mercoledì 13 luglio 2011

La musica secondo Giacomo Serafini






Nato con la musica nel sangue: chi è Giacomo Serafini?
Giacomo Serafini è un ragazzo che ha fatto una scelta. Ed ha scelto la musica sopra ogni cosa. Le strade della vita a volte ti portano lontano, su sentieri sconnessi e curve pericolose, lontano da quello che sei e spesso, anche in direzioni sbagliate. Io ho avuto la fortuna di avere una bussola per orientarmi bene e capire che, dove stavo andando, non mi piaceva per niente. E sono tornato indietro. Alle mie origini, a quello che amo e che più mi piace fare nella vita; scrivere, suonare, cantare, emozionarmi ed emozionare attraverso la musica. Io sono questo. Ne più ne meno.

Un percorso artistico vario e completo: hai iniziato con le cover band, per poi dedicarti alla tua musica, senza tralasciare i musical (Romeo e Giulietta, Jesus Christ Super Star). Quali emozioni e quali esperienze hai potuto così vivere?
Fa sempre tutto parte del viaggio. Se oggi butto uno sguardo indietro mi sembra di aver vissuto 300 vite. E ognuna ha avuto i suoi momenti positivi e negativi. A volte mi sono trovato a pensare “ma quando finirà tutto questo?!” e poi in un soffio di vento era tutto passato ed eri già da qualche altra parte, felice, contento di aver superato gli ostacoli. E’ successo spesso durante gli anni della “gavetta”, che però, oggi, benedico. Non potrei apprezzare quello che sono oggi senza essere passato prima da quelle strade. L’evoluzione da “replicatore” di musiche altrui a autore delle proprie è una naturale evoluzione. Tutti ci ispiriamo. Io moltissimo. Tant’è che il mio disco al capitolo “ringraziamenti” è pieno di super-nomi che mi hanno accompagnato negli anni. Non ho mai conosciuto nessuno di loro però. Se non Axl Rose nel 2006, al Gods of Metal di Milano.

Con “Jesus Christ Super Star” sei volato anche a New York al Westside Theatre: raccontaci questa esperienza.
New York è una città da sogno. Una di quelle in cui, un giorno, vorrei vivere stabilmente. Insieme a Londra, Parigi, Berlino e Roma fa parte delle mie “seconde case”. Il musical è un’esperienza totalizzante, ti forma sia dal punto di vista vocale che attoriale. Amo recitare in realtà! La recitazione fa parte del mio bagaglio personale di esperienze passate e quindi amo i musical in generale. JCSS è poi a mio avviso il musical rock per eccellenza. La mia esperienza è stata un po’ limitata però. Facevo parte delle riserve e di parte di un coro. Comunque un’esperienza stupenda. Vorrei riprenderla, più in là, magari studiando meglio e con una parte da protagonista.

Anche se girovago, sei molto legato alla tua terra: se dovessi farci da Cicerone, dove ci porteresti e perchè?
Non così legato, mi verrebbe da dire. Considerate anche le mie origini geografiche (solo mio padre di tutta la famiglia è originario di Pescara). Ci sono delle cose di Pescara e dell’Abruzzo che adoro, altre, senza mezzi termini, che detesto dal profondo del cuore. Entrare nei particolari sarebbe troppo lungo e ci vorrebbe un libro! Però posso dirti che gireremmo per almeno una settimana tra posti stupendi sulla costa e paesaggi montani degni di uno scenario alla Signore degli Anelli. Nel 2009 ho conosciuto il location manager proprio di quella trilogia e mi ha confessato che molte di quelle scene sono state girate proprio qui tra Abruzzo e Lazio. Vi porterei anche in un mega tour culinario nei locali tipici di entroterra e costa. Se ami la cucina tradizionale l’Abruzzo è un paradiso in questo senso.

Nel tuo passato, anche due partecipazioni alle selezioni di “Sanremo Giovani”: è ancor una vetrina per i tanti musicisti in Italia? Lo è ancora. Ed è spesso fondamentale. Escludo i reality di cui ho una visione assolutamente negativa. Li considero come il male della musica e il nemico numero 1 della qualità. Se quindi togliamo le vetrine televisive e consideriamo il circuito underground come una giungla intricatissima dalla quale uscire vivi, l’unico modo per arrivare al grande pubblico e farsi apprezzare, in Italia, è rimasto il festival. Ma per arrivarci per forza di cose devi passare attraverso un sentiero tortuoso. Io sto aspettando il giorno in cui al festival si sentirà del buon rock. Sto aspettando il giorno in cui a Sanremo sia rappresentata davvero la musica che si ascolta negli Ipod durante l’anno. Quando ci svecchieremo!? Quando manderemo in pensione personaggi che monopolizzano l’attenzione da mezzo secolo?!

