Ai Bordi dell'Identità
Videoarte contemporanea dalla Fondazione Han Nefkens
Ideazione e cura di Giacomo Zaza
MAC
Museo d'Arte Contemporanea, Lissone (MB)
chiusura: 24 novembre 2019
Videoarte contemporanea dalla Fondazione Han Nefkens
Ideazione e cura di Giacomo Zaza
MAC
Museo d'Arte Contemporanea, Lissone (MB)
chiusura: 24 novembre 2019
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La mostra itinerante di videoarte Ai bordi dell'identità a cura di Giacomo Zaza, ha attraversato l'Italia da sud a nord in due tappe istituzionali, il Museo di Lecce e quello di Lissone. In cinque mesi (dal 20 giugno al 24 novembre 2019) il progetto ha attirato un importante numero di visite, il MUST di Lecce ha raggiunto il suo record di visitatori paganti con oltre 2000 biglietti venduti e circa 2500 ingressi totali. Al Mac di Lissone, dove l'accesso è gratuito, è già, a mostra ancora in corso, tra le più visitate degli ultimi anni.
La Fondazione Han Nefkens, che opera nell'ambito della videoarte dal 2016, sostiene, produce, promuove e colleziona esclusivamente opere di videoarte e, grazie al Premio de Producción de Video Arte Fundación Han Nefkens, lo fa senza porsi limiti geografici, operando in tutto il mondo.
La mostra è stata un'occasione unica per approfondire questo media dell'arte contemporanea attraverso un'attenta presentazione di artisti internazionali sia affermati che emergenti. Attraverso la fruizione delle opere di 15 artisti provenienti da ogni Paese - Occidente, Americhe, Africa, Asia e Medio Oriente - il visitatore ha percorso un vero e proprio viaggio intorno al mondo ed ha approfondito una tematica di grande attualità: l'identità e l'appartenenza intesi come valori culturali, sociali, di genere, politici ed economici. Moltissime sono state, infatti, anche le visite da parte di scolaresche e studenti.
L'ultima tappa in corso al Mac di Lissone (MB) chiuderà i battenti (almeno per il momento) il 24 novembre p.v., in attesa della presentazione del catalogo edito da Silvana Editoriale e con testo critico di Giacomo Zaza, che avverrà a Febbraio 2020 e sarà distribuito in Italia e all'estero.
Ai bordi dell'identità, Videoarte contemporanea dalla Fondazione Han Nefkens, è una mostra di opere video ideata e curata da Giacomo Zaza per il MAC, Museo d'Arte Contemporanea di Lissone (MB) aperta fino al 24 novembre 2019 ed esposta in anteprima al MUST – Museo Storico della città di Lecce (dal 20 giugno all'8 settembre 2019).
La mostra presenta opere che affrontano il tema dell'identità interculturale. Questioni sociali, etniche e di genere invitano a una riflessione che pone l'essere umano al centro dei processi di trasformazione in atto nel mondo contemporaneo. Le opere sono selezionate dalla collezione della Fondazione Han Nefkens di Barcellona e dal Premio de Producción de Video Arte Fundación Han Nefkens – CAC Quito 2018.
La Fondazione Han Nefkens, che opera nell'ambito della videoarte dal 2016, sostiene, produce, promuove e colleziona esclusivamente opere di videoarte e, grazie al Premio de Producción de Video Arte Fundación Han Nefkens, lo fa senza porsi limiti geografici, operando in tutto il mondo.
La mostra è stata un'occasione unica per approfondire questo media dell'arte contemporanea attraverso un'attenta presentazione di artisti internazionali sia affermati che emergenti. Attraverso la fruizione delle opere di 15 artisti provenienti da ogni Paese - Occidente, Americhe, Africa, Asia e Medio Oriente - il visitatore ha percorso un vero e proprio viaggio intorno al mondo ed ha approfondito una tematica di grande attualità: l'identità e l'appartenenza intesi come valori culturali, sociali, di genere, politici ed economici. Moltissime sono state, infatti, anche le visite da parte di scolaresche e studenti.
L'ultima tappa in corso al Mac di Lissone (MB) chiuderà i battenti (almeno per il momento) il 24 novembre p.v., in attesa della presentazione del catalogo edito da Silvana Editoriale e con testo critico di Giacomo Zaza, che avverrà a Febbraio 2020 e sarà distribuito in Italia e all'estero.
