giovedì 9 ottobre 2025

ROAST IN PEACE | Da oggi su Prime Video il comedy show con Francesco Totti, Elettra Lamborghini, Selvaggia Lucarelli, Roberto Saviano, Michela Giraud


Arriva oggi in esclusiva su Prime Video il nuovo comedy show

 Roast in Peace

  Con Selvaggia Lucarelli, Roberto Saviano, Elettra Lamborghini e Francesco Totti, 
i comici Stefano Rapone, Edoardo Ferrario, Beatrice Arnera, Eleazaro Rossi,
Corrado Nuzzo e Maria Di Biase
 
e una officiante d'eccezione: Michela Giraud 



Arriva oggi in esclusiva su Prime Video il nuovo comedy show Roast in Peace con protagonisti quattro celebrità "defunte" e sei comici pronti a commemorarle a modo loro. L'obiettivo è uno: individuare il comico più cattivo, quello che non si ferma neanche di fronte alla morte. Stefano RaponeEdoardo FerrarioBeatrice ArneraEleazaro RossiCorrado Nuzzo e Maria Di Biase sono pronti ad "onorare" la memoria di Selvaggia LucarelliRoberto SavianoElettra Lamborghini e Francesco Totti. Uno spietato funerale guidato da una officiante d'eccezione: Michela Giraud

Roast in Peace è prodotto da Stand By Me in collaborazione con Prime Video ed è disponibile in esclusiva su Prime Video in Italia in 6 episodi.

Roast in Peace è l'ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese 

#RoastInPeace 
@primevideoit 


Libri e politica - Luca Picotti - Linee invisibili - Geografie del potere tra confini e mercati (Egea)


EGEA PRESENTA

 
Linee invisibili: geografie del potere tra confini e mercati
 
Un viaggio tra le nuove mappe del potere globale: Luca Picotti spiega come il diritto, la geopolitica e l'economia ridisegnano i confini invisibili che regolano la nostra vita, tra sanzioni, supply chain, dati e nuove guerre commerciali.

 Oggi i confini non sono più solo linee tracciate sulle carte, ma costruzioni artificiali che attraversano mercati, piattaforme digitali, rotte e infrastrutture strategiche. Guerre commerciali, dazi, sanzioni, reshoring, dispute tecnologiche e battaglie sui dati: la geopolitica è tornata al centro della scena, ma si muove su piani sempre più sofisticati e nascosti. Nel suo nuovo libro, edito da Egea, Luca Picotti – giurista e analista – cerca di capire dove si trovano esattamente queste "Linee invisibili", quando si attivano, come scompongono e plasmano la realtà, scatenando – o risolvendo – le tante crisi con cui ci troviamo a fare i conti ogni giorno.
 
Come mai le imprese occidentali non sono uscite immediatamente dalla Russia dopo l'invasione dell'Ucraina? Perché è così importante la geografia nella localizzazione dei propri asset? Chi controlla i dati di TikTok o le comunicazioni satellitari? Perché il reshoring è più facile a dirsi che a farsi? Quali sono i chokepoints dei mercati globali? Sono tante le domande a cui Picotti tenta di rispondere in questo libro, ma forse possono essere riassunte in un solo – grande – interrogativo: in un'epoca di globalizzazione frammentata, come si ridefiniscono i confini del potere?
 
L'autore mostra come la geografia giuridica della globalizzazione rappresenti oggi l'articolato campo di gioco in grado di determinare il successo o il fallimento di Stati e imprese, attraversando catene del valore, piattaforme digitali, multinazionali, centri finanziari e tecnologie. Analizzando esempi reali, Picotti spiega come dalle linee invisibili  riemerga, valorizzato, il concetto di nazionalità – delle imprese, delle merci e delle persone – e come il rapporto tra diritto, territorio e potere stia andando a ridefinire la sovranità degli Stati in una fase di accesa competizione.
 
Pensiamo a come le sanzioni economiche imposte dall'Occidente alla Russia dopo l'invasione dell'Ucraina abbiano costretto aziende multinazionali a rivedere le proprie strategie di presenza e di gestione degli asset, tra rischi reputazionali, minaccia di esprorpi o necessità di ricostruire supply chain alternative in tempi record. O alla disputa tra Stati Uniti e Cina intorno a TikTok, in cui una battaglia per il controllo dei dati degli utenti ha portato a tentativi di ban e restrizioni, con implicazioni dirette sulla libertà di impresa, sulla privacy e sulla sovranità digitale.
O, ancora, alle criticità emerse negli ultimi anni di fronte ai tentativi di reshoring (il ritorno della produzione e delle filiere strategiche nei Paesi d'origine o in aree considerate più sicure e affidabili) perseguiti da diversi Governi alla luce delle crisi recenti. Inversioni di rotta rivelatesi più difficili del previsto: il reshoring – chiarisce Picotti –comporta costi elevati, la necessità di ricostruire competenze e capacità produttive, e spesso si scontra con la realtà di ecosistemi industriali che non sono facilmente replicabili altrove. Mancanza di manodopera specializzata, costi energetici e logistici superiori, dipendenza da fornitori globali per componenti chiave: nonostante i proclami, il reshoring è spesso più facile a dirsi che a farsi. E, in molti casi, si traduce in una regionalizzazione delle catene del valore piuttosto che in un vero ritorno alla produzione nazionale.
 
Le "Linee invisibili" analizzate da Picotti si intrecciano in una riflessione più ampia sul futuro della globalizzazione. Un futuro in cui le imprese – e i cittadini – dovranno navigare tra giurisdizioni concorrenti, rischi politici, compliance normativa e nuove forme di protezionismo, imparando a leggere le mappe del potere nascosto che regolano i mercati.
 
