giovedì 13 febbraio 2020

Mamma, portami in mostra | Il racconto della montagna | Palazzo Sarcinelli, Conegliano


Il Racconto della Montagna

nella pittura tra Ottocento e Novecento


Conegliano, Palazzo Sarcinelli

6 marzo > 5 luglio 2020



L'attenzione e l'amore per la montagna esplode tra Ottocento e Novecento, come mostrano le prime scalate di alpinisti ed alpiniste, gli interessi della pittura, della pubblicistica, della cartografia, la costituzione dei primi club alpini, nonché volumi e studi ancora oggi poco noti. In occasione della nomina, nel 2019, di Conegliano Valdobbiadene a Patrimonio dell'Unesco e in vista dei Campionati del Mondo di Sci Alpino 2021 di Cortina e delle Olimpiadi 2026, la mostra Il racconto della montagna nella pittura tra Ottocento e Novecento, al Palazzo Sarcinelli di Conegliano dal 6 marzo al 5 luglio 2020, ricostruisce questa fascinazione italiana (ed europea), raccontando la montagna attraverso le opere di pittori e artisti-esploratori che hanno rappresentato le Dolomiti venete e friulane.


Accanto alle tele di Ciardi, Compton, Flumiani, Pellis, Salviati, Sartorelli, la rassegna presenta anche curiosità e approfondimenti storico-sociali perlopiù inediti. Dal focus sulla trevigiana Irene Pigatti, tra le prime alpiniste donne delle Dolomiti, al ritratto di Giuseppe Mazzotti, instancabile promotore della qualità del turismo trevigiano e della scoperta della montagna, dai primi turisti (inglesi) delle Dolomiti con il libro The Dolomite Mountains al testo, vero e proprio viaggio tra le bellezze italiane, Il Bel Paese di Antonio Stoppani, fino ai preziosi taccuini illustrati dell'artista alpinista triestino Napoleone Cozzi. Non mancano i meravigliosi manifesti della Collezione Salce.


L'accattivante allestimento permetterà di far rivivere la passione e l'emozione delle straordinarie imprese alpinistiche e l'atmosfera del tempo.


Promossa dal Comune di Conegliano e da Civita Tre Venezie, con il patrocinio della Regione del Veneto e della Fondazione Cortina 2021, la collaborazione della sezione del CAI di Conegliano e della Società Alpina delle Giulie di Trieste, Il racconto della montagna nella pittura tra Ottocento e Novecento è il terzo appuntamento del ciclo dedicato al paesaggio nella pittura veneta tra XIX e XX secolo a Palazzo Sarcinelli. Curata da Giandomenico Romanelli e Franca Lugato, l'esposizione è volta ad approfondire il tema della montagna, che si presenta in forma significativa nella pittura italiana di veduta già a partire dalla metà dell'Ottocento, acquistando una sempre più decisa caratterizzazione tra la fine del secolo e i primi decenni del successivo, anche grazie alle esplorazioni scientifiche e alla conquista delle più alte cime.


Accanto alle opere di celebri autori italiani e stranieri che hanno frequentato principalmente le Dolomiti, da Ciardi a Compton, da Sartorelli a Pellis, da Wolf Ferrari a Chitarin provenienti da diverse collezioni private e pubbliche tra le quali l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia, la Casa Cavazzini-Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Udine, la Moderna Galleria di Zagabria, i visitatori potranno (ri)scoprire anche i paesaggi alpini di artisti meno noti. Oltre ai dipinti, la rassegna presenta una selezione di pubblicistica, cartografia, volumi, stampe, a testimonianza della fortuna e del crescente richiamo che il tema assume nella seconda metà dell'Ottocento. Oltre che importante meta turistica, in linea con una tendenza diffusa in altri paesi europei come la Francia e la Gran Bretagna, la montagna ha rappresentato, infatti, un segno identitario dell'Italia e del suo patrimonio culturale, parallelamente al compimento dell'unità nazionale.


In questo contesto le Dolomiti costituiscono un assoluto protagonista grazie alle loro possibilità formali e cromatiche. Il primo libro dedicato alla loro esplorazione, The Dolomite Mountains, pubblicato nel 1864, scritto e illustrato da due viaggiatori britannici, Josiah Gilbert e George Cheetham Churchill, apre il percorso espositivo. Con questa pubblicazione le Dolomiti vengono inserite definitivamente in quel tour alpino, che il romanticismo ha contribuito a rendere di moda oltre Manica. Armati di block notes e colori, Josiah e George esplorano zone piuttosto sconosciute delle Alpi insieme alle loro mogli, che li aiutano nei rapporti con quei popoli indigeni incredibilmente introversi. Il loro amore per le Dolomiti fa sì che imparino a conoscere una per una le numerose valli alpine, che frequentano dal 1861 al 1863. Queste due coppie rappresentano "i primi turisti in assoluto" delle moderne Dolomiti.