La musica in Italia, secondo te, ha il giusto spazio?
Appunto… riprendo da quanto detto sopra. No, non ha il giusto spazio. Non ce l’ha perché in italia non si fa cultura musicale. Non la si fa dai banchi di scuola. Non la fanno i genitori, ne la fanno tantomeno i media. L’Italia è diventata una discarica della musica dove si importa la spazzatura di mezzo mondo (vedi disco music fatta male e varianti) e dove invece si esportano i talenti veri all’estero. I grandi cantautori, chi ha qualcosa davvero da dire, sono per la nicchia. Ma credo, faccia tutto parte del grande disegno di repressione culturale in atto nel nostro paese da 20 anni a questa parte.

Nel 2009 hai iniziato a metter in cantiere il tuo primo disco da solista “Racconti di Viaggio”: come è nata l'esigenza?
Siamo quasi alla fine (e io alla frutta) dopo 2 anni di lavoro. L’esigenza è nata quando ho avuto prima di tutto qualcosa da dire e da raccontare. Il disco infatti si chiamerà “Racconti di Viaggio”. E “Life’s Journey” nella sua versione inglese poiché sta per essere registrato anche in inglese. E’ nato dall’esigenza di sintetizzare 20 anni di esperienza canora, musicale, autorale in un prodotto che mi rappresentasse al meglio. E soprattutto dare un senso pratico alla mia vita. Dopo essermi “perso” spesso e volentieri. Ad oggi sono molto contento del lavoro fatto. Al disco hanno lavorato personaggi importantissimi. Che anni fa non avrei mai immaginato. Su tutti Alessio Ventura (cantante e produttore di Dhamm, DB Boulevard e Sautiva) che tra l’altro sta per tornare sulla scena con il suo primo disco solista dal titolo “Lingue Diverse”, e Steve Lyon (Depeche Mode, The Cure, Subsonica, Laura Pausini).

In queste ultime foto e video, ti vediamo in una versione inedita, dallo stile un po' dark: come mai questa svolta? Anche la tua musica, oltre la tua immagine, sarà “stravolta”? E’ una scelta un po’ particolare, rappresenta da dove vengo. Io sono cresciuto con l’hard rock e il rock. Sono un mix tra la scena culturale statunitense; quella dei Guns n Roses, Aerosmith, Skid Row, Bon jovi solo per citarni alcuni e traggo ispirazione creativa alla scena britannica quando scrivo; The Cure, Depeche Mode, Oasis, Keane, Starsailor, Damien Rice. In più ultimamente ho avuto una autentica folgorazione per la nuova matrice di quello che chiamano post-grunge, per quanto assurdo sia classificare un genere musicale a mio avviso, e sono in fissa con band tipo i 30 Seconds to Mars piuttosto che My Chemical Romance. Tornando alla scelta del look, rappresenta, scenicamente, quello che per anni sono stato. Un vampiro, un cacciatore notturno alla ricerca dell’antidoto che lo guarisse la sua dannazione di non poter affiorare alla luce. La ricerca stilistica fa parte del mio percorso umano e artistico. La presenza inequivocabile di un’anima dark, cupa che per assurdo fa da contrappasso a quella che penso sia invece la mia solarità caratteriale. Sul disco (e nel video) traspare tutto. Ci sono pezzi assolutamente solari ed altri invece scuri. Non voglio svelarvi la sceneggiatura del video ma potrei darvi fondamentalmente 3 indizi; Into the Wild + The Kill + Intevista col Vampiro in un giusto mix di ispirazioni e originalità.

Progetti imminenti?
Chiudere il disco in inglese, mixarlo, editare il video e partire in tour promozionale. Il prima possibile. Già adesso che ti scrivo , sento la spinta fortissima ad uscire (io non riesco mai a stare a casa, è più forte di me). Credo ci vorranno ancora 2/3 mesi, mi auguro di chiudere il tutto per settembre. E se così sarà, saranno passati esattamente 2 anni e mezzo da quando abbiamo iniziato a pensarlo. Capito che voglia immensa di prendere un bus e partire!?!? Ah dimenticavo… avrei voglia di innamorarmi, nuovamente. Ma sembra che, sia già su una buona strada con il vento alle spalle!

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Stelline