"Le crisi degli ultimi anni si sono mosse nelle arterie della globalizzazione, non al di fuori", scrive Picotti. "Le architetture costruite negli scorsi decenni coesistono con la conflittualità: istituzioni sovranazionali, congressi multilaterali, catene del valore che percorrono decine di paesi, scambi economici fitti, formulari, moduli contrattuali e arbitrati internazionali multinazionali, movimenti di capitali, oltre a tutte le commistioni culturali. Per questo il nostro presente non può che essere descritto come un mondo globalizzato e frammentato al tempo stesso. Quello che appare sempre più evidente, già ora, è un aumento della complessità e dei rischi".
 
"La difficoltà nell'orientarsi in questo mondo complesso, frammentato e conflittuale comporta un aggravio dei costi di consulenza strategica, economica e legale. Tutto questo rischia di tramutarsi in prezzi più alti per il consumatore finale, meno diversità nel paniere dei beni, una ridotta ricchezza in generale. Anche perché simile spirale ha molto più a che fare con un mondo fuori controllo che con legittime alternative politiche più sostenibili rispetto alle grandi catene del valore".
 
"Per questa ragione, davanti a tale rinnovata corsa alla chiusura, tra tentativi di modificare un sistema che certamente presentava degli squilibri e le sfide con paesi sempre più assertivi", conclude Picotti, "sarebbe comunque auspicabile conservare un minimo di interdipendenza e cooperazione, anche tra attori che appartengono a sistemi valoriali diversi. Se la pace degli scambi economici era un'illusione, non per questo bisogna gettar via il bambino con l'acqua sporca. Il rischio altrimenti è quello di trasformare comprensibili preoccupazioni politico- strategiche in scenari di autarchia e chiusura, con annessi tutti i relativi pericoli".

 
---
 
Luca Picotti è un giurista, avvocato e saggista. Ha conseguito un Dottorato di ricerca presso l'Università di Udine. È membro dell'Osservatorio Golden Power e scrive per diverse testate, occupandosi di tematiche giuridico-economiche, scenari politici e internazionali.
 
DATI TECNICI:
"Linee invisibili – Geografie del potere tra confini e mercati" di Luca Picotti
Egea, 2025  – pp. 160 – 16,90 euro
 
 



Milano mostre | Palazzo Reale - dal 9 ottobre apre al pubblico Art from Inside. Capolavori svelati tra arte e scienza

 

A Palazzo Reale di Milano la mostra multimediale di Fondazione Bracco svela

cosa si nasconde dietro ai capolavori dell'arte del '400-'700.

Grazie alle più avanzate tecnologie, l'esposizione racconta il percorso creativo dei grandi maestri, dal pensiero iniziale dell'opera alla versione finale attraverso pentimenti, modifiche e rifacimenti.

 

ART FROM INSIDE.

CAPOLAVORI SVELATI TRA ARTE E SCIENZA

 

Palazzo Reale, Milano

dal 9 ottobre 2025 al 6 gennaio 2026

ingresso gratuito

 

a cura di Fondazione Bracco

con la consulenza scientifica di Isabella Castiglioni e Stefano Zuffi

 

Che cosa si nasconde 'dentro' un'opera d'arte?

La mostra "Art from Inside. Capolavori svelati tra arte e scienza", progetto culturale multidisciplinare ideato da Fondazione Bracco e presentato per la prima volta in un grande contesto espositivo come Palazzo Reale di Milano, a partire dal 9 ottobre 2025 fino al 6 gennaio 2026, propone al visitatore una domanda solo apparentemente semplice, ma che apre a un intero universo: cosa si cela dietro - e dentro - un'opera d'arte? Un mondo di ricerca, restauro, tutela e valorizzazione, aspetti fondamentali e spesso invisibili, su cui raramente il pubblico è invitato a riflettere.

 

La mostra "Art from Inside. Capolavori svelati tra arte e scienza", promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Fondazione Bracco, in collaborazione con 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, è un progetto innovativo che coniuga arte, ricerca e alta divulgazione. Il progetto si avvale della consulenza scientifica del team coordinato da Isabella Castiglioni, Professoressa Ordinaria di Fisica Applicata presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, Direttore scientifico Centro Diagnostico Italiano-CDI, e dello storico dell'arte Stefano Zuffi.

Il percorso espositivo accompagna il visitatore in un viaggio affascinante nell'arte tra Quattrocento e Settecento, svelando - grazie ad analisi diagnostiche non invasive e a riproduzioni in scala 1:1 - gli strati nascosti di nove capolavori, attraverso un racconto immersivo e multimediale.

In questo dialogo tra arte e scienza, la tecnologia si fa strumento di lettura e meraviglia, permettendo di accedere a dimensioni normalmente non visibili. Da Beato Angelico a Piero della Francesca, da Piero del Pollaiolo al leonardesco Giovanni Antonio Boltraffio, fino a Caravaggio, Giovanna Garzoni - artista tra le maggiori del suo secolo - e a un prezioso violino settecentesco di Lorenzo Storioni, l'esposizione propone un pantheon di maestri che hanno segnato la storia dell'arte italiana, ora indagati da una prospettiva inedita.

