martedì 5 novembre 2019

Giacomo Leopardi. Infinito Incanto - 9 novembre 2019 - 8 febbraio 2020 > Biblioteca Sormani, Milano



Giacomo Leopardi

Infinito Incanto

A cura di William Spaggiari

 

9 novembre 2019 - 8 febbraio 2020

Biblioteca Sormani

Scalone d'onore

Via Francesco Sforza 7, Milano


A duecento anni dalla composizione de L'Infinito, Milano rende omaggio a Giacomo Leopardi con una mostra e un ciclo di incontri che raccontano l'importanza della città di Milano nel percorso leopardiano e le considerazioni del poeta sulla società e sul vivere nella grande città, attraverso un Fondo leopardiano conservato alla Biblioteca Sormani affiancato da un ricco apparato iconografico.

Giacomo Leopardi. Infinito Incanto, questo il titolo della mostra che sarà inaugurata venerdì 8 novembre presso la Sala del Grechetto di Palazzo Sormani, sede della Biblioteca, e che sarà visitabile dal 9 novembre 2019 all'8 febbraio 2020. L'L'esposizione vuole celebrare Giacomo Leopardi e L'Infinito, una delle opere poetiche più alte della letteratura di tutti i tempi, che proprio a Milano trovò la sua prima veste tipografica sulla rivista Il Nuovo Ricoglitore, edita da Antonio Fortunato Stella. 
 
Curata da William Spaggiari, professore ordinario di Letteratura italiana dell'Università degli Studi di Milano, l'iniziativa offre l'occasione per promuovere e valorizzare un importante corpus di documenti, alcuni rari e mai esposti prima, di eterogenea provenienza posseduti dalla Biblioteca Sormani, noto come "Fondo Leopardiano", comprendente trascrizioni manoscritte, edizioni originali a stampa di opere del poeta recanatese e la saggistica più autorevole uscita nell'arco di due secoli. 
 
Attraverso l'analisi delle riflessioni di Giacomo Leopardi sui grandi centri urbani italiani presso cui ha soggiornato dopo l'abbandono del borgo natio, la mostra intende focalizzare l'attenzione sul significato della città nell'esperienza poetica e filosofica leopardiana, come spiega nella sua introduzione il curatore William Spaggiari: « In quegli stessi anni Leopardi affidava all'opera letteraria in verso e in prosa, ai carteggi con i familiari e gli amici, alle pagine segrete dello "Zibaldone" le riflessioni sulla fisionomia e i caratteri del cittadino civilmente consapevole, sulla "forma" reale (perché verificata nei fatti) degli agglomerati cittadini, o su ciò che questi ultimi avrebbero dovuto essere».


E proprio partendo dall'analisi dell'esperienza milanese, la mostra intende ricomporre la trama delle considerazioni del poeta sulla società e sul vivere nella grande città per ricondurla all'interno del complesso e infinito incanto del pensiero leopardiano. «La mostra consente di ripercorrere i momenti del breve, ma fondamentale rapporto di Leopardi con Milano..» - continua Spaggiari - «Se pure questa esperienza nella capitale del Regno Lombardo-Veneto si rivelò deludente per molti aspetti (basti per tutti l'incontro difficile con una delle figure egemoni della cultura del tempo come Vincenzo Monti), Leopardi fu allora a contatto con un centro editoriale di livello europeo, al quale già in passato si era rivolto con la certezza di avere a che fare con interlocutori competenti e fidati; e così sarebbe stato anche in seguito, tant'è che a Milano videro la luce molte sue opere (articoli, traduzioni, le "Operette morali", la doppia "Crestomazia", le "Rime" di Petrarca con ampio commento)».
 
È così che Milano, "città leopardiana", che ha lasciato una traccia profonda nella divulgazione delle opere del recanatese nel resto d'Italia, celebra uno di suoi ospiti illustri che, con Stendhal, Byron, Shelley, Balzac, Listz e molti altri, ha illuminato del suo pensiero l'ambiente vivace della "capitale morale" di primo Ottocento, pronta ad accogliere e a far propri i fermenti portati dal vento innovatore che spirava in Europa.

Il percorso espositivo è composto da edizioni a stampa e da manoscritti dalle raccolte della Biblioteca, da lettere autografe di Giacomo Leopardi all'editore Antonio Fortunato Stella provenienti dalla Biblioteca Nazionale Braidense, da una lettera di Pietro Brighenti, corrispondente bolognese del poeta e confidente segreto della Polizia Austriaca con il nome in codice di Luigi Morandini, proveniente dall'Archivio di Stato di Milano, nonché da un ricco apparato iconografico costituito da dipinti e da stampe che ritraggono luoghi, personaggi e momenti della Milano ottocentesca, provenienti dalla Civica Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli" del Castello Sforzesco, dalle Civiche Raccolte Storiche Palazzo Morando Costume Moda Immagine e Palazzo Moriggia Museo del Risorgimento e dalla Casa del Manzoni.

Una sezione della mostra, curata dall'Associazione Culturale Biblioteca Famiglia Meneghina Società del Giardino, propone una serie di traduzioni in milanese de L'Infinito realizzata da "I Poeti della Meneghina". Un omaggio al "sommo poeta" tributato dai custodi delle tradizioni culturali della città.

 Il 22 novembre alle ore 17,30 nella sala del Grechetto prenderà il via una rassegna di incontri volti ad approfondire i temi della mostra e a delineare il quadro più ampio entro cui si colloca l'esperienza biografica e poetica di Giacomo Leopardi. 

Catalogo Silvana Editoriale


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