HOT ONES
ITALIA
Il 4 aprile in esclusiva su RaiPlay
il nuovo episodio dello show con domande in “salsa piccante”
Condotto da Alessandro Cattelan
Ospite della prossima puntata
Selvaggia Lucarelli
“Io e Lorenzo ci sposiamo! Faremo una grande festa in Puglia”
Giornalista e opinionista dalla battuta tagliente, Selvaggia Lucarelli
è l’ospite della prossima puntata di Hot Ones Italia, il
programma condotto da Alessandro Cattelan, in esclusiva su RaiPlay da
venerdì 4 aprile.
In ogni puntata, Cattelan e i suoi ospiti mangiano alette di
pollo o stick vegani, conditi con salse progressivamente sempre più
“hot” che aiutano ad abbattere ogni ritrosia e diffidenza, con reazioni
spesso divertenti e sempre imprevedibili.
Fiori d’arancio in arrivo a casa Lucarelli, matrimonio in vista per Selvaggia e Lorenzo Biagiarelli: «Dopo
qualche giorno che ci siamo conosciuti gli ho chiesto di sposarci e
fare un figlio. Avevo 41 anni e avevo fame di tempo, pensavo: “o adesso
o mai più!” Ma lui saggiamente mi ha risposto di no! A quel punto ne ho
fatto una questione di orgoglio: “non glielo chiederò più!”. Ho anche
pensato che se non glielo avessi più chiesto sarebbe stato lui a farlo.
Ma niente! Così, dopo nove anni sono tornata
all’attacco perché, compiuti i 50, volevo organizzare la mia vita.
Gliel’ho buttata sul pragmatico, basta romanticismo, è burocrazia.
Qualche giorno fa in aereo gli ho detto che se dovessi morire tutto
quello che ho in questo momento rimarrebbe a Leon, mio
figlio che neanche mi scrive (ride!)…Poi gli ho ricordato della casa
acquistata in Puglia, in una piazzetta davanti a una chiesa. Potremmo
fare una festa incredibile a tema... la pizzica, i taralli, Albano,
Emma, I Negramaro. Chiudiamo tutto il Paese e facciamo
una grande festa …altro che i compleanni di Madonna in Puglia. E pare
abbia detto di si! Forse in primavera dell’anno prossimo».
Sulle litigate di coppia dichiara: «Lorenzo ha imparato in
maniera magistrale a fingersi morto. Sa che quando mi rode non deve
avere alcun tipo di reazione, deve essere un orso, quello che non emette
segnali e neanche respira. La cosa peggiore è quando
cambia stanza per non sentirmi. Stiamo replicando le mie dinamiche
familiari, le stesse che ho vissuto io. Mio padre da giovane è sempre
stato sordo e mia madre sosteneva che lui fingeva per non sentirla. Oggi
come allora, Lorenzo è sordo ma non so quanto
sia un problema dell’apparato uditivo o quanto sia paraculo. Quando io
urlo e strepito per cinque minuti lui si finge morto. E quando poi
comincia ad andare nelle altre stanze e a chiudersi in bagno a doppia
mandata, divento una belva. Però questi sono i momenti
pirotecnici, per il resto abbiamo trovato il nostro equilibrio».
Ha la fama di far sudare le persone che incontra, come se la caverà con alette sempre più piccanti? :
«L’Abruzzo è il regno del piccante. Esiste un peperoncino
abruzzese che si chiama Lazzaretto e già il nome da l’idea di quanta
gente finisce più o meno all’ospedale. Mio nonno Erminio era un grande
appassionato di peperoncino. Un uomo tutto d’un pezzo
che voleva che i nipoti nascessero forgiati dal peperoncino. Alle cene
estive in cui ci ritrovavamo tutti noi nipotini, più o meno della stessa
età, lui tirava fuori un peperoncino enorme e a chi lo mangiava intero
regalava cento mila lire».