 

Grazie a un'accurata indagine scientifica, ogni opera rivela una "vita segreta": decisioni nascoste, pentimenti, cambi di committenza, variazioni compositive e stratificazioni tecniche. Tutti elementi che sfuggono all'osservazione diretta, ma che emergono grazie al contributo delle più avanzate tecnologie diagnostiche. Dove si fermano gli occhi del restauratore e dello storico dell'arte interviene oggi la scienza – svelando ciò che per secoli è rimasto celato sotto la superficie. Una radicale e avvincente immersione nel processo creativo degli artisti.

 

Fondazione Bracco, corporate foundation del Gruppo Bracco – azienda leader globale nel campo della diagnostica per immagini e dei mezzi di contrasto, da anni valorizza l'applicazione delle tecniche di imaging non invasivo allo studio e alla conservazione delle opere d'arte. Progetti di ricerca, convegni divulgativi, iniziative espositive di alto valore culturale – come questa mostra – testimoniano un impegno concreto a favore del connubio tra scienza e patrimonio storico-artistico.

La diagnostica per immagini, nata in ambito medico per analizzare lo stato di salute dell'organismo umano, è ormai riconosciuta come uno strumento prezioso di conoscenza anche in campo artistico. Le indagini scientifiche offrono infatti una straordinaria opportunità per comprendere in profondità le modalità operative degli artisti, le tecniche impiegate, i materiali utilizzati e le fasi di realizzazione delle opere. Questa mostra nasce proprio con l'obiettivo di raccontare al grande pubblico i progressi raggiunti da anni di studi diagnostici sostenuti da Fondazione Bracco.

 

"La mostra 'Art from Inside' rappresenta una straordinaria sintesi tra arte e scienza, due linguaggi fondamentali che, quando si incontrano, generano conoscenza, stupore e cittadinanza culturale. Siamo orgogliosi di ospitare a Palazzo Reale un progetto che, grazie all'impegno di Fondazione Bracco e alla collaborazione tra istituzioni pubbliche e centri di ricerca d'eccellenza, racconta al grande pubblico il dietro le quinte della creazione artistica: non solo il capolavoro finito, ma anche il processo, il dubbio, l'evoluzione tecnica e materica dell'opera - dichiara l'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi -. Milano investe da anni nella cultura come motore di innovazione, accessibilità e formazione. Questa mostra, gratuita e pensata anche per le giovani generazioni, è un esempio virtuoso di come l'interdisciplinarità possa aprire nuove strade di conoscenza e di futuro. Invito tutte e tutti a lasciarsi guidare in questo viaggio immersivo tra pigmenti, raggi X e visioni creative: ne usciremo con uno sguardo più ricco e consapevole sull'arte e sul mondo."

 

"Per noi l'arte e la scienza sono due facce dello stesso amore per il sapere e il bello che, da sempre, accende il desiderio degli uomini", afferma Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco e del Gruppo Bracco. "Con questa mostra a Palazzo Reale sottolineiamo egregiamente il valore delle tecniche di imaging diagnostico, di cui siamo leader nel mondo, per valorizzare il nostro straordinario patrimonio culturale. Il visitatore verificherà concretamente che le tecnologie per la cura del corpo umano sono anche preziosi strumenti per prendersi cura delle opere d'arte, del loro restauro e della loro conservazione. […] Con questo progetto interdisciplinare offriamo al grande pubblico e in particolare ai più giovani l'opportunità di accedere a dimensioni normalmente invisibili, sotterranee, ma fondamentali. Per questo abbiamo voluto rendere la visita gratuita e aperta a tutti: se la conoscenza diventa un patrimonio condiviso genera un impatto profondo e duraturo nella comunità."

 

"Il progetto scientifico è un esempio di cross-fertilization tra discipline diverse ma affini, opera di un team di ricercatori di eccellenza dell'Università Statale di Milano, dello spin-off universitario IUSS-Pavia DeepTrace Technologies e del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale", commenta la Prof.ssa Isabella Castiglioni. "Le tecniche di diagnostica per immagini utilizzate per le ricerche sfruttano l'interazione della radiazione con la materia biologica per fornire informazioni invisibili agli esperti sul metodo di creazione e sullo stato di conservazione dei dipinti, consentendoci di studiarli senza manipolarli e senza effettuare prelievi."

 

La mostra è dunque un progetto divulgativo a ingresso gratuito, dal forte valore civico, pensato per tutte le persone che si avvicinano all'arte con curiosità e spirito critico. Al tempo stesso, intende accendere i riflettori sul mondo della formazione e sulle nuove opportunità professionali che emergono dall'incontro tra saperi scientifici e umanistici.

Il percorso espositivo dimostra infatti come il lavoro congiunto tra esperti in medicina radiodiagnostica e specialisti in storia dell'arte e restauro possa offrire nuovi strumenti di lettura anche per capolavori apparentemente già noti in ogni dettaglio. È un esempio concreto di interdisciplinarità applicata al patrimonio culturale.

Proprio per questo, uno degli obiettivi della mostra è coinvolgere studenti e studentesse di scuole di ogni ordine e grado, stimolando l'interesse verso le discipline STEM applicate ai beni culturali e aprendo scenari professionali innovativi in cui tecnologia, scienza e arte si incontrano al servizio della conoscenza e della conservazione.

 

IL PERCORSO DI MOSTRA.

Il percorso della mostra – dopo un focus introduttivo - si snoda lungo otto sale multimediali, che analizzano altrettanti capolavori attraverso riproduzioni in scala 1:1 dell'originale.

