giovedì 26 novembre 2015

Teatro Argentina e Teatro Prati - Appuntamenti dicembre e gennaio

aolo Poeta delle ceneri

Teatro Argentina, Sala Squarzina

L'appuntamento del 15 dicembre ha subito una modifica  ore 19.00 e non più 17.00

Martedì 1 dicembre 2015 ore 17,00

Martedì 15 dicembre ore19,000

Martedì 29 dicembre ore 17,00

Ingresso libero fino a esaurimento posti

 

Nell'ambito de Le rose del Parnaso 2 ed. Festival Itinerante

Video Opera Pier Paolo Poeta delle ceneri

di Irma Immacolata Palazzo e Giannantonio Marcon

Coordinatore: Prof. Gianfranco Bartalotta

 

La videopera, in digitale Full hd con sette telecamere, è una ripresa live dello     spettacolo Pier Paolo Poeta delle ceneri, che ha debuttato all'Auditorium Parco della Musica di Roma il 25 aprile 2012.

Il video ha una propria autonomia estetica e un temperamento  cinematografico. La macchina a spalla, così come amava girare Pasolini con la sua Arriflex, ha consentito di vivere dall'interno i versi, la voce, il canto, le immagini, le azioni, la musica fondendoli in un magma che esalta il paesaggio poetico di Pier Paolo.

 

Con Cosimo Cinieri, Gianni De Feo, Marcello Maietta.

Domenico Virgili, direzione, pianoforte, orchestrazione; Marco Ariano, batteria e   percussioni; Roberto Bellatalla, contrabbasso; Piero Bronzi, flauto e sax; Carlo Cossu, violino; Marcello Fiorini, fisarmonica; Antonio Iasevoli, chitarra classica ed elettrica.

Max Ciogli, installazione; Giancarlino Benedetti Corcos, pittore-scultore; Fabiana Di Marco, scenografia; Gian Maria Sposito, costumi; Daniele Lanci, foto di scena; Giannantonio Marcon, video.

Drammaturgia: Irma Immacolata Palazzo e Gianni Borgna.

Regia teatrale: Irma Immacolata Palazzo

 

Pier Paolo Poeta delle ceneri

È grande l'emozione che, sin dal titolo Pier Paolo poeta delle ceneri, ci comunica la video-opera ideata da Irma Immacolata Palazzo e Gianni Borgna e firmata per la regia teatrale da Irma Immacolata Palazzo, e per il video insieme a Giannantonio Marcon. Emoziona per la drammatica e altamente lirica voce narrante di Cosimo Cinieri; per l'intensità del dettato e la bellezza e potenza dei frammenti tratti dalle opere di Pasolini in prosa e in versi; per l'originalità dell'idea registica; per l'istallazione di Max Ciogli; per le scelte musicali e per gli elementi scenografici di Benedetti Corcos infine: altari-teatrini,  lampadine prima colorate da balera poi bianche, bandiere rosse stracciate, travestimenti (l'angelo nero di Gianni De Feo, comprimario con Marcello Maietta), camera e cameraman  in scena e in movimento, una lingua di sabbia.

Poche volte abbiamo ascoltato e partecipato con tanta vicinanza ad una lettura poetica che qui diviene azione teatrale, pur conservando gli spazi e i tempi del vissuto che si è fatto poesia. Ma sorprende anche la scelta degli scritti, tra i più alti di Pasolini, "brandelli" che appaiono rinnovati e trasfigurati in Cinieri, voce e volto e persona, che dà sostanza e corpo sonoro alle parole del poeta e esalta e potenzia la musica dei suoi versi.

