Parco della Favorita, Palermo.
Due sorelle finiscono al centro di una tenaglia terribile: da una parte c'è la mafia, dall'altra lo Stato. La mafia le perseguita, lo Stato non le considera vittime.
La sordità delle istituzioni si trasforma in vessazione.
Due sorelle finiscono al centro di una tenaglia terribile: da una parte c'è la mafia, dall'altra lo Stato. La mafia le perseguita, lo Stato non le considera vittime.
La sordità delle istituzioni si trasforma in vessazione.
Pif, Marco Lillo
Io posso
Due donne sole contro la mafia
Feltrinelli, 2021
In libreria dal 27 maggio
Io posso
Due donne sole contro la mafia
Feltrinelli, 2021
In libreria dal 27 maggio
Pif e Marco Lillo raccontano una storia fortissima, simbolo della grande ferita irrisolta dell'Italia: da una parte abbiamo due casette distrutte, dall'altra un palazzo di otto piani. Secondo voi dov'è la mafia? E dove lo Stato?
Nel 1990 le sorelle Rosa e Savina Pilliu, quarant'anni, ereditano due casette dal padre, di due piani ciascuna, davanti all'entrata del Parco della Favorita, a Palermo. Un giorno un costruttore mafioso, Pietro Lo Sicco, va dal notaio e si dichiara proprietario di tutta un'area vicino al parco, compresa la zona dove si trovano le due casette. Chiede ai proprietari di tutte le vecchie case di vendergliele a un prezzo inferiore a quello di mercato. Le uniche a opporsi sono le sorelle Pilliu. Intanto, Lo Sicco corrompe l'assessore dei Lavori pubblici e, a pochi metri dalle casette delle Pilliu, riesce a costruire un palazzo di otto piani che le rende inagibili. Passano gli anni e questo edificio diventa un nascondiglio di latitanti. Sembra che la 126 di via D'Amelio sia partita da quel palazzo.
Dopo trent'anni di processo – durante i quali vengono indagate, processate e poi assolte, subiscono minacce, e ricevono corone di fiori, vengono ricollocate in un palazzo abitato da mafiosi –, finalmente, le due sorelle vincono la causa. Ma non è finita. Le Pilliu non riceveranno mai alcun risarcimento, perché l'edificio ormai è stato ceduto a dei fondi di investimento. Tramite dei prestanome, poi, la più grossa famiglia di spacciatori di droga di Palermo sta comprando l'attico e il super attico a prezzi stracciati. L'Agenzia delle entrate spedisce una lettera alle sorelle e chiede una percentuale dell'importo, in teoria, risarcito. Lo dovrebbe pagare Lo Sicco, che però è fallito, quindi lo Stato si rifà su di loro. E poi, il Fondo per le vittime di mafia non accetta la domanda delle Pilliu, perché le due sorelle non sono state vittime della mafia.
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Stelline