticorpi XL definisce insieme a Sibilla Celesia un tempo e uno spazio indefinito nel quale i due performer agiscono e reagiscono animati da sentimenti reali e da stimoli esterni.
Venerdì 18 giugno la serata si apre negli spazi outdoor del Centro Regionale per la Danza con Kurup di Nicolas Grimaldi Capitello, vincitore del Premio New Dance Generation e del premio e menzione speciale Danzare il Borgo e Danza Urbana XL 2020. Completa la serata la prima nazionale della nuova creazione di Roy Assaf, eccellenza della danza israeliana e già apprezzatissimo ospite del Festival.
Sabato 19 si conferma la vocazione del Festival a sostenere il più possibile i coreografi più giovani: nel programma di questa edizione trovano così spazio alcuni spettacoli previsti per l'edizione scorsa, come il visionario Meeting Point del coreografo spagnolo Asier Zabaleta. Stretching One's Arms Again di Lucrezia Gabrieli è stato selezionato nel 2019 per i percorsi di "Anghiari Dance Hub 2019" e alla Vetrina della Giovane Danza d'Autore 2020, mentre Giuseppe Muscarello, coreografo siciliano in programma nei più interessanti festival italiani, approda per la prima volta a INTERPLAY con il solo 4Canti.
L'ultima serata del Festival, ancora alla Lavanderia a Vapore, prevede due prime nazionali. La prima, attesissima, è quella di Igor Urzelai e Moreno Solinas nel potente solo Beat negli spazi al chiuso, per finire all'aperto con la danza urbana del duo russo Farforyo diretto da Evgeniy Melentiev.
Martedì 22 giugno l'ultimo appuntamento di INTERPLAY è con l'attesa prima nazionale di Beat, l'ultima creazione di Igor Urzelai & Moreno Solinas nel quale il vocabolario di movimento si focalizza sulla comunicazione non verbale, appropriandosene e plasmandola coreograficamente. Si chiude all'aperto, negli spazi esterni della Lavanderia a Vapore, con la danza urbana di Loop dei russi Farforyo diretti da Evgeniy Melentiev.
venerdì18 giugno
KURUP di NICOLAS GRIMALDI CAPITELLO
Già interprete per Wim Vandekeybus, Dimitris Papaioannou, Nicola Galli e la storica coppia Abbondanza Bertoni, Nicolas Grimaldi Capitello ha messo in scena da sempre una grande versatilità e con questa creazione, vincitrice della premio Danza Urbana 2020 del Network Anticorpi XL definisce insieme a Sibilla Celesia un tempo e uno spazio indefinito nel quale i due performer agiscono e reagiscono animati da sentimenti reali e da stimoli esterni.
FIGURE N°16 di ROY ASSAF
È un'opera per tre ballerini e un aquilone. Oppure, un ballo per due coppie in una serie di 1000 inizi. Uno spettacolo che crea figure insolite, ricco di numerosi riferimenti culturali, volti a scombinare l'immaginario collettivo del pubblico. Non è mai quello che ci si aspetta, ma è una danza che deve la sua vita a Hokuto e Mariko, a Johannes nel XIX secolo, a Johannes nel XXI, a Glenn, a Roland, Neema e a Josef di Budapest, all'amore, all'odio, a un bambino prodigio, a un mostro, a un fantasma, all'adolescenza, a un esaurimento nervoso, a un vaso di fiori, a un elefante barbuto, a un cammello che nuota nello stagno, solo per citarne alcuni. Figure No. 16 è una danza per un singolo spettatore, l'unica persona che decide il proprio destino, anche se si racchiude in una danza. Figure No. 16 è un'esplorazione intima, che racconta la poetica del coreografo, ricca, vivace e intensa.
"Figure No. 16 è metafisica, come esso trasforma il corpo in un oggetto e racconta l'invisibile. Prima con un litigio di amanti descritto attraverso un intenso duetto; poi attraverso due comiche figure maschili in body rosa e verde pastello [...]. Intrigante." - Maria Luisa Buzzi, Danza e Danza
È un'opera per tre ballerini e un aquilone. Oppure, un ballo per due coppie in una serie di 1000 inizi. Uno spettacolo che crea figure insolite, ricco di numerosi riferimenti culturali, volti a scombinare l'immaginario collettivo del pubblico. Non è mai quello che ci si aspetta, ma è una danza che deve la sua vita a Hokuto e Mariko, a Johannes nel XIX secolo, a Johannes nel XXI, a Glenn, a Roland, Neema e a Josef di Budapest, all'amore, all'odio, a un bambino prodigio, a un mostro, a un fantasma, all'adolescenza, a un esaurimento nervoso, a un vaso di fiori, a un elefante barbuto, a un cammello che nuota nello stagno, solo per citarne alcuni. Figure No. 16 è una danza per un singolo spettatore, l'unica persona che decide il proprio destino, anche se si racchiude in una danza. Figure No. 16 è un'esplorazione intima, che racconta la poetica del coreografo, ricca, vivace e intensa.