Selvaggia Lucarelli si racconta davanti ad alette in versione vegana:
«Io non mangio carne ma mangio pesce. Lorenzo invece è quasi
vegano, ogni tanto mangia qualche latticino mentre mio padre, che vive
con noi, è cresciuto ad arrosticini e peperoncino, fatica a capire cosa
succede in casa e fatica anche a comprendere il
concetto di carne finta».
A proposito della passione per i gatti racconta: «Avevo un
gatto che aveva più ascendente di me sugli altri. L’ho mandato via e ora
vive con mio figlio, lo avevo soprannominato “gatto merda”. Era una
questione di sfida lui non accettava di essere
mio suddito, mentre gli altri due sono gatti meravigliosi. Il gatto non
mi sopportava, gli stavo proprio sulle balle. E quindi me ne sono
rimasti due: uno si chiama Sabino, raccattato all’Autogrill in Sabina e
l’altro si chiama Coraggio, detto Bruno, che viveva
sotto una macchina».
“Non sono una mamma chioccia, piuttosto una mamma canguro”: «Mio
figlio vive con il gatto che ho mandato via e la sua fidanzata. Non
segue le mie orme: Leon mi somiglia per il sarcasmo e il disincanto, per
cui nulla lo affascina e vede sempre difetti
da tutte le parti. Non gli interessa minimamente quello che faccio. A
malapena sapeva che fossi a Sanremo, non mi ha mandato un messaggio per
una settimana, non mi ha chiesto come fosse andata, praticamente non gli
interessa nulla di quello che faccio. E’
abbastanza anaffettivo e se gli chiedono quando è nata sua madre, forse
indovina il mese! A parte tutte queste soddisfazioni da madre, aggiungo
che non ama lo studio e un giorno mi ha detto di non voler più
studiare. Per me è stato un grande dolore, mentre
lui pensava di non studiare e rimanere a casa. A quel punto gli ho
fatto capire con leggerezza e delicatezza che doveva andare via di casa,
lavorare e guadagnarsi da vivere… Ora fa il cameriere, gli piace il
mondo della ristorazione! Mi fa molto ridere che
fino a qualche tempo fa fosse l’antisistema, l’anticapitalista… mentre
ora lavora nella pizzeria di un noto imprenditore italiano e porta ai
tavoli la pizza ai privilegiati del mondo. C’è questo capovolgimento di
vita…Molti pensano io sia una mamma chioccia,
ma non è così! Sono piuttosto una mamma canguro…ti do un calcio nel
culo e vai a lavorare! E devo dire che Leon, in questo senso, mi sta
dando soddisfazione perché gli piace lavorare. Avevo il terrore che
fosse un lavativo».
Ma per riuscire a vederlo va a cena nel ristorante dove lui fa il cameriere:
«Sono in balia del sapere come sta. Vive a un chilometro da casa
mia ma non lo vedo magari per un mese. Non mi telefona, non manda
messaggi, non mi scrive. Insomma non so nulla di lui! Io gli scrivo e
capita che mi risponda 48 ore dopo. Quindi per vederlo
io e suo padre (Laerte Pappalardo, ndr), che ogni tanto viene a Milano
da Roma, andiamo a cena da lui in pizzeria e ci informiamo su come sta».
E su Vale Tutto, la sua newsletter che sta spopolando sul web, rivela:
«Ad un certo punto mi sono resa conto che vivevo da dipendente, da
vent’anni, nel mio lavoro di giornalista. Ho avuto alcune soddisfazioni,
lavorare al Fatto mi piace tantissimo ma non economiche. E soprattutto
mi ero resa conto di regalare il mio lavoro
a tutti e non capitalizzare il frutto del mio lavoro che, molto spesso,
è accendere conversazioni, discussioni, portare nuovi punti di vista o
nuove notizie. Continuavo a farlo sui miei social gratuitamente e
lavoravo per la gloria… Per esempio quest’anno
ho tirato fuori la storia degli occhiali di Maria Rosaria Boccia, me ne
accorgo io e tutti escono con articoli, servizi, approfondimenti, prime
pagine dei giornali… Santanchè e le borse, anche qui servizi
giornalistici, Tv eccetera. Poi “Pandoro gate” è diventato
materiale giornalistico per un fiume di trasmissioni. Io ci scrivo un
libro e vengo accusata di voler guadagnare dal mio lavoro. Allora ho
capito che non guadagnavo abbastanza e mi sono detta che era arrivato il
momento di essere editrice di me stessa e dal
punto di vista economico è soddisfacente. Per la prima volta sono
riuscita a comprarmi una casa e a produrre delle cose mie. Ho passato
una vita a mendicare e a chiedere a produttori di fare ad esempio un
certo documentario. Le risposte erano sempre un “no”.