 

"Questa è una mostra senza oggetti 'fisici' – ricorda lo storico dell'arte Stefano Zuffi - ma è una mostra che restituisce alle opere d'arte la loro essenza di oggetti materiali, con tutte le peculiarità e anche le problematiche degli oggetti fisici. La loro concretezza non toglie niente alla bellezza idealizzata dell'opera creativa del genio, ma non è eterna, deve essere tutelata, protetta, difesa. Le opere d'arte non sono immagini, sono oggetti".

 

In quanto oggetto materiale, un'opera è una combinazione di particolari elementi che la rendono unica, è disegnata e dipinta con diversi pigmenti e leganti, ha uno specifico supporto, è realizzata con una determinata tecnica. L'opera d'arte è tale non solo nel risultato visibile e ammirabile da chi la osserva, ma anche perché il processo che ha portato al prodotto finale è il frutto di una conoscenza artistica e di una maestria tecnica, di competenze specialistiche. In un mondo fatto di pixel, ci stiamo fin troppo abituando a pensare all'opera d'arte solo come a un'immagine intangibile, quando invece questa è essenza fisica e materica inscindibile.

 

Per ogni opera la mostra racconta le analisi diagnostiche per immagini che hanno contribuito a implementare le informazioni sulla stessa e sul suo processo di creazione.

Si va dal preziosissimo mobile dipinto Primo scomparto dell'Armadio degli Argenti (1450 circa) del Beato Angelico al San Nicola da Tolentino (1469 circa) di Piero della Francesca, dal Ritratto di giovane donna (1470-75) di Piero del Pollaiolo alla Madonna della rosa (1490 circa) di Giovanni Antonio Boltraffio. Cento anni dopo Caravaggio dipinse La buona ventura (post luglio 1597) e Riposo durante la fuga in Egitto (primavera 1597), per poi arrivare ai due ritratti secenteschi di Giovanna Garzoni, Ritratto di Carlo Emanuele I di Savoia e Ritratto di Emanuele Filiberto di Savoia (1632-1637).

 

La scelta di utilizzare come immagine guida della mostra Ritratto di Carlo Emanuele I di Savoia, un dipinto ad opera di Giovanna Garzoni, una delle pochissime artiste affermate nel Seicento, è frutto di una decisione consapevole e programmatica. In un'epoca in cui la pittura era considerata una professione quasi esclusivamente maschile, l'artista riuscì con determinazione e talento a conquistare riconoscimento e committenze importanti.

"Anche in questo, l'esposizione rende visibile ciò che spesso è rimasto invisibile: l'autorialità femminile, troppo a lungo sottovalutata, negata o dimenticata" sottolinea Diana Bracco. "Scegliere un'opera di Giovanna Garzoni come simbolo della mostra significa anche restituire voce a una donna che, in un'epoca ostile, ha saputo imporsi con forza e rigore. È un omaggio alla libertà creativa e un riconoscimento al lavoro di questa straordinaria artista, in linea con l'impegno di Fondazione Bracco di valorizzare le competenze femminili, dare spazio a nuove prospettive e promuovere una cultura della parità anche attraverso i linguaggi dell'arte e della scienza".

 

LE TECNICHE DI IMAGING DIAGNOSTICO RACCONTATE IN MOSTRA.

La scelta operata da Bracco e raccontata in questa mostra è quella di spiegare al pubblico che esiste un approccio, tutto italiano, di diagnostica per immagini non invasiva - e già ampiamente utilizzata quotidianamente in medicina sulle persone - che può dare risultati straordinari anche se applicata sui dipinti, fornendo informazioni assolutamente complementari allo studio tradizionale delle opere d'arte effettuato dall'esperto e storico dell'arte. Le stesse tecniche diagnostiche sono spesso utilizzate in modo complementare tra di loro, con l'obiettivo di fornire il maggior numero di dati di interesse scientifico intrecciabili in un unico, grande tessuto informativo che arricchisce enormemente la storia dell'opera analizzata.

Al valore aggiunto della non invasività degli strumenti adottati si unisce anche il fatto che tutte queste tecniche – se non si considera la TAC - prevedono la possibilità di evitare la movimentazione dell'opera d'arte dal suo luogo di custodia, il che ne tutela la conservazione e limita al minimo i rischi legati al trasporto o all'esposizione ad altri ambienti meno controllati.

   

Ma quali sono le tecniche di imaging diagnostico utilizzate per l'analisi approfondita delle opere raccontate in mostra?

Ogni materiale - dal supporto ligneo o su tela ai materiali di preparazione del dipinto, alla tavolozza di colori, alle lacche e vernici - reagisce in maniera diversa a un fascio di onde elettromagnetiche, che sono alla base della diagnostica per immagini.

 

Ecco dunque che se si sottopone l'opera a un fascio di raggi X - esattamente come succede con una normale radiografia o una TAC a cui spesso nella vita quotidiana siamo sottoposti per esaminare il nostro stato di salute interno – ne vediamo in profondità 'l'interno'.

 

Oltre ai raggi X, anche i raggi infrarossi possono essere utilizzati per studiare i dipinti. Questi raggi riescono a penetrare i diversi strati di colore in modo non invasivo ma molto efficace. Ogni tipo di pigmento reagisce in modo diverso alla luce infrarossa, permettendo così di scoprire cosa si nasconde sotto la superficie del dipinto.

Non sono solo gli infrarossi a dare informazioni utili. Anche i raggi ultravioletti sono preziosi: grazie alla loro particolare lunghezza d'onda, possono aiutare a distinguere tra pigmenti di origine organica (come quelli ottenuti da insetti o piante) e inorganica (come quelli a base di metalli). Sia i raggi infrarossi che UV possono rivelare il disegno preparatorio sottostante, mettendo in luce pentimenti o ripensamenti dell'artista.

