"Campioni a sorpresa"
Tre imprese nate lontano dai grandi centri ma capaci di riscrivere le regole del successo: Conegliano, Trento e Bologna. Marco Alfieri racconta come cultura del gruppo, visione e governance permettano di raggiungere traguardi inaspettati. Nello sport e nel business.
Ci sono (ancora) vittorie che nascono lontano dai riflettori, in palazzetti di provincia o in stadi che hanno conosciuto più delusioni che trionfi. Vittorie che – in un mondo sempre più globalizzato e competitivo – non si spiegano solo con il talento dei singoli o con la potenza economica, ma con una cultura, un metodo, una comunità. Sono le storie dei "Campioni a sorpresa" (Egea, 2025) raccontate nel nuovo libro del giornalista Marco Alfieri, che ripercorre le strade percorse da tre squadre di provincia diventate modelli di organizzazione e di leadership, dentro e fuori dal campo: la Prosecco Doc Imoco Volley Conegliano nel volley, l'Aquila Basket Trento nel basket e il Bologna FC 1909 nel calcio. Tre percorsi in apparenza molto diversi, uniti da un filo comune: la capacità di costruire valore nel tempo, di combinare ambizione e sostenibilità, radicamento e innovazione.
"Sono tutti e tre casi virtuosi di organizzazioni sportive outsider, di provincia, che hanno raggiunto livelli d'eccellenza sportiva sfidando colossi più strutturati e metropolitani", scrive Alfieri.
A Conegliano, il libro racconta la leggenda delle Pantere: una squadra femminile rinata dalle ceneri di un fallimento locale e diventata in poco più di dieci anni la dinastia più vincente della pallavolo europea. Dietro ai trionfi — sette scudetti consecutivi, tre Champions League, tre Mondiali per club — c'è una governance orizzontale e un modello di impresa diffusa: più di trecento sponsor, il coinvolgimento del territorio, la fiducia nelle persone giuste. La forza di Imoco, secondo Alfieri, è una leadership che nasce dal basso, catalizzata da due giovani imprenditori – Pietro Maschio e Piero Garbellotto – che hanno scelto di restituire al territorio tutto ciò che il territorio aveva dato loro.
A Trento, l'autore ripercorre invece la scalata dell'Aquila Basket: una squadra nata nel 1995 dalla fusione di piccoli club di provincia, capace in vent'anni di arrivare a giocare la Coppa Italia, vincendola, e le finali scudetto. La sua forza non sono stati i budget, ma le persone: un gruppo dirigente stabile, un modello di "filiera umana" che mette la formazione e la fiducia al centro. Una cultura della crescita per passi piccoli ma costanti, che oggi fa scuola: una governance di territorio dove il radicamento diventa infrastruttura strategica.
Infine, il Bologna FC 1909, un tempo parte della "nobiltà decaduta" del calcio italiano e ora tornata a splendere e battagliare tra le "grandi" della Serie A grazie a un imprenditore visionario, il canadese Joey Saputo, che nel 2013 ha rilevato la società in crisi e in dieci anni non solo l'ha riportata in Europa, ma anche a vincere la Coppa Italia a distanza di mezzo secolo dall'ultima volta. Una storia costruita con pazienza e metodo, di investimenti a lungo termine, di meritocrazia silenziosa e cultura del lavoro. Saputo, spiega Alfieri, ha gestito il club come un'azienda da ristrutturare: prima la governance, poi il capitale umano, infine il brand. Il Bologna diventa così l'esempio di come un progetto coerente e credibile possa restituire identità e orgoglio a una città intera.
Attraverso queste tre storie, "Campioni a sorpresa" assume la forma di un "manuale narrativo" di management contemporaneo.
Ogni squadra, infatti, rappresenta un modello organizzativo replicabile:
- Conegliano come paradigma di leadership diffusa e community aziendale;
- Trento come laboratorio di sviluppo sostenibile e cura del talento;
- Bologna come esempio di strategia paziente e visione imprenditoriale.
Nel racconto di Alfieri, lo sport diventa una lente che aiuta a comprendere come si costruisce valore nelle organizzazioni, rispondendo alle domande che più spesso fanno capolino nelle vite di aziende e professionisti. Come si costruiscono team vincenti? Come si pianifica e si definiscono gli obiettivi a lungo termine? Come si prendono le decisioni difficili? Come si scelgono e si valorizzano i talenti? E come si impara dagli errori commessi, trasformando le difficoltà in opportunità di crescita?
"Il libro", chiarisce Alfieri, "parla di tutte queste sfide attraverso il prisma di tre grandi storie sportive che sono una perfetta metafora della vita di aziende e professionisti. Non è un manuale di management classicamente inteso, non dispensa lezioni pronte all'uso; vuole essere un racconto accessibile a tutti, disseminato di spunti e casistiche utili a chi deve prendere decisioni strategiche, avviare attività, pianificare cambiamenti, assumere nuovi professionisti, sviluppare competenze, progettare nuovi business, mettere insieme team di lavoro e gestire organizzazioni complesse".
In quest'ottica, ogni capitolo si chiude con riflessioni e schede di sintesi che – grazie al contributo degli esperti di Key2people, società italiana leader della consulenza e dell'executive search – traducono in chiave manageriale gli insegnamenti raccolti sul campo: dalla gestione delle persone alla definizione della cultura aziendale, dal valore della continuità alla disciplina del fallimento.
Più che un semplice libro sullo sport, "Campioni a sorpresa" è un libro sul carattere collettivo: la dimostrazione che le organizzazioni più forti non sono quelle che spendono di più, ma quelle che sanno condividere una visione e costruire un metodo. Perché, come scrive Cristina Calabrese, Ceo di Key2people, nella prefazione del volume, "le vere rivoluzioni – nello sport come nella vita – iniziano sempre da chi osa credere che l'impossibile non è altro che un futuro in anticipo".



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Stelline