Ai bordi dell'identità, Videoarte contemporanea dalla Fondazione Han Nefkens, è una mostra di opere video ideata e curata da Giacomo Zaza per il MAC, Museo d'Arte Contemporanea di Lissone (MB) aperta fino al 24 novembre 2019 ed esposta in anteprima al MUST – Museo Storico della città di Lecce (dal 20 giugno all'8 settembre 2019).
La mostra presenta opere che affrontano il tema dell'identità interculturale. Questioni sociali, etniche e di genere invitano a una riflessione che pone l'essere umano al centro dei processi di trasformazione in atto nel mondo contemporaneo. Le opere sono selezionate dalla collezione della Fondazione Han Nefkens di Barcellona e dal Premio de Producción de Video Arte Fundación Han Nefkens – CAC Quito 2018.
Ai Bordi dell'Identità è un evento espositivo che testimonia quanto la ricerca artistica contemporanea sia coinvolta nel dibattito culturale e sociale riguardante le condizioni dell'esistenza nel mondo globalizzato. Gli artisti coinvolti presentano riflessioni da punti di vista personali e culturali talvolta molto distanti tra loro, con strategie narrative ed espressive dissimili e variegate. Da questo excursus di video-racconti si ricava l'urgenza di porre l'essere umano al centro di un'indagine che coinvolge i processi d'identificazione e di appartenenza, d'individuazione delle differenze, di riconoscimento dell'alterità. Essere ai bordi, come suggerisce il titolo della collettiva, allude a quella condizione di fluidità in cui la definizione individuale si realizza attraverso rapporti di confronto e negoziazione con il prossimo o il diverso. I video in mostra indicano, in una prospettiva positivistica, la direzione dell'interculturalità come matrice costruttiva del percorso di emancipazione dell'uomo, percorso perennemente in divenire.
La tematica dell'oppressione delle donne nei territori di guerra dell'ISIS è affrontata con sguardo documentaristico dal video di Erkan Özgen (Derik, Turchia, 1971) Purple Muslin (2018). Shirin Neshat (Qazvin, Iran, 1957) in Tooba (2002) propone, attraverso l'allegoria di un albero, la risoluzione delle tensioni tra uomini e donne grazie alla dimensione trascendente e spirituale. Maya Watanabe (Lima, Perù, 1983) nel video Liminal (2019) si sofferma sui genocidi avvenuti in Perù, occupandosi del lutto non solo come dolore personale, ma anche come esperienza della collettività. Arash Nassiri (Teheran, 1986) in Tehran-geles (2014) ci palesa, sovrapponendo in maniera surreale le città di Teheran e Los Angeles, le urgenze che muovono migliaia di persone alla migrazione. Sempre sulle dinamiche migratorie si soffermano Ramin Haerizadeh (Tehran, 1975), Rokni Haerizadeh (Tehran, 1978), Hesam Rahmanian (Knoxville, 1980) con From Sea to Dawn (2016-2017); il video è un collage di immagini tratte dai media e rielaborate con interventi pittorici che rimanda all'odissea del viaggio. Bárbara Sánchez Barroso (Lleida, Spagna, 1987) in Paradise (2017) sovrappone le registrazioni vocali di un migrante ad immagini dalla valenza simbolica: l'uomo è disposto a pagare con la perdita delle proprie certezze valoriali in favore della speranza di una libertà individuale. Il tema della libertà è affrontato anche da Zwelethu Mthethwa (Durban, Sudafrica, 1960) in Flex (2002) attraverso la metafora dello sforzo e della fisicità, mentre l'utopia comunista sovietica è l'argomento del video intimo e biografico Disappearance of a Tribe (2005) di Deimantas Narkevičius (Utena, Lituania, 1964). Questioni sociali sono i soggetti dei lavori di Araya Rasdjarmrearnsook (Trad, Thailandia, 1957) Village Kid Singing (2004), sulla condizione della sieropositività in Thailandia, e di Gabriel Mascaro (Recife, Brasile, 1983) EBB AND FLOW (A Onda Trás o Vento Leva) (2012), sulla disabilità fisica nella società brasiliana.
