MATTARELLA A BRESCIA DOMANI 18 MAGGIO VISITERà LA VITTORIA ALATA. ANCHE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SI AGGIUNGE ALLA SERIE
DEI VISITATORI ILLUSTRI CHE LUNGO DUE SECOLI HANNO RESO OMAGGIO ALLA STATUA EMBLEMA DI BRESCIA. UN CAPOLAVORO LA
CUI STORIA E FORTUNA è ORA RACCONTATA IN UN LIBRO DI MARCO RONCALLI: "VITTORIA D'AUTORE" EDITO DA SCHOLé - MORCELLIANA
Si terrà domani la visita del presidente della repubblica Sergio Mattarella a Brescia. Nella giornata visiterà anche l'area archeologica e dei Musei Civici,in particolare per ammirare la "Vittoria alata", da poco restaurata. La sua è solo l'ultima visita di una serie di personalità illustri raccontate nel volume "Vittoria d'autore. Gli scrittori e la dea alata" di Marco Roncalli (pp. 256, € 20, appena pubblicato da Scholé Morcelliana), dove si trovano testimonianze di scrittori, ma anche pensatori, musicisti, poeti - da Rosmini a Tommaseo, da Liszt a Freud, da Carducci a D'Annunzio, da Henry James a Edith Wharton, da ecc. - come pure imperatori, principesse, re , da Napoleone III a Francesco Giuseppe, da Sissi a Margaret d'Inghilterra, a Vittorio Emanuele II, tutti ammaliati dalla celeberrima statua della Brixia Romana.
Dalla quarta di copertina del libro
Quasi due secoli fa – nel cuore antico di Brescia – dove affioravano i resti di una provincia imperiale ricca di ferro, sull'onda di una nuova attenzione per le antichità, veniva alla luce la Vittoria Alata: era la sera del 20 luglio 1826. Da allora la statua divenne meta di generazioni di viaggiatori colti o curiosi turisti, mentre continuavano a sovrapporsi ipotesi e interpretazioni sulla sua datazione, la provenienza, il significato, le differenze con le "sorelle", alate e non. Questo libro racconta lo stupore di quanti hanno recato il loro omaggio alla Nike bresciana, prodigio di potenza e di grazia; riflettendo al contempo sull'evoluzione di una città e di un Paese che della Vittoria Alata si sono appropriati in più modi: mito caro alle istanze risorgimentali, elemento fondante dell'identità nazionale, emblema patriottico nel periodo bellico, sino alle distorsioni nella retorica del Ventennio. Il ruolo simbolico di una statua che persiste nel tempo: la dea tornata a vivere dal buio, poi a vincere e volare.
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Stelline