Margherita Laera è traduttrice teatrale e docente alla University of Kent nel Regno Unito. È stato grazie al finanziamento del network europeo Fabulamundi Playwriting Europe – il progetto internazionale con capofila l'italiana PAV che promuove da oltre un decennio l'attività di drammaturghe e drammaturghi in Europa incoraggiando lo scambio tra culture - che Margherita Laera ha potuto realizzare la ricerca ora presentata in questo volume e proposta nel 2019 a Roma a tutti i partner di Fabulamundi.
Poco dopo la scadenza della restituzione dei questionari, a febbraio 2020, la pandemia Covid aveva raggiunto l'Italia: "Non avrei mai potuto prevedere – scrive Laera – che mi sarei trovata a porre domande su una forma d'arte che non veniva più praticata e su strutture e sistemi divenuti d'improvviso inutili […]". Ma, aggiunge, "la forzata e tragica chiusura dei teatri è stata anche un'occasione per fare un passo indietro, riflettere sui valori e sui sistemi, individuare cosa non funzionava e cambiarlo".
Ed è così che quel progetto, e i risultati della mappatura precisa della drammaturgia europea che ne emerge, assumono oggi ulteriore pregnanza, mostrando un quadro pre-pandemico da utilizzare per guardare al futuro.
L'autrice, prima proponendo i risultati della ricerca e quindi attraverso la trascrizione delle interviste a operatori in diversi Paesi d'Europa e rilevando le buone pratiche, risponde al generale quesito su come si comporta ciascuna cultura teatrale nel rapporto con la drammaturgia e le autrici e gli autori.
Come si diventa drammaturghe e drammaturghi in Polonia, in Romania e in Spagna? Come si mettono in scena i drammi contemporanei nel Regno Unito, in Germania e nella Repubblica Ceca? Come si fa a promuovere un testo contemporaneo italiano in Austria o in Francia? A che stadio sono le conversazioni sulle diversità e le pari opportunità nei vari contesti nazionali?
Interessante il punto di partenza: Come si dice "drammaturgia"? La lingua, nei diversi Paesi, racconta di scelte, e di una storia specifica. La preparazione dell'autrice in tema di mediazione culturale (lei stessa è di origine italiana ma lavora nel Regno Unito) ha avuto un ruolo determinante nel fornirle la capacità di valutare i diversi contesti, le diverse culture della drammaturgia e della traduzione.
Più nello specifico, il dossier Fabulamundi Workbook "si occupa dell'analisi di pratiche, percezioni e convenzioni attualmente in vigore nel campo della drammaturgia contemporanea e della traduzione di testi teatrali contemporanei all'interno di nove tra i Paesi in cui hanno sede i partner di Fabulamundi: Austria, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia, Polonia, Romania, Spagna e Regno Unito. La ricerca è volta a fornire dati qualitativi e quantitativi in grado di descrivere come ogni cultura teatrale sostenga i drammaturghi viventi, come organizzi il proprio sistema formativo, quali convenzioni e valori guidino la produzione e la traduzione di opere teatrali contemporanee e quali percezioni i gatekeeper, i professionisti del teatro e gli altri operatori culturali abbiano del sistema teatrale in cui si trovano a lavorare".
I risultati dipingono un quadro di assoluta variabilità dei sistemi e delle percezioni nei diversi Paesi, particolarmente riguardo a fiducia espressa dagli esperti teatrali per la drammaturgia contemporanea della propria lingua e ancor più per la drammaturgia straniera in traduzione; opportunità di reddito di drammaturghe e drammaturghi, traduttrici e traduttori; fiducia rispetto a questioni di eguaglianza e inclusione nel contesto drammaturgico.
Per quanto riguarda l'Italia ne risulta un quadro contraddittorio, dove si registrano interesse e attività crescenti negli ultimi dieci anni e tuttavia la considerazione della difficoltà del settore a poter essere considerato sostenibile.
La finalità della ricerca è quella di offrire uno strumento estremamente concreto ad uso di operatori, istituzioni e di chi a vario titolo si occupa di teatro e desidera contribuire alla promozione del dialogo tra culture e lingue diverse.
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Stelline