Un approfondimento della videoarte latinoamericana è proposto da una selezione di opere tratte dall'edizione 2018 del Premio de Producción de Video Arte Fundación Han Nefkens - CAC Quito 2018. Cinque artisti di nazionalità o di origine latinoamericana testimoniano la vivacità di questo background culturale. Adrián Balseca (Quito, Ecuador, 1989) in Mar Cerrado (2016) costruisce una riflessione sullo sfruttamento delle risorse estrattive comparandole alle icone patriottiche e monumentali dell'Ecuador. Javier Castro (La Habana, Cuba, 1984) con La Edad de Oro (2012) smonta la retorica dell'universalità dei valori umani riportando le fantasiose e ingenue risposte dei bambini cubani alla domanda su cosa vorrebbero fare da grandi.Anche Jonathas de Andrade (Maceió, Alagoas, Brasile, 1982) interviene sui cambiamenti dei valori sociali condivisi, nel video O Levante (2014) l'artista organizza una corsa di cavalli a scopi cinematografici per aggirare il divieto imposto nella città di Racife di far circolare animali rurali. D'impatto autoreferenziale è il lavoro di Luis Gómez Armenteros (La Habana, Cuba, 1968), in Life from the Spinning Washing Machine (2012) una sequenza stop-motion di immagini del proprio volto creano una alterazione visionaria in cui la distinzione tra finzione e realtà diviene impercettibile. Beatriz Santiago Muñoz (San Juan, Porto Rico, 1972) in Otros Usos (2014) analizza gli effetti del postcolonialismo sul paesaggio dei territori caraibici.
La tematica dell'oppressione delle donne nei territori di guerra dell'ISIS è affrontata con sguardo documentaristico dal video di Erkan Özgen (Derik, Turchia, 1971) Purple Muslin (2018). Shirin Neshat (Qazvin, Iran, 1957) in Tooba (2002) propone, attraverso l'allegoria di un albero, la risoluzione delle tensioni tra uomini e donne grazie alla dimensione trascendente e spirituale. Maya Watanabe (Lima, Perù, 1983) nel video Liminal (2019) si sofferma sui genocidi avvenuti in Perù, occupandosi del lutto non solo come dolore personale, ma anche come esperienza della collettività. Arash Nassiri (Teheran, 1986) in Tehran-geles (2014) ci palesa, sovrapponendo in maniera surreale le città di Teheran e Los Angeles, le urgenze che muovono migliaia di persone alla migrazione. Sempre sulle dinamiche migratorie si soffermano Ramin Haerizadeh (Tehran, 1975), Rokni Haerizadeh (Tehran, 1978), Hesam Rahmanian (Knoxville, 1980) con From Sea to Dawn (2016-2017); il video è un collage di immagini tratte dai media e rielaborate con interventi pittorici che rimanda all'odissea del viaggio. Bárbara Sánchez Barroso (Lleida, Spagna, 1987) in Paradise (2017) sovrappone le registrazioni vocali di un migrante ad immagini dalla valenza simbolica: l'uomo è disposto a pagare con la perdita delle proprie certezze valoriali in favore della speranza di una libertà individuale. Il tema della libertà è affrontato anche da Zwelethu Mthethwa (Durban, Sudafrica, 1960) in Flex (2002) attraverso la metafora dello sforzo e della fisicità, mentre l'utopia comunista sovietica è l'argomento del video intimo e biografico Disappearance of a Tribe (2005) di Deimantas Narkevičius (Utena, Lituania, 1964). Questioni sociali sono i soggetti dei lavori di Araya Rasdjarmrearnsook (Trad, Thailandia, 1957) Village Kid Singing (2004), sulla condizione della sieropositività in Thailandia, e di Gabriel Mascaro (Recife, Brasile, 1983) EBB AND FLOW (A Onda Trás o Vento Leva) (2012), sulla disabilità fisica nella società brasiliana.
