martedì 10 giugno 2025

Libro - Il nuovo nucleare di Stefano Buono e Antonio Ereditato (Egea, 2025)


 
"Il nuovo nucleare" tra miti, paure e opportunità
 
Con un approccio rigoroso e divulgativo, i fisici Stefano Buono e Antonio Ereditato raccontano perché, alla luce delle recenti innovazioni tecnologiche, l'energia nucleare si meriti un posto nel dibattito sulla transizione verde e sulle scelte energetiche di domani


Cosa succederebbe se scoprissimo che la vera rivoluzione verde non passa solo dai pannelli solari e dalle pale eoliche, ma da una tecnologia che il dibattito pubblico – in Italia – ha spesso liquidato come pericolosa o superata? E se il nucleare, invece di essere il passato, si rivelasse una carta decisiva per il futuro dell'energia pulita, sicura e abbondante, e tale da garantire al nostro Paese l'indipendenza energetica? Quando si parla di energia atomica, la memoria collettiva corre spesso a Chernobyl e Fukushima, alle immagini di reattori fuori controllo e territori contaminati. Eppure, dietro a titoli di cronaca e paure ataviche, la scienza ha continuato a lavorare in silenzio. E così, mentre il mondo si trova di fronte a una doppia emergenza – la crisi climatica e la sicurezza degli approvvigionamenti – il nucleare torna alla ribalta, ma in una veste completamente diversa. In un nuovo libro edito da Egea, i fisici Stefano Buono e Antonio Ereditato raccontano storia, sfide e prospettive di una soluzione che potrebbe aiutarci a cambiare il futuro dell'energia. "Il nuovo nucleare", appunto.

Oggi l'umanità consuma ogni anno una quantità di energia pari a quella che il Sole produce in un'ora. Ma mentre la domanda cresce, la pressione per ridurre e infine eliminare le emissioni di CO₂ impone una transizione rapida verso fonti a basso impatto. Le rinnovabili sono fondamentali, ma intermittenti: il portafoglio energetico 5.0, insomma, non potrà contare solo di loro, ma dovrà basarsi su un mix intelligente, e bilanciato, di fonti. E tra queste – spiegano Buono ed Ereditato – il nucleare può giocare un ruolo centrale in qualità di tecnologia in grado di fornire energia continua, abbondante, a basso costo e senza emissioni di gas a effetto serra.

Il libro smonta pacatamente molti dei falsi miti che circondano l'atomo. A cominciare da quelli legati alla sua sicurezza: il nucleare, analizzano gli autori, è percepito come pericoloso perché i rari incidenti sono molto visibili e mediatizzati, mentre l'inquinamento causato delle fonti fossili causa uno-due milioni di decessi annui per le patologie a esso attribuibili, che passano spesso sotto silenzio. Oggi, la probabilità di un incidente grave è inferiore a uno su un milione di anni-reattore, e la quantità di scorie prodotte è drasticamente ridotta: meno di 10 grammi per persona all'anno, facilmente gestibili con le tecnologie attuali. E la ricerca, intanto, sta facendo passi da gigante.
 
Le tecnologie nucleari di quarta generazione rappresentano infatti un salto di paradigma rispetto al passato: reattori veloci raffreddati a piombo o sodio, sistemi a sali fusi e a gas ad alta temperatura sono progettati per essere più sicuri, efficienti e sostenibili. Da questa rivoluzione nascono due categorie chiave: gli SMR (Small Modular Reactors) e gli AMR (Advanced Modular Reactors). Gli SMR sono reattori di piccola taglia, progettati per essere costruiti in fabbrica e assemblati in loco. Questa modularità permette di adattare la produzione di energia alle esigenze locali, di installare rapidamente nuovi impianti e di ridurre i costi e i tempi di costruzione. Grazie alle dimensioni ridotte e ai sistemi di sicurezza passivi, gli SMR offrono un rischio di incidente estremamente basso e possono essere collocati anche in aree remote o in prossimità di centri abitati, garantendo una fornitura stabile e continua di energia.
 
I nuovi reattori rappresentano la frontiera più avanzata dell'innovazione nucleare. Integrano pienamente le tecnologie di quarta generazione, puntando su sicurezza intrinseca, efficienza elevata e sostenibilità ambientale. Alcuni di loro sono progettati per utilizzare combustibili alternativi, inclusi materiali riciclati e perfino le scorie radioattive prodotte dai vecchi impianti: un'innovazione che trasforma un problema di smaltimento in una risorsa energetica. Inoltre possono operare a temperature più alte, rendendoli adatti non solo alla produzione di elettricità, ma anche di calore per processi industriali e idrogeno verde.

