mercoledì 12 novembre 2025

Libro su vibe coding (Parola dell'anno 2025) - La macchina che si autoprogramma di Francesco De Collibus

EGEA PRESENTA


"La macchina che si autoprogramma"
e il futuro dell'innovazione
 
Quando il software impara a scrivere sé stesso, l'innovazione cambia padrone. Francesco Maria De Collibus spiega come l'intelligenza artificiale stia cambiando il modo di creare tecnologia, trasformando il codice da strumento umano a forza autonoma dell'innovazione.

In principio fu il software. Per trent'anni ha cambiato il nostro modo di lavorare, comunicare, vivere. Ha digitalizzato il mondo, reso invisibili i confini tra fisico e virtuale e trasformato l'informatica in una forza pervasiva che governa tutto: dai sistemi di pagamento alle automobili, dai social network alle infrastrutture energetiche. Oggi, però, qualcosa di ancora più radicale sta accadendo: il software sta imparando a scrivere sé stesso. Nel suo nuovo saggio "La macchina che si autoprogramma – In quali mani finirà l'innovazione?" (Egea, 2025), l'informatico Francesco Maria De Collibus  ci accompagna dentro questa rivoluzione silenziosa, in cui l'intelligenza artificiale non si limita più a supportare il lavoro umano, ma inizia a sostituirlo nella creazione stessa della tecnologia.
In pochi mesi, abbiamo attraversato un passaggio epocale: da un tempo in cui per programmare servivano anni di formazione e migliaia di righe di codice a una realtà in cui basta una descrizione in linguaggio naturale per ottenere un software funzionante. Strumenti come GitHub Copilot, Cursor e Replit sono solo le prime manifestazioni di una trasformazione che riscrive il ruolo del programmatore, ma anche il significato di concetti come creatività, lavoro e innovazione. De Collibus intreccia competenza tecnica e riflessione filosofica per raccontare la nuova età dell'"automazione dell'automazione", dove la macchina non esegue soltanto comandi, ma li genera, li interpreta, li migliora.
Il suo è un viaggio che parte dai fondamenti dell'informatica — da Alan Turing e Alonzo Church fino ai più recenti modelli di AI generativa — e arriva alla Silicon Valley di oggi, dove le macchine "assistono" gli sviluppatori e presto potrebbero sostituirne molti. Ma il punto non è la paura del cambiamento: è capire in quali mani finirà l'innovazione quando la capacità di creare software diventa accessibile a tutti, ma la conoscenza profonda della tecnologia resta nelle mani di pochi.
Il libro si muove tra storia, economia e antropologia del digitale, con un linguaggio chiaro e narrativo, capace di coniugare divulgazione e pensiero critico. Dalla figura del programmatore-mago al confronto con l'artista e l'artigiano, "La macchina che si autoprogramma" racconta come la tecnica stia ridefinendo la nostra idea di creatività: scrivere codice diventa un atto sempre più simile al comporre musica o al dirigere un'orchestra.
"In futuro gli ingegneri", scrive De Collibus, "potrebbero somigliare più a direttori d'orchestra che a puri scrittori di codice: gestori di un ecosistema ibrido in cui intelligenze artificiali e persone lavorano fianco a fianco per creare soluzioni sempre più complesse ed evolute".
Ma a questa nuova abbondanza tecnologica si accompagna un paradosso: se tutto può essere automatizzato, cosa resta all'umano? Chi controllerà le macchine che imparano da sé? E cosa accadrà quando l'innovazione, diventata autonoma, non avrà più bisogno di noi per progredire?
Il rischio, suggerisce l'autore, non è solo economico ma cognitivo e culturale: perdere il contatto con ciò che si comprende, smettere di esercitare il pensiero critico e lasciare che la complessità dell'intelligenza artificiale diventi opaca, incontrollabile, esoterica.
"L'uomo moderno è avvolto dal software, vive dentro il software, come un pesce vive dentro l'acqua, e, come il pesce, non percepisce più la presenza dell'acqua, non più di quanto le creature di terra percepiscano quella dell'aria", riflette De Collibus. "Oggi il ritmo della progressione tecnologica si è fatto immateriale, inafferrabile, praticamente indescrivibile perché si è fatto software, e muta insieme alle categorie mentali che travolge nella sua evoluzione. Chi la comprende e la domina è veramente tra le persone non solo più ricche, ma anche politicamente più influenti della nostra epoca."
Con uno stile brillante e mai allarmista, De Collibus invita a guardare oltre l'entusiasmo e la paura per questa nuova frontiera del software: a riflettere su come la tecnologia cambi il nostro modo di pensare e su quanto, nel delegare la creazione alle macchine, rischiamo di perdere della nostra capacità di immaginare. Più che minacciarci di prendere il nostro posto, in fondo, La macchina che si autoprogramma ci invita riflettere su noi stessi: su cosa significhi creare in un'epoca in cui a inventare è la stessa tecnologia.
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L'AUTORE
Francesco Maria De Collibus, laureato in Filosofia e in Informatica e un dottorato in Economia, lavora da vent'anni nell'IT. Attualmente è Enterprise Architect in AXA, nel Canton Zurigo. Ha al suo attivo libri, brevetti e pubblicazioni scientifiche. Molto presente nel dibattito digitale, fa parte dello staff di spinoza.it e scrive di tecnologia per Limes e altre testate.
 
DATI TECNICI:
"La macchina che si autoprogramma – In quali mani finirà l'innovazione?"
Egea, 2025  – pp. 136 – € 17,00 – Nelle librerie italiane dal 31 ottobre
 
 

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Stelline