Pasolini aveva pensato di intitolare col semplice Le ceneri il libro che poi divenne Le ceneri di Gramsci. Anche una sua autobiografia in versi, pubblicata da Archinto nel 2010, si intitolò Poeta delle ceneri. "Ceneri" era il termine che, più d'ogni altro, racchiudeva in sé il pensiero della morte e segnava tutto il suo cammino d'artista: che altro dice la sua opera – di poesia, di saggistica, di teatro, di cinema – se non l'itinerario arduo e doloroso di Pasolini poeta, la divisione intimamente e dolorosamente sentita tra valori di un vecchio mondo, che non si vogliono perdere, ma che vanno modificandosi e spegnendosi, e il nuovo, che ne è oscura conseguenza e tradimento?

Le parole di Pasolini, tratte dai suoi libri, scorrono in un piano-sequenza "potenzialmente infinito", come potenzialmente infinita era la sua idea di cinema; scorrono intensamente vere e profonde, incise, si direbbe, nella  maschera forte e antica di Cosimo Cinieri, e fermano sulla scena il colore del tempo, il calore della vita, il dolore della perdita, il conflitto tra passato e presente, la complessità e la conflittualità dell'esistenza, i tragici mutamenti sociali, lo sfiorire della bellezza di un mondo agreste che le lucciole testimoniavano; il pensiero della morte e di sé "scheletro / senza neanche nostalgia del mondo".

Si veda, in apertura, Cosimo di spalle con il maglione verde di Pasolini trovato la notte della sua morte: avvia dal "vuoto", lasciato dal poeta, un piano sequenza aperto "all'infinito", su cui si innestano i frammenti della sua storia di uomo e di autore: la fisicità estrema; il disgusto per la folla; il sentirsi indifeso e inerme; il rifiuto di un mondo che coniuga possesso e distruzione; e, a ritroso nel montaggio, l'angelo nero irridente di Ninetto; l'unione affettuosa e ineluttabile con la madre ("Saremo insieme, /presto, in quel povero prato gremito / di pietre grige") e il sacro (Cristo), in cui si manifestano scandalo, verità e risurrezione. E ancora: la diversità che spinge ai margini e l'inferno neocapitalistico; il sogno di una gioia che sola può aprire una stagione di «dolore armato»; la denuncia delle stragi ("Io so…io so…io so") e la rivolta antiborghese; l'utopia di un mondo nuovo (l'Africa) e la poesia "incivile"; il teatro e la scoperta del cinema. Sono tutti i temi che la sapiente regia di Irma Immacolata Palazzo ha riversato in un'opera che unisce lo scavo nella storia di Pier Paolo, "vissuto dentro una lirica", al teatro di parola e alla visività, che la musica, ora popolare ora sublime, mette in risalto e accompagna. Che sia poi il campo di lucciole, con le piccole luci bianche della scena, a chiudere una festa paesana è commovente fondale per un addio, che vede Cosimo Cinieri prostrato allontanarsi nel buio. Con le parole di Edipo re, che richiamano Eliot: "Sono giunto. La vita finisce dove comincia".

                                    Gabriella Palli Baroni

È grande l'emozione che, sin dal titolo Pier Paolo poeta delle ceneri, ci comunica la video-opera ideata da Irma Immacolata Palazzo e Gianni Borgna e firmata per la regia teatrale da I

TEATRO PRATI

Via degli Scipioni, 98 - Roma

Direttore artistico: Fabio Gravina

 

11 dicembre 2015 – 31 gennaio 2016

 

I SOLDI NON SERVONO A NIENTE

 

Commedia in 2 atti di Nino Marino

 

Regia di Fabio Gravina

 

