È ora disponibile il videoclip ufficiale di "TUTTI VOGLIONO IMPARARE A SUONARE IL GIPSY JAZZ", brano estratto dall'ultimo album della band NAFTALINAS uscito in digitale lo scorso 3 ottobre.
Il testo del brano è una riflessione autoironica su quanto l'amore per un genere musicale possa spingere alcuni musicisti a tentare di emulare i colossi della musica, tentativo che li porta ad apparire drammaticamente inadeguati.
Il videoclip ufficiale del brano, girato nell'Oltrepo Pavese e realizzato dalla Wildratfilm (casa di produzione pugliese specializzata in documentari e videoclip), ricalca il tratto comico della storia narrata, seguendone il canovaccio in un'atmosfera picaresca e sognante arricchita da bizzarri personaggi e un mood retrò.
Biografia
Il progetto Naftalinas nasce nel 2015 dall'incontro assai malsano tra Cesarino Cortassa e Antonio Bucci in un festival italiano dell'ukulele, in comune i nostri prodi hanno molto, seppur provengano dal Regno Sabaudo il primo e dal Regno delle due Sicilie l'altro. Il nome tutt'altro che casuale giustifica gli intenti: Sdoganare le canzoni di una volta o comunque riportare in vita melodie che giacciono sommerse nella loro mente per colpa dei padri se non addirittura dei nonni.
Canzoni che hanno vissuto il successo in epoche più o meno remote che oggi sono finite nel dimenticatoio. Pescare dal cassetto della memoria gioielli musicali in naftalina appunto.
Il gruppo nasce quindi come un progetto di riciclo di canzoni del repertorio italiano che andavano dagli anni 30 agli anni 70 Istrionici e chiassosi, i Naftalinas nei loro live sono apparsi vestiti da legionari, marinai, ebrei e tanto altro esibendosi, grazie a questo repertorio, in diversi festival musicali ottenendo consensi e sempre più seguito. Anfitrioni del retrò i quattro si rendono conto di poter andare oltre e negli ultimi 3 anni si sono cimentati nella registrazione di un disco di canzoni originali che ha visto finalmente la luce il 3 ottobre 2020: "Dieci storie sempre al limite del guaio", questo il titolo del loro primo disco, è pieno di riferimenti musicali, legati alle esperienze precedenti dei componenti del gruppo e così il jazz manouche, lo swing, il reggae, il country e molto altro si susseguono senza continuità, in un concentrato che pur prendendo a piene mani da linguaggi classici riesce ad andare oltre il già sentito, forse anche grazie ai testi ironici, conditi da finta nostalgia, racconti di vita vissuta o surreali, dai personaggi grotteschi, a volte amari ed altre simpaticamente sinceri. A impreziosire il tutto una pletora di musicisti amici, alcuni session Man di fama nazionale che hanno colorato le tracce del disco.
Facebook: https://www.facebook.com/TheNaftalinas
Il progetto Naftalinas nasce nel 2015 dall'incontro assai malsano tra Cesarino Cortassa e Antonio Bucci in un festival italiano dell'ukulele, in comune i nostri prodi hanno molto, seppur provengano dal Regno Sabaudo il primo e dal Regno delle due Sicilie l'altro. Il nome tutt'altro che casuale giustifica gli intenti: Sdoganare le canzoni di una volta o comunque riportare in vita melodie che giacciono sommerse nella loro mente per colpa dei padri se non addirittura dei nonni.
Canzoni che hanno vissuto il successo in epoche più o meno remote che oggi sono finite nel dimenticatoio. Pescare dal cassetto della memoria gioielli musicali in naftalina appunto.
Il gruppo nasce quindi come un progetto di riciclo di canzoni del repertorio italiano che andavano dagli anni 30 agli anni 70 Istrionici e chiassosi, i Naftalinas nei loro live sono apparsi vestiti da legionari, marinai, ebrei e tanto altro esibendosi, grazie a questo repertorio, in diversi festival musicali ottenendo consensi e sempre più seguito. Anfitrioni del retrò i quattro si rendono conto di poter andare oltre e negli ultimi 3 anni si sono cimentati nella registrazione di un disco di canzoni originali che ha visto finalmente la luce il 3 ottobre 2020: "Dieci storie sempre al limite del guaio", questo il titolo del loro primo disco, è pieno di riferimenti musicali, legati alle esperienze precedenti dei componenti del gruppo e così il jazz manouche, lo swing, il reggae, il country e molto altro si susseguono senza continuità, in un concentrato che pur prendendo a piene mani da linguaggi classici riesce ad andare oltre il già sentito, forse anche grazie ai testi ironici, conditi da finta nostalgia, racconti di vita vissuta o surreali, dai personaggi grotteschi, a volte amari ed altre simpaticamente sinceri. A impreziosire il tutto una pletora di musicisti amici, alcuni session Man di fama nazionale che hanno colorato le tracce del disco.
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Stelline