Il nucleare, in ogni caso, non è solo una questione tecnica, ma anche geopolitica. L'uranio è abbondante e distribuito su più continenti, e le nuove tecnologie di riciclo permettono di riutilizzare il combustibile esausto, riducendo la dipendenza dalle importazioni e i rischi di proliferazione. In un mondo segnato da crisi energetiche e guerre per le risorse, insomma, il nucleare può offrire una via per garantire sicurezza e stabilità agli approvvigionamenti. Molti Paesi avanzati se ne sono accorti da tempo, e continuano a percorrere questa strada con decisione: la Francia produce oltre il 70% della sua elettricità dal nucleare, evitando ogni anno emissioni di CO₂ pari a quelle di milioni di automobili. La Finlandia, dopo aver messo in funzione da poco un nuovo reattore, ha inaugurato i primi depositi geologici profondi per le scorie, mentre la Cina e gli Stati Uniti stanno investendo massicciamente in reattori di nuova generazione. Per l'Italia, che importa oltre il 75% dell'energia primaria e che è la seconda manifattura d'Europa, potrebbe rappresentare una chance strategica. Buono ed Ereditato spiegano come il nostro Paese, pur avendo abbandonato il nucleare dopo i referendum, abbia competenze scientifiche e industriali di alto livello e possa giocare un ruolo da protagonista nella filiera europea, dalla ricerca alla produzione di componenti avanzati.
 
Ma la vera sfida, sottolineano Buono ed Ereditato, è culturale: serve una nuova alfabetizzazione scientifica, capace di distinguere tra rischi reali e percepiti, tra dati e paure. Solo così il nucleare potrà essere valutato per quello che è: uno strumento potente, ma non privo di limiti, da integrare con le rinnovabili in una strategia energetica equilibrata.
 
"In trent'anni", scrivono gli autori, "tante cose sono mutate, nel mondo e anche nella scienza e nella tecnologia. Il progresso è in corso e corre veloce, esponenzialmente. La scoperta di ieri diviene l'applicazione di oggi e la routine di domani. Il nucleo atomico e la sua energia non fanno eccezione e in questo libro vogliamo parlarne serenamente, per discutere di sfide ma anche di opportunità, per rendere tutti un po' più consapevoli del progresso scientifico, per contribuire, infine, a compiere scelte motivate e non basate su convinzioni a priori. Ponendo la scienza al centro del dibattito, anche perché, ai nostri giorni, essa è sotto attacco in vari ambiti in maniera totalmente ingiustificata".
 
Perché solo una discussione pubblica informata, basata su dati e non su slogan, può aiutare cittadini, manager e decisori politici a scegliere consapevolmente il futuro dell'energia.
 
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GLI AUTORI
Stefano Buono, fisico, inizia la sua carriera al CERN nel 1990, ancora prima di laurearsi. A Ginevra sposa il progetto del premio Nobel Carlo Rubbia di produrre energia nucleare sicura, pulita e sostenibile. Negli anni Novanta capisce quanto l'energia del nucleo atomico possa essere utile anche in altri settori, come la medicina, e nel 2002 fonda la Advanced Accelerator Applications che sfrutta la fisica nucleare per diagnosticare e curare con successo alcune forme di cancro. Nel 2018 cede l'azienda a Novartis per concentrarsi sull'obiettivo di aiutare la transizione energetica con un reattore di nuova generazione. Per garantire rapidità, lungimiranza ed efficienza al progetto, nel 2021 fonda newcleo.
Antonio Ereditato, laurea e dottorato di ricerca in Fisica, nel 1981 entra al CERN, dove lavorerà per molti anni su esperimenti di fisica delle particelle elementari. Dopo una parentesi all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Napoli, nel 2006 è direttore del laboratorio di Fisica delle alte energie dell'Università di Berna. Nel 2015 è insignito, assieme ad altri colleghi, del Breakthrough Prize per la Fisica, per gli studi che hanno condotto alla scoperta delle oscillazioni del neutrino. Attualmente è Research Professor all'Università di Chicago. Autore di oltre 1500 pubblicazioni scientifiche e di libri tradotti in numerose lingue, alla ricerca ha sempre affiancato un'intensa attività di divulgazione.
 
DATI TECNICI:
"Il nuovo nucleare – Rimettere la scienza al centro" di Stefano Buono e Antonio Ereditato
Egea, 2025  – pp. 136 – € 16,00 – Nelle librerie italiane dal 23 maggio
 
 




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Stelline