"Figure No. 16 è metafisica, come esso trasforma il corpo in un oggetto e racconta l'invisibile. Prima con un litigio di amanti descritto attraverso un intenso duetto; poi attraverso due comiche figure maschili in body rosa e verde pastello [...]. Intrigante." - Maria Luisa Buzzi, Danza e Danza
sabato 19 giugno
MEETING POINT di ERTZA
È la storia di due ragazzi - entrambi brasiliani ma di due diverse città – che, dopo 8.000 km, molte difficoltà e svariati anni, si incontrano per la prima volta, dall'altra parte del pianeta, per scoprire quanto hanno in comune. Capiranno come i destini possano incrociarsi nel labirinto della vita e come in quel preciso momento non si possa fare altro che trasformarsi in una nuova persona. Scopriranno un luogo dove la passione per la danza regna sovrana, in cui dalla fusione tra la breakdance, l'hip hop e la danza contemporanea nasce qualcosa di completamente nuovo e indefinibile. ERTZA è una compagnia di danza spagnola pluripremiata, fondata dal danzatore e coreografo Asier Zabaleta nel 2004 con l'obiettivo di trovare un nuovo modo con cui differenti discipline artistiche possano collaborare attraverso la danza contemporanea. Le produzioni della compagnia mettono in discussione le contraddizioni umane e sociali, raggiungendo pubblici diversi con produzioni per spazi urbani e palcoscenici.MEETING POINT di ERTZA
STRETCHING ONE'S ARMS AGAIN di LUCREZIA GABRIELI
Il progetto desidera coinvolgere lo spettatore in un'esperienza visuale di astrazione della realtà: l'interesse non è volto alla descrizione bensì a creare l'atmosfera e il peso sensibile di una porzione del reale. Prendendo ispirazione da œ di Mark Rothko e utilizzando il codice cromatico e coreografico, entriamo nel mondo delle idee e dell'umanità. Questo lavoro gioca sui colori delle tele delpittore intrecciate alla musica di un altro malinconico genio per trasmettere leggerezza e serenità. Serenade in D, il brano scelto per essere distorto, allungato, strecciato il più possibile, è il fil rouge che intreccia danza, musica, scena e video alla disarmante violenza del rosso nelle tele del pittore su placide pennellate di blu, giallo e verde. La vivacità dei colori e la profondità della relazione si alternano al gioco musicale di Giacomo Calli e Giacomo Ceschi creato a partire dalla composizione di Wolfgang Amadeus Mozart per esplorare il nostro silenzio e la musica.
Il progetto desidera coinvolgere lo spettatore in un'esperienza visuale di astrazione della realtà: l'interesse non è volto alla descrizione bensì a creare l'atmosfera e il peso sensibile di una porzione del reale. Prendendo ispirazione da œ di Mark Rothko e utilizzando il codice cromatico e coreografico, entriamo nel mondo delle idee e dell'umanità. Questo lavoro gioca sui colori delle tele delpittore intrecciate alla musica di un altro malinconico genio per trasmettere leggerezza e serenità. Serenade in D, il brano scelto per essere distorto, allungato, strecciato il più possibile, è il fil rouge che intreccia danza, musica, scena e video alla disarmante violenza del rosso nelle tele del pittore su placide pennellate di blu, giallo e verde. La vivacità dei colori e la profondità della relazione si alternano al gioco musicale di Giacomo Calli e Giacomo Ceschi creato a partire dalla composizione di Wolfgang Amadeus Mozart per esplorare il nostro silenzio e la musica.
