mercoledì 14 dicembre 2016

Inverno a Vigevano a spasso per musei

INVERNO A VIGEVANO A SPASSO PER MUSEI
Ospite d'eccezione del Castello "Ritratto di Signora"
di Giovanni Boldini

Milano, 14 dicembre 2016 – L'inverno a Vigevano si fa sempre più ricco di iniziative culturali. A pochi chilometri da Milano, la cittadina offre un ampio sistema museale che si sviluppa nel cuore del centro storico, all'interno del monumentale Castello Sforzesco, adiacente alla pittoresca Piazza Ducale. A sottolineare la passione e il ruolo di rilievo riservato alle iniziative artistiche, la città ospiterà l'esposizione dell'opera "Ritratto di signora" di Giovanni Boldini presso la Pinacoteca Civica "Casimiro Ottone" dal 17 dicembre all'8 gennaio.
 
L'iniziativa rinnova l'appuntamento annuale con "Un capolavoro in Castello", progetto avviato dai Musei Civici "L.Barni" nel giugno 2014 che vedrà in esposizione il capolavoro dell'artista, in prestito dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza, nella Pinacoteca Civica situata al primo piano delle scuderie ducali del Castello, nella sala numero 7 dedicata ai grandi maestri dell'Ottocento (accanto a Fontanesi, Pompeo Mariani ed Eleuterio Pagliano, opere di proprietà dei Musei cittadini).
L'inaugurazione si terrà sabato 17 dicembre alle ore 10.00 e a seguire, rinfresco natalizio con un omaggio per tutti i presenti.
 
I Musei Civici di Vigevano, grazie alla sponsorizzazione dell'Associazione "Amici di Palazzo Crespi", hanno provveduto per l'occasione al restauro del raro pastello di Boldini e contribuiranno alla promozione reciproca delle collezioni.
 
IL CASTELLO SFORZESCO E I SUOI TESORI
Il Castello di Vigevano è la vera culla artistica della città, ospitando diversi musei all'interno della struttura e delle scuderie, a cui si può accedere dal cortile, passando dalla Piazza Ducale.
 
Le sale del Castello ospitano la Leonardiana, luogo unico al mondo in cui il visitatore può ammirare tutta l'opera di uno dei più grandi geni dell'umanità. Il Museo propone un itinerario inedito attraverso la vita e l'opera di Leonardo che soggiornò a Vigevano in qualità di sovrintendente alle acque su incarico di Ludovico il Moro, ma anche come membro della corte di Ludovico e Beatrice che ne apprezzarono sempre le squisite capacità artistiche, il piglio mondano e il genio scientifico e matematico. Nel Museo è esposta tutta l'opera di Leonardo: i disegni, i taccuini, i codici. Completa il percorso espositivo la "pinacoteca impossibile", in cui sono esposti tutti i 26 dipinti attualmente riconosciuti alla sua mano, riprodotti in scala reale con speciali tecniche ad alta risoluzione, che permettono al visitatore di immergersi nella totalità dell'opera, un'esperienza unica che permetter un'analisi ravvicinata e approfondita del suo linguaggio artistico. (Orario d'apertura:  Da martedì al venerdì 9:00 – 13:00 e 15:00 – 18:00. Sabato e domenica 10:00 – 20:00. Costo del biglietto:  € 10,00 intero - € 8,50 ridotto. Sito web: http://www.leonardiana.it/)
 
Recentemente riallestito e rimodernato con spazi multimediali, il Museo Internazionale della Calzatura "Pietro Bertolini" è senz'altro il museo più caratteristico della città e ospita calzature storiche, documenti, cimeli, oggetti di vario genere legati al mondo della calzatura collezionati di Pietro Bertolini, uno tra i principali imprenditori calzaturieri della città. La sua raccolta inizialmente privata ha costituito l'inizio del Museo, che offre oggi Museo offre una ricca panoramica storica della moda calzaturiera dal XV secolo agli anni '70 del '900, una sezione di calzature provenienti da tutto il mondo, scarpe estrose e strane, e soprattutto documenta la moda degli ultimi decenni grazie all'esposizione di modelli di grandi marchi italiani e stranieri. Tutta una sezione è dedicata alle scarpe con tacco a spillo, dal 1953 ad oggi, di produzione sia vigevanese che internazionale. (Orario d'apertura: da martedì a venerdì 14:00- 17:30; sabato, domenica e festivi 10:00 – 18:00. Ingresso gratuito. Sito web: www.museocalzaturavigevano.it)
 