 

Infine, esistono tecniche ancora più precise come l'imaging iperspettrale e le analisi spettrali puntuali. Questi metodi analizzano la luce riflessa da zone molto piccole del dipinto, stimolando direttamente gli atomi dei pigmenti. In questo modo si ottiene una sorta di "mappa dei colori" basata sulla composizione chimica dei materiali usati.

 

Tutte queste analisi spettrali forniscono dunque allo storico dell'arte informazioni essenziali e complementari allo studio del colore - ma anche dei leganti, delle lumeggiature, delle vernici qualora siano presenti - perché consegnano allo studioso una mappa estremamente più approfondita e oggettiva della tavolozza usata dall'artista, e di conseguenza rivelano anche la maestria con cui gli artisti sapevano trattare il colore e conoscere la provenienza geografica e la reperibilità dei pigmenti, padroneggiare le tecniche di preparazione di un supporto, svelarne il disegno preparatorio, se presente oppure no, come era solito fare Caravaggio. Una miniera di informazioni oggettive a cui si aggiungono anche informazioni sulle vicissitudini e gli eventuali 'incidenti', sullo stato di conservazione e lo scorrere del tempo a cui un'antica opera d'arte è giocoforza sottoposta.

In definitiva, una vera e propria 'anamnesi' medica, una raccolta di informazioni estremamente puntuale sulla storia clinica di un'opera d'arte o di un manufatto antico, a cui lo storico dell'arte oggi può attingere, grazie alla scienza e alla tecnologia.   

 

La mostra è dunque un progetto espositivo che coinvolgel'esperto d'arte e l'addetto ai lavori spiegando che esiste un modo diverso e complementare di fare ricerca, ma si rivolge anche e soprattutto al grande pubblico e ai più giovani, in un'esperienza che fonde meraviglia, conoscenza e scoperta.

 

Un percorso immersivo e coinvolgente dove la scienza dialoga con l'arte e ogni tela diventa un documento vivente da decifrare. Un'occasione straordinaria per ritrovarsi idealmente nelle botteghe dei grandi maestri e osservare con occhi nuovi il gesto creativo, i dettagli nascosti e l'anima più profonda delle opere.

 

Per approfondire la mostra, vedi allegato A.

 

Il catalogo "Art from Inside. Capolavori svelati tra arte e scienza", edito da 24 ORE Cultura, sarà disponibile nelle librerie e online.



 

SEDE ESPOSITIVA                                                                     Palazzo Reale, Piazza del Duomo 12, Milano

APERTURA                                                                                    Dal 9 ottobre 2025 al 6 gennaio 2026

ORARI                                                                          martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-19:30; giovedì 10-22:30; lunedì chiuso. Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura

BIGLIETTI                                                                    INGRESSO LIBERO

INFORMAZIONI                                                           palazzorealemilano.it; www.fondazionebracco.com

 

 

 


Al MIPCOM 2025 nasce FAITH STORIES, la nuova linea editoriale di Nexo Studios




AL MIPCOM 2025 NASCE "FAITH STORIES" 

LA NUOVA LINEA EDITORIALE DI NEXO STUDIOS

 

In occasione del MIPCOM 2025, il più importante mercato mondiale dedicato all'industria dei contenuti audiovisivi e di intrattenimento che si tiene ogni anno a Cannes, Nexo Studios presenta "Faith Stories", la nuova linea editoriale che raccoglie 21 produzioni originali e documentari dedicati ai temi della fede, della spiritualità, del coraggio ma anche del dialogo interiore e dell'impegno civile. Con questo progetto Nexo Studios amplia la propria visione editoriale abbracciando un ambito universale, con l'obiettivo di offrire racconti autentici, rigorosi e capaci di parlare a un pubblico globale. In questa direzione, nella seconda metà del 2025 la società ha avviato anche la produzione di nuovi titoli originali dedicati alla collana, con l'obiettivo di esplorare nuovi linguaggi e prospettive.

 

Spiega Franco di Sarro, CEO di Nexo Studios: "Viviamo in un tempo che ha più che mai bisogno di tornare a interrogarsi, di cercare senso, di ritrovare ciò che unisce. Con Faith Stories vogliamo dare spazio a contenuti che affrontano i temi della fede e della spiritualità con serietà, profondità e cura. Non si tratta di un approccio confessionale, ma di un dialogo aperto, che attraversa la storia, l'arte e la vita delle persone. È un invito a guardare oltre, a raccontare la dimensione più intima e universale dell'esperienza umana. Per questa ragione, in questi ultimi mesi abbiamo avviato anche nuove produzioni originali particolarmente importanti che ci porteranno dal 2026 a proporre dai 3 ai 5 titoli all'anno dedicati a questo tema".

 

Nel catalogo MIPCOM 2025, Faith Stories debutta con una selezione di titoli prodotti da Officina della Comunicazione, Centro Televisivo Vaticano, SKY, Mompracem, che esplorano figure, luoghi e temi cardine del mondo spirituale e religioso, dal misticismo all'impegno civile, dall'arte sacra alla contemporaneità del messaggio cristiano. Tra i titoli proposti: Vices and Virtues. From Giotto to Pope Francis; Prophets of the Twentieth Century - Turoldo and Pasolini; My Highway to Heaven - Carlo Acutis; Padre Pio. Mysticism and Pragmatism; The Oldest Gospel - The Hanna Papyrus; Beyond Prison: Three Lives, One Hope.

