24-26 gennaio 2020
Magazzini Romagnoli, via Emilio Zago 3, Bologna
PARATISSIMA BOLOGNA ART FAIR
Uomini di pane a grandezza naturale, giganti meccanici dalle fattezze umane, sindoni vegetali che hanno assorbito l'acqua alta di Venezia, sacchetti-nuvole da cui piovono fiori, farfalle e volti di plastica: con l'esordio, nell'inedito e suggestivo Spazio Cattedrale dei Magazzini Romagnoli, del nuovo progetto espositivo Think BIG dedicato a grandi opere d'arte non solo per forma ma anche per contenuti e messaggi, Paratissima torna a Bologna per la terza edizione in programma da venerdì 24 a domenica 26 gennaio, in concomitanza con Arte Fiera e l'art week bolognese.
La fiera internazionale degli artisti indipendenti ospita nei 1.000 metri quadrati rinnovati degli ex Magazzini industriali Romagnoli, le opere di 91 artisti, tra cui 12 stranieri, provenienti da Cina, Stati Uniti, Corea, Francia, Spagna, Israele, Albania, Ucrania, Gran Bretagna. NEEDS è il concept dell'evento, un progetto espositivo collettivo che propone un'indagine artistico-sociale sui bisogni primari (e non) della società contemporanea. Tra le novità di questa edizione, Think BIG, che porterà 4 installazioni fuori misura realizzate da 4 artisti – Labadanzky, Matteo Lucca, Gaia Bellini, Filomena Guzzo – e il bookshop a cura di Fruit Exhibition, la fiera di pubblicazioni d'arte di Bologna organizzata dall'associazione culturale Crudo.
Paratissima Bologna è organizzata da PRS. La direzione artistica è di Francesca Canfora.
Thing BIG
Think BIG è il progetto espositivo curato da Francesca Canfora e Laura Tota dedicato a grandi opere d'arte, non solo per forma ma anche per contenuti e messaggi. Pensare in grande è necessario per evocare visioni inaspettate, suggerire nuove prospettive ed esplorare strade sconosciute. Quattro le installazioni "oversize" selezionate di 4 artisti su 25 candidature pervenute: Labadanzky, Matteo Lucca, Gaia Bellini, Filomena Guzzo.
Labadanzky è un artista contemporaneo italiano, specializzato in installazioni urbane monumentali realizzate a partire da materiali già "digeriti" dal normale processo di produzione e consumo (vecchi elettrodomestici, tecnologia obsoleta, imballaggi, ecc…) attivo dal 2015 nelle principali piazze e città internazionali attraverso incursioni fulminee tipiche della street art. "La Storia delle Cose" è un'installazione urbana dalle fattezze antropomorfe che mima le sembianze di un ipotetico prodigio tecnologico, ipersofisticato e futuristico, dall'aspetto tanto amichevole quanto improbabile, ormai però decadente e soggetto all'inesorabile effetto dell'entropia, come denuncia del degrado, del consumismo e del controllo tecnologico delle vite.
Matteo Lucca è nato a Forlì, dove vive e lavora, ma si è formato all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Il su percorso è fin dall'inizio incentrato sulla scultura: nel 2016 espone per la prima volta i suoi "Uomini di Pane", sculture in pane cotte all'interno di stampi in terracotta. La sua ricerca nasce da una riflessione sul darsi all'altro come nutrimento. Dare forma umana al pane significa raccontare l'essere umano attraverso l'insieme di significati, storie e culture di cui il pane si è caricato nel tempo. L'artista ricostruisce e ripercorre a Paratissima Bologna il processo creativo che porta alla realizzazione delle figure di pane, ricreando lo scenario nel quale prendono forma, con il forno composto da bidoni, mattoni e lamiera e l'accatastamento di stampi in terracotta, oltre al gruppo di figure di pane, maschili e femminili, a grandezza reale.
Gaia Bellini nasce a Bardolino, tra le colline del Lago di Garda. Studia acquerello in bottega, va in Sud America dove studia la materia del colore che scaturisce dal mondo vegetale, torna in Italia e si laurea all'Accademia di Belle Altri di Venezia, approfondendo lo studio di piante tintorie e stampa vegetale per dare vita ad opere d'arte su tele di cotone stampate che diventano la sua cifra stilistica. "Sindoni vegetali. Ironia della sorte" è una ricerca personale sul concetto di pelle: le sindoni vegetali sono superfici in divenire sulle quali la tela ha assorbito il colore naturalmente contenuto nei semi che hanno vegetato avvolti al suo interno per nove mesi; l'ironia della sorte sono due linee fini ed orizzontali, linee isoelettriche marine, artificiali e vere nel processo di vita dell'opera, che hanno assorbito l'acqua alta di Venezia.
Filomena Guzzo è una designer. La sua opera "No es mi culpa!" parte dalla consapevolezza che la plastica è nell'aria che respiriamo e vuole suggerire una riflessione sulla direzione che la società dei consumi ha intrapreso e sulla mancanza di rispetto per le risorse naturali. Da sacchetti-nuvole piove plastica, trasformata in fiori, farfalle, corpi e anime. La trasformazione e il riuso trasformano ciò che è effimero in qualcosa di bello.