Poi vedo che viene prodotta qualsiasi cosa e allora ho iniziato a farlo
anche io. Ora sto producendo un documentario sulla vita di un pugile,
una storia pazzesca. Probabilmente sarà a perdere ma è una cosa mia che
mi piaceva fare. E’ la prima vera soddisfazione
vera anche economica e soprattutto adesso c’è gente che mi considera
una testata, una sorta di testata giornalistica».
Ma dove cerca le notizie?: «Prima di tutto bisogna imporsi
di informarsi. Ogni mattina, tra le sei e le sette resto a letto due
ore scrollando tutto quello che trovo. Finite quelle due ore in cui
accetto che la casualità mi colga, mi impongo di
accedere a un’informazione più tradizionale e programmata. Leggo anche
molto le notizie sull’Oriente che arrivano la mattina presto, per il
fuso orario: leggo i giornali indiani e koreani che sono
interessantissimi perché ci sono notizie che raccontano il
Paese. L’India ha notizie incredibili mentre la Korea è un paese
estremamente competitivo: scopri per esempio che per una prova
universitaria viene chiuso lo spazio aereo e i voli vengono interrotti,
perché gli studenti non devono essere distratti dal rumore
dei voli. E’ tutto molto affascinante ma casuale. Dopodiché leggo molte
firme di cui mi fido, più che le testate. So comunque cosa non
leggere».
E alla domanda di come vive il suo ruolo a Ballando con le stelle e
se subisce critiche per essere giornalista e donna di televisione,
risponde:
«Per un periodo l’ho vissuto come un problema… Avevo il complesso
di me stessa, di farmi piacere troppe cose. Ho la sindrome
dell’impostore: credo sempre di avere di più di quello che merito e
questo mi salva, perché permette di non sedermi e non pensare
mai di aver raggiunto il massimo e meritarlo. Quindi studio e mi
preparo. Per esempio prima di venire qui sono andata a studiare i nomi
dei peperoncini famosi nel mondo, ho visto le puntate precedenti…Per
molto tempo ho detto no a tante cose. L’unica che mi
ero concessa era “Ballando con le stelle” come fosse l’ora di
ricreazione a scuola. Poi ho pensato che fosse un atteggiamento
autopunitivo e castrante, perché tutti coltiviamo la nostra parte di
leggerezza. Allora mi sono detta che il mainstream è divertente
e mi sono allargata anche in quel mondo lì e la cosa sta dando i suoi
frutti e mi ha regalato anche un po’ di leggerezza… Sarò a Ballando
anche il prossimo anno perché non lascio il mio posto vacante».
Infine sull’amicizia dice: «Sono una pessima amica, non perché
tradisca ma perché non sono costante. Sono assorbita da tante cose e
non riesco a frequentare gli amici!».
A “Hot Ones”, come nella versione statunitense del programma che è stato
un grande successo ed è giunto alla sua venticinquesima edizione, i
protagonisti dello show - personaggi del cinema, della Tv, dello sport,
della musica e dei social media – vengono intervistati
dal conduttore davanti a un piatto di alette di pollo (con
un’alternativa vegetariana/vegana) condite con salse progressivamente
più piccanti.
“Hot Ones” è una produzione Palomar, a Mediawan Company, in
collaborazione con Rai Contenuti Digitali e Transmediali, condotto da
Alessandro Cattelan
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Stelline