 

Nexo Studios sarà presente al MIPCOM 2025 dal 13 al 16 ottobre all'Italian Pavilion R7 L23 – Riviera.  Oltre alla nuova collezione "Faith Stories", il catalogo Nexo Studios comprende più di 40 titoli dedicati a biografie artistiche e musei, una collezione speciale sull'Antico Egitto, e "Films that Matter", tra cui Food for Profit e A Flower of Mine (Fiore mio). Presentato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, un titolo sui temi sociali: Life Beyond the Pine Curtain – America the Invisible (con voce e parole dello scrittore Joe R. Lansdale). Il catalogo Nexo Studios è disponibile su www.nexostudios.it/international.

 

 

 

About Nexo Studios

Nexo Studios è una casa di produzione e distribuzione audiovisiva che opera a livello internazionale.  

Al suo debutto nel 2010 ha costruito - assieme a Eutelsat - il primo network italiano di sale digitalizzate connesse via satellite in grado di proporre eventi live in diretta in tutta la penisola. Affermatasi come società di distribuzione di riferimento per gli eventi al cinema, nel 2014 si è aperta alla distribuzioneinternazionale, proponendo in oltre 60 paesi del mondo documentari e serie d'arte e cultura e diventando in breve tempo un'azienda di riferimento globale. Oltre a seguire a livello internazionale tutte le finestre d'uscita dei propri contenuti e a occuparsi di tutti i tipi di diritti, Nexo Studios rappresenta importanti produttori e licensor di contenuti, sia del mondo cinematografico sia di quello musicale, museale, teatrale e artistico. Dal 2018 è stata aperta la divisione Production, specializzata in documentari cinematografici che vengono presentati nei piùimportanti festival e mercati internazionali. Nel 2019 è nata Soundtracks, dedicata alla produzione e distribuzione delle colonne sonore originali dei film Nexo Studios. Nel 2021 ha debuttato il progetto NexoTV, dedicato alla distribuzione di contenuti on demand in streaming. Sono nate così Nexo+ (la prima piattaforma italiana SVOD, presente anche su Prime Video, dedicata al mondo culturale che vanta collaborazioni con alcuni dei più importanti editori, produttori, scuole di scrittura) e Le Vite degli altri (piattaforma presente nel bouquet di Prime Video, dedicata alle storie di vita e al cinema di qualità, tra fiction e documentario).  Dal 2023 a oggi Nexo Studios ha lanciato   9 nuovi canali lineari tematici free, disponibili sulle principali Smart TV e piattaforme italiane.




mercoledì 8 ottobre 2025

Mongolia. Un viaggio attraverso il tempo | Museo Rietberg, Zurigo | 24 ottobre 2025 – 22 febbraio 2026


MONGOLIA.

UN VIAGGIO ATTRAVERSO IL TEMPO

 

Museo Rietberg

Zurigo, CH

 

24 ottobre 2025 – 22 febbraio 2026

 

Mostra a cura di Alexandra von Przychowski e Johannes Beltz

in collaborazione con le principali istituzioni culturali mongole

e il Deutsches Archäologisches Institut.


Oltre 200 prestiti dal Museo Nazionale Chinggis Khaan,

dal Museo di Kharakhorum e dall'Istituto di Archeologia dell'Accademia delle Scienze Mongola.

rietberg.ch



Steppe infinite, nomadi solitari, cavalli al pascolo, natura incontaminata. Accanto a queste immagini, la Mongolia evoca le famigerate «orde selvagge», che sotto il sovrano Gengis Khan arrivarono con le loro conquiste fino in Europa, invincibili e temibili. Ma questi cliché corrispondono alla realtà? Che cosa sappiamo veramente di questo paese? E quanto è urbanizzata la Mongolia di oggi?

Con la mostra Mongolia – Un viaggio attraverso il tempo il Museum Rietberg presenta un'immagine sorprendentemente diversa di questo paese. Nuovi risultati di ricerca archeologica e 200 oggetti, la maggior parte dei quali mostrati per la prima volta al di fuori della Mongolia, aprono uno sguardo completamente nuovo su questa nazione e sulla sua storia di duemila anni.

Al centro della mostra vi sono i grandi centri urbani della Mongolia. Il viaggio conduce i visitatori dalla moderna metropoli di Ulaanbaatar agli insediamenti urbani più antichi del paese. Le grandi città, costruite tra il II e il XIV secolo, testimoniano una precoce urbanizzazione e la convivenza di persone di origini diverse. Merci preziose rimandano a contatti commerciali mondiali, fonti scritte sottolineano l'importanza della Mongolia per lo scambio culturale. Perché le steppe nordasiatiche furono un crocevia tra Europa e Asia orientale e lo stile di vita nomade rimase determinante per molti, tanto da costituire tuttora il nucleo dell'identità mongola.



Dov'è realmente la Mongolia?

Per quanto banale possa sembrare questa domanda, la risposta non è semplice.
Già oggi la definizione presenta ambiguità: occorre distinguere tra la Mongolia come stato sovrano (fondato nel 1924) e la cosiddetta "Mongolia Interna", oggi parte della Repubblica Popolare Cinese. Storicamente la complessità è ancora maggiore: si susseguirono imperi che si univano e si dividevano, confederazioni, guerre e migrazioni. Soldati e artigiani cambiavano schieramento o venivano catturati, i pastori migravano con le mandrie e la corte reale cambiava sede. Questa mobilità favoriva lo scambio di idee, merci, opere d'arte, culture, religioni e lingue. La mostra racconta questa storia affascinante in quattro capitoli.
Oggi: Megacity Ulaanbaatar

Con la megacity Ulaanbaatar inizia il viaggio nel tempo. I visitatori sono immersi, attraverso proiezioni a tutta parete, nelle vaste steppe e nella vita urbana. Qui si svela un paese pieno di contrasti: metà della popolazione vive a Ulaanbaatar, ma molti restano profondamente legati alle tradizioni nomadi. Dopo il comunismo e l'apertura al mondo negli anni '90, le giovani generazioni cercano le loro radici. Oggi, la vivace scena artistica urbana commenta questi cambiamenti. Opere di artisti contemporanei come Erdenebayar Monkhor, Baatarzorig Batjargal, Lkhagvadorj Enkhbat e Nomin Zezegmaa affrontano il rapporto tra urbanità e tradizione.

