17 spettacoli, concerti e proiezioni, 11 incontri e dibattiti, 3 mostre, oltre 100 ospiti e 500 persone che hanno partecipato sabato sera alla Cena delle Cittadinanze, 60 persone coinvolte tra staff e volontari: questi sono i numeri che raccontano la terza edizione del Festival delle Migrazioni, che si è tenuta a Torino dal 21 al 26 settembre 2021 nelle sedi di San Pietro in Vincoli, Scuola Holden, Ufficio Pastorale Migranti e Polo del '900.
Partendo dall'attualità, nel corso della sei giorni sono stati indagati numerosi temi legati alla migrazione: dal clima agli sbarchi, dal lavoro al cibo, senza mai perdere di vista come il fenomeno migratorio, contrariamente alla narrazione più comune, sia un fenomeno non recente, ma che è sempre esistito. Le voci di coloro che hanno vissuto in prima persona l'esperienza della migrazione sono state al centro di talk come "Per un lavoro accogliente", "Donne che cucinano la vita", "Culture, Music, Integration" (con la rapper afrodiscendente Awa) e "Braccianti a Saluzzo". Ma anche di spettacoli teatrali, portando la loro testimonianza in scena, come nel caso dell'attore Shi Yang Shi nell'autobiografico Arle-Chino, traduttore-traditore di due padroni o dell'attrice e danzatrice Bintou Ouattara in Kanu, una narrazione con musica dal vivo. Il concerto di chiusura dell'intera manifestazione è stato affidato alla soprano Fé Avouglan, un percorso di migrazione attraverso lirica, canzoni tradizioni, jazz e pop.
Commentano gli ideatori del Festival delle Migrazioni, organizzato dalle compagnie A.C.T.I. Teatri Indipendenti, AlmaTeatro e Tedacà: "È stata un'edizione caratterizzata da grande partecipazione, dal desiderio di rincontrarsi e tornare a riflettere su temi, problematiche, prospettive e possibilità che l'emergenza pandemica ha acuito. Genere, flussi, rotte, lavoro, cambiamento climatico, giovani, opportunità le linee di riflessione che sono state percorse. Ancora una volta il festival ha dimostrato quanto siano essenziali spazi reali di riflessione sul tema migrazioni, quanto siano necessarie diverse narrazioni che vadano al cuore dei problemi e delle possibilità scevro da strumentalizzazioni e approcci ideologici. Il bellissimo colpo d'occhio della cena delle cittadinanze ci dimostra che un punto di incontro è possibile. E di quel colpo d'occhio dopo questi due anni faticosi come forse non mai, ne avevamo proprio bisogno".
L'appuntamento con la IV edizione è previsto per settembre 2022.
Il Festival delle Migrazioni è ideato dalle Compagnie torinesi A.C.T.I. Teatri Indipendenti, AlmaTeatro e Tedacà, con Fondazione Compagnia di San Paolo come maggior sostenitore, il sostegno di TAP – Torino Arti Performative e con il patrocinio della Città di Torino, Città Metropolitana, Circoscrizione 7, Ordine Assistenti Sociali.
Hanno collaborato con il Festival delle Migrazioni 2021: 20! di Talk, ARTatSEA, Articolo 21, Associazione Stampa Subalpina, Balon Mundial, Coldiretti, Emergency, Fertili Terreni Teatro, Fondazione Nocentini, Il Mutamento Zona Castalia, La Riforma, LabPerm, Libreria Il Ponte sulla Dora, Lingua Madre, Lovers Film Festival, Polo del '900, Polski kot, Quore, Radio Beckwith Evangelica, Salvacibo di Eco dalle Città, San Pietro in Vincoli Zona Teatro, Scuola Holden, Sovietniko, Torino Pride, Torino Spiritualità, Ufficio Pastorale Migranti e molte altre realtà che si occupano di migrazione sul territorio.
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Il Festival delle Migrazioni, nato dall'esperienza de La foresta che cresce (progetto Migrarti / Mibact) è ideato e organizzato da Acti Teatri Indipendenti, AlmaTeatro e Tedacà. Le due precedenti edizioni si sono svolte a Torino nel 2018 e 2019 con un programma di appuntamenti di teatro, arte, letteratura, incontri e momenti di convivialità dedicati al tema delle migrazioni.
Il Festival delle Migrazioni è un invito collettivo a incontrarsi per riflettere sulle resistenze culturali, sulla convivenza, sul concetto di comunità e accoglienza, che vede in dialogo la popolazione italiana autoctona, le persone di diverse provenienze che da anni sono residenti qui, le seconde e terze generazioni, chi da poco è arrivato in Italia, i migranti, intesi come soggetti attivi del nostro territorio e non oggetti da studiare o raccontare. Allo stesso tempo il festival dedica spazi di approfondimento ai molteplici aspetti che riguardano le migrazioni anche da un punto di vista giornalistico o accademico, mettendo in dialogo docenti, giornalisti e addetti ai lavori.
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Stelline