Un approfondimento della videoarte latinoamericana è proposto da una selezione di opere tratte dall'edizione 2018 del Premio de Producción de Video Arte Fundación Han Nefkens - CAC Quito 2018. Cinque artisti di nazionalità o di origine latinoamericana testimoniano la vivacità di questo background culturale. Adrián Balseca (Quito, Ecuador, 1989) in Mar Cerrado (2016) costruisce una riflessione sullo sfruttamento delle risorse estrattive comparandole alle icone patriottiche e monumentali dell'Ecuador. Javier Castro (La Habana, Cuba, 1984) con La Edad de Oro (2012) smonta la retorica dell'universalità dei valori umani riportando le fantasiose e ingenue risposte dei bambini cubani alla domanda su cosa vorrebbero fare da grandi.Anche Jonathas de Andrade (Maceió, Alagoas, Brasile, 1982) interviene sui cambiamenti dei valori sociali condivisi, nel video O Levante (2014) l'artista organizza una corsa di cavalli a scopi cinematografici per aggirare il divieto imposto nella città di Racife di far circolare animali rurali. D'impatto autoreferenziale è il lavoro di Luis Gómez Armenteros (La Habana, Cuba, 1968), in Life from the Spinning Washing Machine (2012) una sequenza stop-motion di immagini del proprio volto creano una alterazione visionaria in cui la distinzione tra finzione e realtà diviene impercettibile. Beatriz Santiago Muñoz (San Juan, Porto Rico, 1972) in Otros Usos (2014) analizza gli effetti del postcolonialismo sul paesaggio dei territori caraibici.
Ai bordi dell'identità
Videoarte contemporanea dalla Fondazione Han Nefkens
Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh, Hesam Rahmanian / Gabriel Mascaro / Zwelethu Mthethwa / Deimantas Narkevičius / Arash Nassiri / Shirin Neshat / Erkan Özgen / Araya Rasdjarmrearnsook / Bárbara Sánchez Barroso / Maya Watanabe
Adrián Balseca / Javier Castro / Jonathas de Andrade / Luis Gómez Armenteros / Beatriz Santiago Muñoz
Ideazione e cura di Giacomo Zaza
Progetto realizzato per il Museo MAC di Lissone, in collaborazione con il MUST di Lecce, grazie al sostegno di UBI Banca.
MAC
museo d'arte contemporanea di Lissone
Città di Lissone
Chiusura: 24 novembre 2019
viale Elisa Ancona 6
20851 Lissone - MB
www.museolissone.it
museo@comune.lissone.mb.it
+39 039 7397368 / +39 039 2145174
orari d'apertura:
mercoledì e venerdì, 10:00 - 13:00
giovedì, 16:00 - 23:00
sabato e domenica, 10:00 - 12:00 / 15:00 - 19:00
Giorni di chiusura: lunedì e martedì
Ingresso gratuito
Tariffe per visite guidate:
Videoarte contemporanea dalla Fondazione Han Nefkens
Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh, Hesam Rahmanian / Gabriel Mascaro / Zwelethu Mthethwa / Deimantas Narkevičius / Arash Nassiri / Shirin Neshat / Erkan Özgen / Araya Rasdjarmrearnsook / Bárbara Sánchez Barroso / Maya Watanabe
Adrián Balseca / Javier Castro / Jonathas de Andrade / Luis Gómez Armenteros / Beatriz Santiago Muñoz
Ideazione e cura di Giacomo Zaza
Progetto realizzato per il Museo MAC di Lissone, in collaborazione con il MUST di Lecce, grazie al sostegno di UBI Banca.
MAC
museo d'arte contemporanea di Lissone
Città di Lissone
Chiusura: 24 novembre 2019
viale Elisa Ancona 6
20851 Lissone - MB
www.museolissone.it
museo@comune.lissone.mb.it
+39 039 7397368 / +39 039 2145174
orari d'apertura:
mercoledì e venerdì, 10:00 - 13:00
giovedì, 16:00 - 23:00
sabato e domenica, 10:00 - 12:00 / 15:00 - 19:00
Giorni di chiusura: lunedì e martedì
Ingresso gratuito
Tariffe per visite guidate:
- Gruppi scolastici: € 3,00 a persona
- Gruppi organizzati (min. 13 max. 25 persone): € 5,00 a persona
- Visite guidate individuali: € 8,00 a persona
Partner: Han Nefkens Foundation
www.hnfoundation.com
Catalogo edito da Silvana Editoriale
100 pagine, colori e bianco nero, formato 18x24 cm, testi in italiano e inglese
Con una intervista a Han Nefkens e un saggio di Giacomo Zaza
www.silvanaeditoriale.it
www.hnfoundation.com
Catalogo edito da Silvana Editoriale
100 pagine, colori e bianco nero, formato 18x24 cm, testi in italiano e inglese
Con una intervista a Han Nefkens e un saggio di Giacomo Zaza
www.silvanaeditoriale.it
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