Sempre all'interno dei saloni del Castello Sforzesco (I piano) ha sede la Pinacoteca Civica "C. Ottone", dedicata al pittore vigevanese di inizio '900 famoso anche per aver realizzato il restauro degli affreschi della Piazza Ducale di Vigevano. La pinacoteca presenta opere dal XVI secolo ad oggi, con particolare attenzione agli artisti vigevanesi del XIX e XX secolo (Garberini, Ottone, Bocca, Raffele, Zanoletti).
(Orario d'apertura: da martedì a venerdì 14:00- 17:30; sabato, domenica e festivi 10:00 – 18:00. Ingresso gratuito. Sito web: www.museocalzaturavigevano.it)
 
Il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina ha sede nella terza scuderia e nei locali adiacenti. Raccoglie le numerose testimonianze archeologiche provenienti da scavi o recuperi occasionali nella zona, dalla preistoria all'altomedioevo. Nella prima sala, la Scuderia, sono esposti alcuni corredi tombali provenienti da località diverse della Lomellina, oltre a vetri e alla coroplastica, classi di materiali che conferiscono peculiarità ai corredi lomellini, con una selezione tipologica. Nella seconda sala sono esposti i reperti di età tardoantica e altomedievale che documentano il tramonto della civiltà romana e l'arrivo di popolazioni barbariche, come i Goti e i Longobardi. Oltre ad alcuni corredi tombali longobardi sono notevoli i reperti provenienti dagli scavi archeologici di Lomello, nel sito delle antiche fortificazioni. Nella terza sala si trovano i materiali provenienti dalle campagne e dalle località circostanti Vigevano, che illustrano il popolamento e i modi di vita dalla preistoria all'età protostorica fino all'età celtica e romana. Si aggiunge uno spazio destinato a mostre temporanee ed esposizioni a rotazione del copioso materiale archeologico lomellino conservato nei depositi. (Orario d'apertura:  da martedì a sabato dalle 8,30 alle 13,30. Chiusura domenica e festivi. Sito web: http://www.museoarcheologico.vigevano.beniculturali.it/ )


APPROFONDIMENTO SUL DIPINTO – SCHEDA ARTISTICA
 
L'OPERA
Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931)
Ritratto di signora (1880 ca), pastello su carta, 96 x 64 cm
Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi - Piacenza
 
Nel periodo in cui Boldini realizza il dipinto si trova a Parigi e la sua evoluzione stilistica non è ancora caratterizzata da quel movimento quasi vorticoso e da quei guizzi scintillanti di colore che diventeranno il tratto distintivo dei ritratti del pittore, senza dubbio il più efficace e il più acclamato interprete del mito della Belle Epoque, proprio per via dei suoi ritratti mondani, espressione della buona società parigina di fine secolo, moderna, squillante, seduttiva e spesso superficiale. In questo ritratto Boldini indugia nell'approfondimento psicologico della signora ritratta, riservando al volto un'attenzione particolare; un volto che guarda lo spettatore con il sorriso appena accennato, lo sguardo sereno e tranquillo di una vita che scorre nella sicurezza e in assenza di turbamenti.
 
La signora del pastello posa di fronte, ed è ritratta con taglio fotografico che esclude la mano destra. L'elegante abito nero dall'ampia scollatura è reso con segno vibrante e strisciato, lo stesso che si ritrova nello sfondo e che annuncia il dinamismo che andrà caratterizzando la produzione boldiniana nei ritratti di fine secolo. Il formato verticale e il cappellino allungato aiutano il pittore a dare slancio alla corporatura non esile della signora. Il colore neutro dello sfondo, per contrasto con il nero dell'abito e le tinte diafane dell'incarnato, contribuisce a mettere in risalto la figura della donna.
Margherita Sarfatti ne scrisse sul "Popolo d'Italia" e fu allora che Giuseppe Ricci Oddi, il 26 novembre 1925, impressionato dal giudizio della Sarfatti, acquistò il dipinto per 25.000 lire.
 