Accanto a questo volume viene presentato anche il Bel Paese dell'abate Antonio Stoppani. Geologo, paleontologo, naturalista e patriota, Stoppani dà alle stampe nel 1876 quello che diverrà presto un best seller (contava già 40 edizioni a vent'anni dalla sua prima pubblicazione), destinato a costituire la magna carta della geografia dello Stivale. Suddiviso in serate, cioè in narrazioni rivolte nella finzione letteraria ai suoi nipotini riuniti davanti al camino, Stoppani invita a prender coscienza del patrimonio naturalistico del Paese. Nel libro sono inoltre evidenziati il ruolo e la potenzialità del CAI, il Club Alpino Italiano fondato ufficialmente il 23 ottobre del 1863 da Quintino Sella, descritto come una sorta di sentinella ambientalista ante litteram.


Il percorso s'incentra anche sulla "riscoperta" della figura del trevigiano Giuseppe Mazzotti (1907-1981), critico d'arte, scrittore e saggista, nonché direttore dell'Ente Provinciale per il Turismo, autore e curatore di numerosi lavori per la promozione del territorio. Nel suo fortunato La montagna presa in giro Mazzotti preannuncia il timore di un turismo sfrenato e non di qualità, osservando i nuovi costumi e le recenti liturgie attorno alla montagna e denunciando con ironia le "smanie" di villeggiatura che "inquinano" la bellezza: dalle attrezzature sportive ai segnali colorati per indicare i sentieri, dagli elegantoni alle femmes fatales, dai beoni alle automobili.

Un altro elemento di novità deriva dall'attenzione che la rassegna rivolge alle prime 

L'ultima sezione offre al pubblico un'ulteriore curiosità con la storia eccezionale del triestino Napoleone Cozzi (1867-1916), uno dei primi interpreti dell'alpinismo senza guida nelle Dolomiti e precursore dell'arrampicata sportiva a Trieste. In mostra sono esposti tre suoi taccuini, conservati nell'Archivio della Società Alpina delle Giulie di Trieste e noti quasi esclusivamente agli addetti ai lavori. I quaderni riproducono con delicati acquerelli le alte vie percorse durante le esplorazioni compiute con la sua cosiddetta "squadra volante", due delle quali nel 1898 alla volta delle Prealpi Giulie e una nel 1902 con la salita delle Prealpi Clautane, le attuale Dolomiti Friulane. I taccuini ci permettono di rivivere queste esperienze, grazie anche a spassose, spesso ironiche, didascalie che accompagnano le raffigurazioni. Nell'ultimo album del 1902 ritroviamo dediche di amici ed esperti alpinisti, tra le quali anche quella di un altro amante della montagna, Giuseppe Mazzotti: "Con la più viva ammirazione queste testimonianze della più pura passione per la montagna", 16 novembre 1948.


Il catalogo della rassegna con i saggi e i testi dei curatori è edito da Marsilio Editori.


Informazioni

www.mostramontagna.it


Date

6 marzo > 5 luglio 2020


Orari

Da martedì a venerdì 10.00 – 18.00

Sabato e domenica 10.00 – 19.00

Lunedì chiuso


Biglietti

Biglietto intero € 11

Biglietto ridotto € 8,50 per studenti, adulti over 65 anni, convenzioni, gruppi con almeno 10 unità, residenti nel Comune di Conegliano nei giorni feriali

Biglietto ridotto € 7,00 per gruppi da 10 a 25

Biglietto speciale € 7,00 per tutti i membri CAI

Biglietto ridotto speciale € 6,00 per gruppi Astarte

Biglietto scuole € 4,00


Gratuito

minori di 18 anni, disabili, guide autorizzate, accompagnatori gruppi, giornalisti, membri ICOM.


Diritto di prenotazione

1,50

VISITE GUIDATE (gruppi di massimo 25 persone)

100 visita guidata in italiano
€ 120 visita guidata in inglese
€ 70 visita scolaresche
€ 85 visita scolaresche con attività

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Stelline