mercoledì 26 aprile 2017

TEATRO ELISEO: Paiato Donadoni Castellano, tre sfidanti sul palcoscenico-ring di Dürrenmatt

Teatro Eliseo

9 - 21 maggio 2017

Play Strindberg

di Friedrich Dürrenmatt

traduzione di Luciano Codignola

 

Con (interpreti e personaggi)

Maria Paiato                    Alice

Franco Castellano      Edgar

Maurizio Donadoni      Kurt

 

Scene Antonio Fiorentino

Costumi Andrea Viotti

luci di Luca Bronzo

Musiche Antonio Di Pofi

 

Regia Franco Però

 

Coproduzione Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia,

Artisti Riuniti e Mittelfest 16

Un incontro di pugilato in undici round.

Tre sfidanti, un inferno coniugale tra sorriso e amarezza

 

Friedrich Dürrenmatt si prende gioco di noi, della nostra vita famigliare, con tutte le armi che gli sono proprie, il sarcasmo, l'ironia che trascolora nel grottesco, il gusto del comico, ma anche la violenza del linguaggio. Lo fa prendendo uno dei più formidabili testi di Strindberg, Danza macabra, e lo riscrive dal quel grande costruttore di storie teatrali qual è.

Prende i tre protagonisti – il capitano, la moglie e il cugino/amante che ritorna – e li posiziona sotto le luci glaciali di un ring; seziona il testo strindberghiano e ne tira fuori undici round, intervallati dai gong – proprio come un incontro di boxe o di lotta – con la sola differenza che  i combattenti sono tre.

Tutta l'essenza del testo originale rimane - scrive Franco Però - ma Dürrenmatt ne esalta l'attualità, asciugando fin dove è possibile il linguaggio - già di per sé scarno - come in un continuo corpo a corpo, che solo il gong ferma per qualche istante, dando ai contendenti il tempo di un riposo per riprendere fiato e agli spettatori l'attimo di riflessione su quanto, nel round precedente, hanno visto. Sono immagini veloci come flash di una lotta famigliare in cui arriva all'improvviso il desiderato - da entrambi i coniugi - "straniero", che veste i panni del cugino e rimette in gioco rapporti e conflittualità.

Il riso e il pugno allo stomaco, il sorriso e l'amarezza si alternano continuamente su questo palcoscenico-ring, riportando davanti agli occhi dello spettatore gli angoli più nascosti di quel nucleo, amato od odiato, fondamentale – almeno fino ad oggi – delle nostre società: la famiglia.

 

Franco Però porta in scena Play Strindberg il testo di Friedrich Dürrenmatt dirigendovi nomi di rilievo, sia in ambito teatrale che cinematografico: Maria Paiato, Franco Castellano e Maurizio Donadoni. Il progetto produttivo del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia continua – dopo la produzione dello schnitzleriano Scandalo incentrato sulle dinamiche interne a una famiglia borghese – a focalizzare l'attenzione sul tema della famiglia, ricorrendo all'aiuto dei grandi "analisti" del teatro del Novecento, al loro sguardo lucido sulla realtà, alla loro capacità di presagire e di parlare anche al nostro tempo.
Play Strindberg nasce al Teatro di Basilea nel 1969, scritta dall'autore svizzero tedesco
proprio per quella messinscena (molto applaudita) e tratta dal capolavoro strindberghiano Danza macabra. La pièce – si racconta – viene creata perché Dürrenmatt, che era parte della direzione del teatro, era affascinato dalle possibilità interpretative che Strindberg aveva ideato per gli attori nel dramma originale, ma profondamente insoddisfatto delle traduzioni e degli adattamenti esistenti. Così affronta egli stesso quella materia: ed il risultato si rivela molto più di un adattamento.

«Il risultato – commenta infatti il traduttore Luciano Codignola – è un'opera drammatica unitaria, serrata, densa, coerente sul piano stilistico, perfettamente sviluppata come costruzione e di una modernità stupefacente. Al regista e agli interpreti Dürrenmatt ha fornito un pezzo di bravura, una struttura aperta dove possa esercitarsi il virtuosismo degli interpreti (…) Da questo testo, apparentemente così scarno, si può trarre uno spettacolo da togliere il fiato, qualcosa che in questi ultimi tempi s'era avuta solo con Chi ha paura di Virginia Woolf».

E di questo non può stupirsi chi conosce l'ampia e straordinaria produzione drammaturgica di Friedrich Dürrenmatt (da Romolo il grande a Un angelo scende a Babilonia, da La visita della vecchia signora a I fisici), a cui va aggiunta la notevole attività di scrittore di romanzi, racconti, saggi. Fu anche, addirittura, pittore. Nato nel 1921 a Berna, e morto a Neuchâtel nel 1990, Dürrenmatt si impone come uno dei maggiori interpreti della cultura moderna, che tratteggia e analizza nelle sue opere con sguardo rigoroso e razionalmente scettico, incline al paradosso e anche alla polemica. L'arma del grottesco, del sarcasmo virtuosisticamente manipolato gli serve per smascherare con un sorriso l'ipocrisia del suo tempo. Forte della lezione brechtiana e dell'espressionismo, nonché di una personale maestria nell'uso del linguaggio e delle strutture drammaturgiche affascina con una scrittura forte ed essenziale, allusiva e dal respiro universale. «Nel rappresentare il mondo, al quale mi sento esposto, come un labirinto – scriveva – tento di prenderne le distanze, di fare un passo indietro, di guardarlo negli occhi come un domatore guarda una bestia feroce. E questo mondo, come io lo percepisco, lo metto a confronto con un mondo contrapposto ad esso, e che io mi invento».

 

Durata: 1 ora e 30 minuti – atto unico


Teatro ELISEO

Da martedì 9 a domenica 21 maggio 2017

 

Orario spettacoli:

martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00

Primo sabato di programmazione doppio spettacolo ore 16.00 e ore 20.00

mercoledì e domenica ore 17.00  

Biglietteria tel. 06.83510216

Giorni e orari: lun. 13 - 19, da martedì a sab 10.00 - 19.00, dom 10 - 17

Via Nazionale 183 – 00184 Roma

Biglietteria on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it

Call center Vivaticket: 892234


Prezzi da 25 € a 40 €

Riduzioni e agevolazioni a norma di legge

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