L'AUTORE
Giovanni Boldini nasce a Ferrara il 31 dicembre 1842 da Benvenuta Caleffi e Antonio Boldini, pittore, da cui riceve i primi insegnamenti nel disegno.
Nel 1864 si trasferisce a Firenze, dove frequenta il Caffè Michelangelo, ritrovo dei Macchiaioli, e il Caffè Doney in via Tornabuoni, dove ha modo di entrare in contatto con le famiglie straniere della buona società fiorentina. Dagli amici Macchiaioli è influenzato nella scelta dei colori e nell'interesse per il vero, anche se continua a preferire il ritratto; a Firenze ritrae amici e conoscenti: Giuseppe Abbati, Giovanni Fattori, Diego Martelli.
Al maggio 1871 risale il suo primo viaggio a Londra e a novembre dello stesso anno si stabilisce definitivamente a Parigi che diviene la sua seconda patria. Nella capitale francese ottiene quasi subito un contratto con Goupil, uno dei più importanti mercanti europei, e viene accettato nelle esposizioni più importanti. Ma è soprattutto nella Parigi mondana, più che in quella intellettuale che Boldini si inserisce con successo.
Nell'agosto del 1880 si reca in Olanda, dove può ammirare i prodigiosi ritratti di Frans Hals e studiarne la tecnica, traendone stimolo a servirsi di una pennellata più veloce e sintetica, punto di partenza per la formazione del tipico "stile Boldini", impetuoso, dinamico, estremamente spigliato nella resa dei soggetti: Tutte le più grandi celebrità facevano a gara per farsi ritrarre da lui e si moltiplicavano i riconoscimenti del mondo intellettuale e culturale.
Nell'aprile del 1895 si inaugura la prima Biennale di Venezia, dove Boldini è chiamato a partecipare sia quale membro del comitato promotore, sia come espositore.
Due riconoscimenti importanti gli vengono conferiti nel 1919: il titolo di ufficiale della Légion d'onore il 14 gennaio e quello di Grand'Ufficiale della Corona d'Italia il 29 luglio.
Nel 1928 viene nominato Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Con l'aiuto di Giovanni e del fratello Gaetano, Emilia Cardona inizia a redigere quella che, seppur con qualche inesattezza, diverrà la più completa biografia dell'artista.
La salute di Boldini peggiora nel 1930 e la morte sopraggiunge l'11 gennaio del 1931 per il riacutizzarsi della broncopolmonite. La salma viene trasferita a Ferrara nella Certosa, accanto ai suoi cari.
 
LA COLLEZIONE RICCI ODDI DI PIACENZA
A Piacenza, nell'edificio appositamente progettato da Giulio Ulisse Arata, è ospitata la Collezione Ricci Oddi, nata per volontà del collezionista piacentino Giuseppe Ricci Oddi (Piacenza, 1869-1937): una delle più importanti raccolte italiane di pittura e scultura dell'Ottocento e del primo Novecento. Al centro della Galleria Ricci Oddi, inaugurata nel 1931, si pone la figura del suo fondatore che iniziò ad adornare le pareti spoglie del suo appartamento nel palazzo di famiglia. Iniziò così la sua collezione, inconsapevole ma già segnata da una  sorta  di  destino, dal  bisogno di guardare oltre i confini cittadini.
Ciò che caratterizza la raccolta è una straordinaria omogeneità, basata sulla riconosciuta superiorità dell'arte figurativa, sebbene Ricci Oddi fu attento ad alcune moderate novità d'inizio Novecento, come le sfumature stilistiche del Simbolismo e le esperienze di matrice impressionista e fauve sviluppate dagli italiani più aggiornati. Altra caratteristica è l'organicità della composizione, poiché vi sono comprese solo opere dall'epoca romantica in avanti, prevalentemente italiane, sforzandosi di mantenere un equilibrio fra le varie regioni, e considerando i pochi artisti stranieri per la loro influenza sugli italiani. Tutto il meglio della pittura e scultura italiana comprese fra la seconda metà dell'Ottocento e gli anni Quaranta del Novecento trova posto nelle sale della Galleria: Francesco Hayez,  Giovanni Fattori, Giuseppe Pelizza da Volpedo, Antonio Fontanesi, Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Antonio Mancini, Francesco Paolo Michetti, i fratelli Giuseppe e Filippo Palizzi, Domenico Morelli, Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Felice Carena, Felice Casorati, Massimo Campigli, Filippo De Pisis, Giulio Aristide Sartorio, e i piacentini Stefano Bruzzi, Francesco Ghittoni,  Bot e  Bruno Cassinari, solo per ricordarne alcuni. Per la scultura Vincenzo Gemito, Paolo Troubetzkoy, Giuseppe Grandi, Adolfo Wildt, Medardo Rosso, Libero Andreotti, Attilio Selva, Francesco Messina, fra gli altri.

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Stelline