martedì 11 aprile 2017

"ARTE E SCOLASTICA": IL RITORNO IN LIBRERIA DEL GRANDE CLASSICO DI JACQUES MARITAIN


"ARTE E SCOLASTICA": IL  RITORNO  IN  LIBRERIA  DEL  GRANDE CLASSICO DI  JACQUES MARITAIN

 

 «Come si tocca un trascendentale, si tocca l'essere stesso, una rassomiglianza di Dio, un assoluto, la nobiltà e la gioia della nostra vita; si entra nel campo dello spirito. È significativo che gli uomini non comunichino veramente tra loro, se non passando per l'essere o per una delle sue proprietà [...] Se restano nel mondo dei loro bisogni sensibili e del loro io sentimentale, avranno un bel raccontarsi gli uni agli altri, non si comprenderanno, ognuno infinitamente solo, anche quando il lavoro o la voluttà li lega insieme. Ma si tocchi, invece, l'Amore, come i santi, il vero, come in Aristotele, il bello come in Dante o in Bach, o in Giotto: allora il contatto viene stabilito e le anime comunicano». Così Jacques Maritain nel prezioso scritto "Arte e scolastica" poi analizzando le tre connotazioni caratteristiche del bello estetico, sottolineando che il bello, connaturale all'uomo, fatto di intelligenza e sensibilità, è caratterizzato dall' integrità (perché l'intelligenza ama l'essere); dalla proporzione ( perché l'intelligenza ama l'ordine e l'unità); dallo splendore (perché l'intelligenza ama la luce), per concludere «la bellezza è lo splendore della forma sulle parti proporzionate della materia, ciò vuol dire che essa è una folgorazione d'intelligenza su di una materia disposta intelligentemente».

"Arte scolastica", torna ora in libreria , in una nuova edizione con prefazione e nota bibliografica di Piero Viotto – mancato recentemente - con i tipi dell'editrice Morcelliana in collaborazione con la Fondazione Crocevia e il contributo di Auxilium (pp. 194, euro 21). Si tratta di uno dei più importanti studi sull'estetica di ispirazione tomista. Animato dall'intento di riattualizzarla, ebbe una irradiazione considerevole nell'ambiente degli artisti, dei filosofi e dei teologi, in quella temperie spiritualmente e culturalmente fecondissima e fermentante della Parigi degli anni Venti, tra le "sperimentazioni" di Jean Cocteau, l'arte di Henri Ghéon, di Francis Jammes e di Max Jacob, la pittura di Georges Rouault, quella di Gino Severini e l'avanguardia musicale di Erik Satie, di Arthur Lourié, di Francis Poulenc, di Georges Auric, di Darius Milhaud, di Igor Stravinskij. In un mondo così caleidoscopicamente "anarchico", le chiare distinzioni concettuali e il senso del mistero del soggetto umano nel suo "fare" artistico,propri dell'estetica che si riallaccia a san Tommaso – attraverso l'intelligenza vigorosa e la sensibilità artistica di Jacques Maritain, affinata dalla consuetudine con la delicata poesia religiosa di Raissa – stabiliscono un ordine profondo e organico, al di là delle artificiose "sistemazioni" ideologiche.

 

 


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Stelline