Secondo spettacolo della stagione per il teatro Prati e in scena va il testo di un autore poliedrico, Nino Marino, che oltre a scrivere per il teatro commedie di successo ("Un angelo calibro 9", "I soldi", "Gente di facili costumi" scritta con l'attore Nino Manfredi) si divide tra cinema nelle vesti di sceneggiatore e letteratura (tra i suoi romanzi ricordiamo "Interno di famiglia con miracolo", il giallo storico "Rosso pompeiano" e "Bisturi per signora").
Dall'11 dicembre al 31 gennaio 2016 va dunque in sena la sua pièce I soldi non servono a niente, interpretata e diretta da Fabio Gravina; nel cast anche Tito Manganelli, Arianna Ninchi, Gianni Franco e Matteo Micheli. La storia inizia con l'irruzione inaspettata in una casa rispettabilissima di un personaggio ambiguo che insiste nel dichiararsi il marito appena uscito di galera della padrona di casa. La premessa, evidentemente, non lascia presagire nulla di tranquillo, infatti di lì a poco si scoprirà un segreto che accomuna tutti i personaggi e che determinerà una serie rocambolesca di fraintendimenti e doppi giochi che ben evidenziano, seppur in chiave assolutamente ironica, il cinismo dell'indole umana di fronte alla possibile perdita dell'agiata posizione economica che ci si è faticosamente accaparrati. Posizione raggiunta grazie al fatto che il marito accettò di accollarsi le colpe dei reati commessi da un politico, con la promessa che lo stesso avrebbe garantito il sostentamento della sua famiglia. Evidentemente negli anni di reclusione al sostentamento economico si è aggiunto anche un non pattuito sostentamento affettivo. Così, l'uscita "prematura" di galera del marito a causa di un indulto mette a soqquadro i piani dell'ex moglie e del nuovo amante che prevedevano il suo arrivo solo dopo il quarto anno di detenzione. Il loro stato confusionale li porterà anche a cercare un reato che possa ricondurre in prigione il marito ancora per un anno. Le innumerevoli peripezie forse ricondurranno i protagonisti verso l'amore disinteressato…o forse preferiranno ancora scegliere una vita di comfort acquisiti con l'inganno.

Ancora una volta il repertorio del Teatro Prati conferma la scelta del suo direttore artistico, Fabio Gravina, di proposte leggere ma ben costruite ed orientate a tematiche divertenti e problematiche attuali che oltre alla risata generano una sorta di autoriflessione e che fanno inesorabilmente parte della quotidiana vita vissuta da ognuno di noi.

 

 

 

I SOLDI NON SERVONO A NIENTE

Commedia in 2 tempi di NINO MARINO

Personaggi e interpreti (in ordine di entrata):

Ettore – TITO MANGANELLI

Lucia – ARIANNA NINCHI

Roberto – FABIO GRAVINA

Giorgio – GIANNI FRANCO

L'avvocato Penna – Matteo micheli

Regia: FABIO GRAVINA

Scene: FRANCESCO DE SUMMA

Costumi: PAOLA RIOLO

Musiche originali: MARIANO PERRELLA

Tecnico suono e luci: ROBERTO DI LORENZO

Sarta di scena: TERESA PERUGINI

Foto di scena: MASSIMO DIANA

 

TEATRO PRATI
Via degli Scipioni, 98 - 00192 Roma Italy
Tel. 06/39740503 - 366/3108327
Direttore Artistico:
Fabio Gravina

http://www.teatroprati.it

 

Orario Spettacoli:
dal Martedì al Venerdì: ore 21.00
Sabato: ore 17.30 e 21.00
Domenica e festivi: ore 17.30

Giovedì 17 dicembre: anche ore 17.30
Lunedì riposo


Orario Botteghino:
Lunedì: ore 10.00/13.00 - 14.00/18.00
da Martedì al Venerdì: ore 10.00/13.00 - 14.00/20.00
Sabato: ore 10.00/13.00 - 15.00/20.00
Domenica: ore 10.00/13.00 - 15.00/20.00

Si accettano prenotazioni telefoniche e online

 

PARCHEGGIO: il teatro è convenzionato con il Garage Scipioni (Via degli Scipioni, 141)

Aperto dal lunedì al giovedì dalle 07.30 alle 20.00 (spettacolo pomeridiano del giovedì)

Dal venerdì al sabato dalle 08.00 alle 00.00

Tariffa scontata per 3 h di posteggio euro 10,00 invece di 13,00

 


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Stelline