Prossima tappa: Karakorum nel XIII secolo

Nel XIII secolo Gengis Khan e i suoi successori crearono l'impero più grande della storia, dalla Corea all'Ungheria, dalla Siberia al Vietnam sino India del Nord. Non solo una potenza militare, ma anche un sistema amministrativo centralizzato, una rete di comunicazione efficiente e l'integrazione dei migliori talenti. Karakorum, la capitale situata nella valle dell'Orchon, era una città cosmopolita: mercanti, artigiani  religioni e lingue convivevano. La mostra rievoca la vita urbana con reperti, manoscritti, beni di lusso e opere religiose.



Karabalgasun - L'Impero Uiguro nell'VIII secolo

Nella valle dell'Orchon si trovava anche Karabalgasun, capitale dell'impero uiguro. La città si estendeva per 40 km² ed era un crocevia di influenze cinesi, centroasiatiche e mediterranee. Le élite turcofone mantennero viva la loro cultura. Per la prima volta, la mostra presenta nuove ricostruzioni dagli scavi della cittadella di Karabalgasun, che mostrano le relazioni internazionali dell'impero. Tra i reperti spiccano una tomba principesca con gioielli in oro e statue funerarie dai colori intatti.

La città dei draghi - L'impero Xiongnu nel I secolo

Il percorso si conclude con la storia degli Xiongnu, che nel I secolo d.C. crearono un grande impero nelle steppe. A loro si devono tradizioni divenute centrali: il ruolo del cavallo, l'arco composito e la struttura militare decimale. Tombe ricche di tesori raccontano le relazioni commerciali eurasiatiche e introducono i visitatori al mondo mitologico Xiongnu, popolato da draghi, unicorni e creature alate.

Nuova collocazione della Mongolia

Il Museum Rietberg presenta la storia mongola attraverso le sue città, sfidando i cliché della vita nomade contrapposta a quella urbana. Le metropoli mongole furono cruciali per il commercio e lo scambio medievale. Opere contemporanee dialogano con reperti storici, riflettendo su tradizione e modernità e su questioni ecologiche, economiche e politiche.

Catalogo

La mostra è accompagnata da un catalogo illustrato: 160 pagine, Hirmer Verlag, 29 CHF



Rietberg Museum

Il Museo Rietberg di Zurigo è uno dei più grandi musei d'arte della Svizzera. È dedicato all'arte delle culture tradizionali e contemporanee di Asia, Africa, America e Oceania. Le collezioni del museo comprendono 32.600 oggetti e 49.000 fotografie. Gli oggetti sono in gran parte accessibili nelle sale del museo e nel deposito aperto al pubblico. Le attività del Museo Rietberg sono caratterizzate da un alto livello di professionalità, inclusione e diversità e si rivolgono a un pubblico locale e internazionale. Il museo testimonia il legame della città di Zurigo con le culture del mondo e sensibilizza i singoli risultati artistici e la diversità religiosa e sociale. In questo modo, svolge un'importante missione culturale in un mondo sempre più globalizzato.

Le collezioni di fama internazionale costituiscono la base di tutte le attività del museo e ne determinano la reputazione. Le opere richiedono una ricerca scientifica continua, compresa la ricerca sulla provenienza, rispetto alla quale il museo mantiene un approccio trasparente: i risultati della ricerca, sono ampiamente accessibili online e i curatori a disposizione per ogni domanda o chiarimento. Il Museo Rietberg è connesso a una rete di esperti nei vari settori culturali e a istituzioni culturali e collezionisti, sia a livello locale che internazionale. Nel dialogo con i Paesi d'origine, si concentra su collaborazioni a lungo termine, ad esempio, in Camerun, Perù, India e Pakistan. Il museo organizza due o tre grandi mostre temporanee all'anno, integrate da tre o quattro mostre più piccole che attingono alle sue collezioni interne. Le mostre temporanee sono prodotte talvolta all'interno del Museo e in altre occasioni sono il frutto di collaborazioni internazionali con musei e istituzioni dei Paesi d'origine e vogliono promuovere le culture extraeuropee e l'idea di tolleranza, dando così un esempio del cosmopolitismo della città di Zurigo.

Il programma di edutainment del museo offre un'ampia gamma di attività ludiche ed educative con visite guidate, conferenze e laboratori, per il pubblico in generale, per i più piccoli come pure per gruppi, per professionisti, studenti o insegnanti. Uno dei compiti del museo è la conservazione e la manutenzione del complesso storico del Rietberg - una combinazione unica di arte extraeuropea (mostre e attività museali), storia locale (Villa Wesendonck, Park-Villa Rieter, Villa Schönberg), architettura contemporanea (lo Smaragd degli architetti Krischanitz/Grazioli e il padiglione estivo di Shigeru Ban) e la natura del parco da preservare.