NEEDS
NEEDS è il concept dell'evento, un progetto espositivo collettivo che propone un'indagine artistico-sociale sui bisogni primari (e non) della società contemporanea. All You Need Is Love intonavano i Beatles nel 1967, momento storico in cui finalmente si è iniziato a riconoscere un valore di necessità universale all'amore e alla pace. Se fino a un certo punto i bisogni umani si limitavano a uno stadio di semplice sussistenza – i cosiddetti bisogni elementari e fisiologici - il progresso e l'evoluzione della civiltà hanno fatto emergere altre esigenze. Soddisfatte le necessità primarie, ne sorgono infatti automaticamente altre, materiali o immateriali, personali o universali, con cui l'uomo ha imparato nel tempo a confrontarsi. In psicologia la prima vera e propria teoria è stata elaborata nel 1954 da Abraham Maslow, che identificò bisogni e metabisogni, specificando come i primi siano "mancanze" e seguano le leggi dell'organismo, mentre i secondi costituiscano spinte verso la crescita e l'evoluzione. Epoca storica, progresso e appartenenza culturale o geografica da sempre influenzano e modificano la gerarchia delle presunte priorità umane, tanto da riscontrare significative dissonanze in luoghi differenti in uno stesso periodo. Dal 1950 in poi, se consideriamo ogni decennio rispetto al precedente e in relazione al progresso tecnologico, sono comparse esigenze assolutamente nuove e, d'altro canto, basta poco perché a volte il bisogno travalichi il campo della stretta necessità, sconfinando nel vizio, nell'avidità o nelle manie ossessive. Uguaglianza, amore, solitudine, ricchezza, fama, bellezza, conoscenza, memoria e tradizione, arte, cultura e autoaffermazione, sono solo alcuni esempi. Dal particolare all'universale, ogni individuo tende a riconoscere un valore a cose diverse, che in un quadro complessivo e più generale diventano specchio del presente e della società contemporanea.
A ogni artista è stato chiesto di individuare e dichiarare, attraverso dei tag, i bisogni o la necessità sottese alle opere esposte: queste possono essere ritenute indispensabili o all'opposto fittizie o esecrabili. Tra i bisogni primari spicca in modo particolare il cibo. I "Tort&Lino" di Foreli Studio partono da un prodotto di consumo tipico della cucina emiliana, ma così ingigantiti e con cromie vivaci si pongono l'obiettivo di rappresentare un metabisogno, tra arte e curiosità, con una vena d'ironia e di stupore. "Be SmartEat" di Katarina Panic vuole risvegliare la coscienza sulla nutrizione funzionale attraverso 6 foto che in maniera cruda, per colpire l'immaginario, collegano due aspetti primari della vita, il cibo e il sesso. Due, invece, i progetti di tipo performativo che chiamano in causa l'essere e l'arte. Uno spazio confinato accoglie la performance dell'attrice Diana Dell'Erba "Lodatorio". Due cilindri tangenti rappresentano la serotonina, l'ormone del buonumore: nel pentagono si trova la performer, nell'esagono entrano i visitatori, iniziando così un'interazione, tra osservato e osservatore, sul tema dell'esistenza e del rispetto dello spazio personale. #Poesiaespressa di Luca Gamberini è la proposizione istantanea di una poesia scritta con una Olivetti Lettera22. Gli spettatori si accomodano di fronte al poeta che compone una poesia immediata, dedicata o meno alla persona che si trova di fronte. La poesia viene consegnata e si ha così la possibilità di portare a casa un pezzo di opera, tuttavia la performance può continuare senza problemi a dimostrazione che anche cedendo porzioni d'arte quest'ultima può sopravvivere a se stessa. "Machina Imaginis", infine, invita gli spettatori a toccare l'opera e a premere ogni singolo pulsante per interagire con le macchine per l'immaginazione create dall'artista svizzero Jonathan Owadja con Marie Malou (musica) e Marcel Siegwart.
PARATISSIMA
Nata a Torino nel 2005 come manifestazione off di Artissima, fiera internazionale di arte contemporanea, Paratissima è diventata in pochi anni uno degli eventi di riferimento nel panorama artistico a livello nazionale. Precursore di una tendenza ormai diffusa, Paratissima, fin dalla sua prima edizione, ribalta il modello tradizionale di "fiera d'arte" lasciando spazio agli artisti, emergenti ma non solo, che hanno la possibilità di mostrare e promuovere il proprio lavoro in modo indipendente e alle gallerie d'arte che condividono lo spirito della manifestazione. Nel 2018 Paratissima approda per la prima volta a Bologna - in concomitanza con Artefiera e l'art week bolognese, nella sede IAAD, l'Istituto d'Arte Applicata e Design e nel 2019 si sposta nella suggestiva cornice dei Magazzini Romagnoli, un ex magazzino industriale che rinasce come contenitore artistico-culturale.
Info
Paratissima
Via Emilio Zago 3, Bologna
Orari
Venerdì 24 e sabato 25 gennaio: 15-24
Domenica 26 gennaio: 10-20
Biglietti
Ingresso 5 euro – Ridotto 4 euro (Card Musei Bologna)
Minori di 14 anni free
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Stelline