venerdì 22 ottobre 2021

Bracconaggio, un falco pescatore ucciso a fucilate nel bergamasco


BRACCONAGGIO, UN FALCO PESCATORE UCCISO A FUCILATE NEL BERGAMASCO

 

WWF: "MENTRE CONTINUA IL MASSACRO DI ANIMALI PROTETTI I CACCIATORI LOMBARDI INSCENANO UNA SURREALE PROTESTA CONTRO LE AUTORITA' PREPOSTE AI CONTROLLI"

 

Ennesimo, gravissimo episodio di bracconaggio in Lombardia. Nei giorni scorsi, la carcassa di un rarissimo falco pescatore è stata rinvenuta da un volontario WWF nel territorio comunale di Palosco (BG) all'interno del Parco Regionale fluviale Oglio Nord e consegnata dalla Polizia Provinciale di Bergamo al Centro di Recupero Animali Selvatici WWF di Valpredina.


Il falco, una giovane femmina, presentava una ferita visibile all'altezza del petto ed era dotato di un anello recante il marchio del Museum Helsinki Finlad. Si presume, quindi, che proprio la Finlandia fosse il luogo di nidificazione e riproduzione di questo rapace. Dalle analisi radiografiche effettuate dal personale del CRAS WWF di Valpredina (BG), per verificare le cause del decesso, è emersa la presenza nel corpo dell'animale di un elevatissimo numero di pallini da caccia. Una segnalazione è stata inviata alla Polizia Provinciale e alla Procura di Bergamo per avviare le indagini volte ad individuare i responsabili.

Si tratta di una ulteriore conferma di quanto sia grave la situazione in Lombardia, una Regione in cui quotidianamente vengono rilevate diffuse violazioni delle norme a tutela della fauna selvatica, come denunciato dalle Guardie WWF. Senza dimenticare che per un animale ritrovato molti altri sfuggono ai controlli: il numero reale di animali protetti che vengono uccisi illegalmente è sicuramente superiore a quello ufficiale. 

Per questa ragione molta parte del territorio lombardo è tra le sette aree identificate come black-spot del bracconaggio dal "Piano d'Azione nazionale per il contrasto degli Illeciti contro gli uccelli selvatici", adottato dallo Stato Italiano su stimolo della Commissione Europea, per scongiurare l'apertura di una procedura di infrazione a carico dell'Italia.

I risultati delle operazioni condotte dalle forze di polizia nel territorio lombardo confermano, tuttavia, come le misure sino ad oggi adottate non siano sufficienti a contrastare questo fenomeno criminale, spesso legato a lucrosi traffici illeciti di animali, sia vivi che morti. 

In questo contesto, la politica regionale, cercando di accontentare il mondo venatorio, continua ad emanare misure che hanno l'effetto di rendere più difficili i controlli e più semplice trasgredire le norme, violando così il principio costituzionale che vieta alle regioni di ridurre il livello minimo di tutela ambientale fissato a livello statale.

I cacciatori e le associazioni venatorie poi, piuttosto che assumere posizioni nette di condanna contro bracconieri e cacciatori di frodo e pretendere sanzioni esemplari, continuano ad inscenare surreali e vergognose proteste contro le forze dello Stato, chiedendo controlli meno rigorosi, come sta accadendo in queste ore a Brescia, dimenticando che la fauna selvatica non è proprietà di privati cittadini ma è patrimonio indisponibile dello Stato. La caccia non è un diritto ma una concessione, esercitabile "purché non contrasti con l'esigenza di conservazione della fauna selvatica…" (art.1 c.2 L. 157/92).

Il WWF Italia è parte del progetto SWiPE "Successful Wildlife Crime Prosecution in Europe", finanziato dal programma europeo LIFE e mirato rafforzare il contrasto ai crimini contro la natura tramite la collaborazione diretta con magistrati, rappresentanti delle forze dell'ordine e tutti coloro che hanno un ruolo attivo nelle azioni di investigazione e persecuzione di questi odiosi crimini.  

Qui per saperne di più sul Progetto SWiPE >


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Stelline