4CANTI di GIUSEPPE MUSCARELLO
La coreografia nasce da una suggestione emersa nel guardare il quadrilatero vuoto di una piazza e le sue figure allegoriche che, stagliandosi tra la verticalità architettonica e le fughe orizzontali hanno ispirato l'autore. Il progetto prende forma prima come cortometraggio per evolversi poi in una video istallazione e diventare infine una live performance. 4Canti è un'ode alla bellezza e al silenzio, una partitura che può essere modulata in base al contesto di riferimento. La versione live si basa sulla purezza dell'improvvisazione, e offre in un corpo solo le istantanee di quattro divinità a cui è dato un diverso timbro espressivo: Bacco, Cerere, Eolo, Venere. Il danzatore incarna ciascuna identità in un susseguirsi di dissolvenze tra luce, suono e corpo.martedì 22 giugno
BEAT di IGOR X MORENO
Due talentuosi coreografi che utilizzando la coreografia e linguaggi prevalentemente non verbali, propongono creazioni che sono esperienze che possono sorprendere, eccitare, spiazzare, e che sfuggono precise classificazioni di genere e stile. Beat nasce dalla necessità di mettere in discussione cosa significa far parte di una generazione cresciuta con la promessa di infinite possibilità. Il processo creativo è iniziato utilizzando limitazioni e aree di incompetenza personali come inneschi creativi, indagando come poterli superare con gioia, spudoratezza e intraprendenza. Il risultato ha prodotto una lunga ricerca, ancora in corso, su come ci identifichiamo, come ci riconosciamo (o meno) negli altri e come siamo in grado di proiettare molteplici immagini di noi stessi. La performer è sotto i riflettori manovrati sul ritmo musicale entrambi prodotti sul momento dal DJ e il designer di luci dal vivo. Una sola persona in relazione con un pubblico che osserva il trasformarsi su diversi livelli dei gesti, della postura e dell'espressione del viso. I movimenti spaziano dall'utilizzo del corpo intero ai piccoli dettagli, dall'astratto all'espressivo, creando un bombardamento di immagini, sconvolgendo costantemente la lettura e l'interpretazione degli spettatori, producendo un effetto ipnotizzante. Immaginiamo Beat come una celebrazione della stanchezza, del dolore e dell'incertezza di decidere giorno per giorno - momento per momento - chi siamo: una persona sul posto pronta a reinventarsi ancora e ancora. Una persona. Sul posto. Reinventandosi continuamente.
BEAT di IGOR X MORENO
Due talentuosi coreografi che utilizzando la coreografia e linguaggi prevalentemente non verbali, propongono creazioni che sono esperienze che possono sorprendere, eccitare, spiazzare, e che sfuggono precise classificazioni di genere e stile. Beat nasce dalla necessità di mettere in discussione cosa significa far parte di una generazione cresciuta con la promessa di infinite possibilità. Il processo creativo è iniziato utilizzando limitazioni e aree di incompetenza personali come inneschi creativi, indagando come poterli superare con gioia, spudoratezza e intraprendenza. Il risultato ha prodotto una lunga ricerca, ancora in corso, su come ci identifichiamo, come ci riconosciamo (o meno) negli altri e come siamo in grado di proiettare molteplici immagini di noi stessi. La performer è sotto i riflettori manovrati sul ritmo musicale entrambi prodotti sul momento dal DJ e il designer di luci dal vivo. Una sola persona in relazione con un pubblico che osserva il trasformarsi su diversi livelli dei gesti, della postura e dell'espressione del viso. I movimenti spaziano dall'utilizzo del corpo intero ai piccoli dettagli, dall'astratto all'espressivo, creando un bombardamento di immagini, sconvolgendo costantemente la lettura e l'interpretazione degli spettatori, producendo un effetto ipnotizzante. Immaginiamo Beat come una celebrazione della stanchezza, del dolore e dell'incertezza di decidere giorno per giorno - momento per momento - chi siamo: una persona sul posto pronta a reinventarsi ancora e ancora. Una persona. Sul posto. Reinventandosi continuamente.
LOOP di FARFORYO
Il duo del giovane coreografo russo Evgeniy Melentyev, indaga la forza della condivisione in opposizione all'individualismo. I danzatori utilizzano uno free style dove forza e velocità danno vita a una spirale, un vortice armonioso di movimenti che traggono ispirazione dal linguaggio del contemporaneo e dalla breakdance. Un'abitudine, un rituale, in cui i protagonisti si incontrano, dialogano tra loro, creando i presupposti per far nascere una comunità. Loop è una curva, un circolo vizioso, un disco che suona a ripetizione. È una danza che comincia su se stessa: equilibrio, inerzia, velocità, peso e tempo. È un duetto che parla di interazione sociale e che, nel mezzo, accumula emozioni che dilatano il tempo.
Il duo del giovane coreografo russo Evgeniy Melentyev, indaga la forza della condivisione in opposizione all'individualismo. I danzatori utilizzano uno free style dove forza e velocità danno vita a una spirale, un vortice armonioso di movimenti che traggono ispirazione dal linguaggio del contemporaneo e dalla breakdance. Un'abitudine, un rituale, in cui i protagonisti si incontrano, dialogano tra loro, creando i presupposti per far nascere una comunità. Loop è una curva, un circolo vizioso, un disco che suona a ripetizione. È una danza che comincia su se stessa: equilibrio, inerzia, velocità, peso e tempo. È un duetto che parla di interazione sociale e che, nel mezzo, accumula emozioni che dilatano il tempo.
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Stelline