lunedì 15 luglio 2019

MOSTRA LUIGI BOILLE - Casino dei Principi, Villa Torlonia - fino al 3 novembre 2019


 

Luigi Boille. Luoghi di luce, scrittura del silenzio: la prima grande antologica dell'artista al Casino dei Principi

 

La mostra, a cura di Claudia Terenzi e Bruno Aller,

racconta in ottanta opere il percorso artistico del maestro dal 1958 al 2015

 

Roma, Musei di Villa Torlonia - Casino dei Principi

21 giugno - 3 novembre 2019

Il Casino dei Principi di Villa Torlonia ospita fino al 3 novembre 2019 la mostra "Luigi Boille. Luoghi di luce, scrittura del silenzio. Opere 1958 – 2015", promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e a cura di Claudia Terenzi e Bruno Aller in collaborazione con l'Archivio Luigi Boille. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

La mostra è la prima grande antologica che Roma dedica all'artista in una sede istituzionale dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2015 e racconta, attraverso una selezione di circa ottanta opere, il percorso artistico del maestro dal 1958 al 2015.

Elemento distintivo della ricerca artistica di Luigi Boille, considerato uno dei grandi protagonisti dell'Informale, è il segno che, nel corso dei decenni, è stato oggetto di una continua evoluzione.

Dopo il diploma di pittura all'Accademia di Belle Arti e la laurea in Architettura a Roma, nel 1950 Boille si trasferisce a Parigi, dove entra in contatto con l'École de Paris. Sono gli anni in cui lavora le sue tele con la trementina, infiammandole con il gas, controllando colore ed effetti di superficie.

I contatti più importanti sono quelli che ha con i critici come Michel Tapié che lo inserisce nel gruppo dell'Art autre e Pierre Restany che parla di riconciliazione dell'intelligenza con il puro istinto nella pittura di Boille in quegli anni parigini. Alla fine degli anni Cinquanta si assiste a una breve ma evidente convergenza con la scuola di New York.

La mostra si apre con alcune delle opere realizzate proprio alla fine degli anni Cinquanta, sia quelle più direttamente segniche, sia quelle in cui il colore si espande, creando forti tensioni tra zone d'ombra e zone dominate dal colore.

Il percorso prosegue con una serie di opere su carta che vanno dal 1958 al 2015; mentre una sezione della mostra raccoglie i dipinti realizzati tra il 1964 e il 1966, periodo in cui su invito del curatore Lawrence Alloway, Boille rappresenta l'Italia al Guggenheim International Award di New York (1964), insieme a Capogrossi, Castellani e Fontana.

Il 1966 è l'anno in cui l'artista prende parte alla XXXIII Biennale di Venezia con cinque grandi opere esposte in mostra. Il percorso espositivo prosegue poi con le opere dal'72 al 2000 in una sala interamente dedicata al giallo, colore spesso utilizzato da Boille, in cui vibrazioni  e segni sottili rendono ancora più intensa la luminosità.

Segue una selezione di opere realizzate tra gli anni Settanta e Ottanta dove il segno si intensifica su una vasta gamma di colori, un segno sottile, quasi rarefatto in un continuum che invade la tela, e in altre il segno emerge in rilievo come materia nelle Centralità e nelle Tracce di luce, mentre, all'inizio degli anni '90, i segni diventano più spessi, più dinamici.

L'ultima sezione raccoglie le opere realizzate negli anni 1997-2015, in cui il segno si fa rarefatto e si staglia su ampie campiture di colore. In uno spazio indeterminato che vibra su un colore di fondo, un segno, ovvero una grafia, una scrittura surreale si accosta alla filosofia zen, a cui Boille, in varie fasi si è avvicinato, attratto dalla cultura giapponese, con un occhio particolare al gruppo Gutai.

Moltissime le mostre collettive e personali che sono state dedicate a Luigi Boille, le sue opere sono presenti nelle collezioni di alcuni grandi musei italiani e stranieri, tra cui la Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea Armando Pizzinato, Pordenone, la Galleria Civica d'Arte Moderna a Torino, la Galleria d'Arte Moderna Klovicevi dvori di Zagabria, Croazia, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, l'Hirshhorn Museum of Modern Art di Washington, il Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, il Museo di Roma a Palazzo Braschi, il Museo Novecento a Firenze, la Galleria Civica d'Arte Contemporanea a Termoli, Museo Epicentro, Gala di Barcellona (Messina), il MACRO, Museo di Arte Contemporanea a Roma e il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea "Giuseppe Perricone" a Trapani.

Per la mostra è stato realizzato un catalogo edito dall'Archivio Luigi Boille, che raccoglie i contributi critici di Claudia Terenzi, Bruno Aller e un testo che Lea Mattarella scrisse per una mostra che si tenne a Pordenone nel 2016.

 



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Stelline