Info

 

MONGOLIA. UN VIAGGIO ATTRAVERSO IL TEMPO

24 ottobre 2025 – 22 febbraio 2026

 

Museo Rietberg, Zurigo

Piano –2

Kunst der Welt in Zürich

Galblerstrasse 15 - 8002 Zürich, Svizzera

rietberg.ch | @museumrietberg

 

Orari

Aperto dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 17.00, il mercoledì aperto fino alle 20.00

Lunedì chiuso

 

Costo del biglietto: CHF 18 / 14 ridotto / gratuito minori di 16 anni.

Per informazioni: rietberg.ch/medien

Come arrivare: Tram 7 in direzione Wollishofen fino alla fermata "Museum Rietberg" (quattro fermate dopo Paradeplatz). Sono disponibili solo parcheggi per disabili


Il Sole 24 Ore lancia l’Agenda 2026, tra memoria storica e parole chiave per il futuro


Il Sole 24 Ore presenta l'Agenda 2026: da 160 anni le parole chiave per il futuro

 

Torna in edicola dall'11 ottobre e in libreria l'Agenda del Sole 24 Ore, uno strumento che unisce la praticità di un'agenda quotidiana alla profondità di contenuti editoriali firmati dalla redazione del principale quotidiano economico-finanziario italiano.

Nell'edizione 2026 ancora spazio ai 160 anni del Sole 24 Ore, le cui celebrazioni culmineranno a novembre 2025. Un anniversario che attraversa due secoli di storia, dalle origini del giornale a fine Ottocento allo sviluppo del gruppo editoriale multimediale di oggi, divenuto punto di riferimento dell'informazione economica finanziaria e normativa del Paese. Un racconto che, nelle pagine dell'Agenda, si intreccia con i grandi snodi del Paese – dall'Unità d'Italia al boom economico, fino alle sfide della globalizzazione e dell'intelligenza artificiale.

All'interno dell'Agenda rubriche, approfondimenti e parole chiave ispirate dalle tendenze e dagli appuntamenti del nuovo anno accompagneranno i lettori nell'arco dei 12 mesi: dazi, Olimpiadi, parità di genere, intelligenza artificiale e i principali temi economici e sociali che segneranno il 2026. Concepita come "Agenda del Risparmio", il volume propone come sempre uno spazio per annotare ogni settimana entrate e uscite, un planner mensile e sezioni per i conti del mese.

Le parole del mese portano la firma di numerose voci del Sole 24 Ore e di Radio 24. A curare l'Agenda 2026 e i testi dedicati all'educazione finanziaria sono Debora Rosciani, voce storica di Radio 24, e a Mauro Meazza, giornalista del Sole 24 Ore e docente di giornalismo economico.

Disponibile dall'11 ottobre 2025 in edicola al prezzo di € 12,90 e dal 10 ottobre 2025 in libreria a € 16,90, l'Agenda del Sole 24 Ore, 224 pagine, intreccia utilità quotidiana, memoria storica e sguardo verso il futuro.



Roma: La musica da film e la lirica per bambini protagoniste del nuovo weekend di Mondi Sonori al Nazionale degli Strumenti Musicali Sabato 11 ore 11.30 e Domenica 12 ottobre ore 17.30 – ingresso 6 euro (con visita al museo)

 “MONDI SONORI” Il Festival tra musica, racconto e scoperta 

Museo Nazionale degli Strumenti Musicali 

Roma, Piazza di Santa Croce in Gerusalemme, 9/a – Dall’8 giugno al 31 ottobre 2025

Sabato 11 ore 11.30 e Domenica 12 ottobre ore 17.30 – ingresso 6 euro (con visita al museo)

 

La musica da film e la lirica per bambini

protagoniste del nuovo weekend Di “Mondi Sonori”

Doppio appuntamento l’11 e 12 ottobre al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, 

tra le melodie immortali del grande schermo

e le attività didattiche dedicate alla scoperta della lirica. 

Due nuovi appuntamenti per Mondi Sonori, il festival ideato e diretto da Sonia Martone che unisce musica, parola e scoperta negli spazi del Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma.

Sabato 11 ottobre alle ore 17.30, per la sezione Universi Sonori curata dal M° Giuseppe Lanzetta, il pubblico potrà immergersi in un emozionante viaggio tra le più celebri colonne sonore del cinema italiano: da La vita è bella di Nicola Piovani ai capolavori di Ennio Morricone come Nuovo Cinema Paradiso, C’era una volta in America, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e La leggenda del pianista sull’Oceano. E ancora, le indimenticabili note de Il Gattopardo e Il Padrino di Nino Rota e quelle struggenti de Il Postino di Luis Bacalov.

Sul podio il Maestro Giuseppe Lanzetta, fondatore e direttore dell’Orchestra da Camera Fiorentina, con oltre 1.800 concerti all’attivo e una carriera internazionale che lo ha portato a dirigere nei più importanti teatri del mondo, dalla Carnegie Hall di New York al Musikverein di Vienna. Con lui, i Solisti dell’Orchestra da Camera Fiorentina, insieme a Marcello Nesi alla tromba e Fernando Diaz al pianoforte.


Domenica 12 ottobre alle ore 11.30, per la sezione Incanti Sonori curata dal M° Germano Neri, torna al Museo Europa InCanto con una nuova giornata di laboratori didattico-musicali dedicati a bambini e famiglie. Attraverso un linguaggio partecipativo e inclusivo, i piccoli spettatori saranno guidati alla scoperta dell’opera lirica, forma d’arte completa – unione di teatro, danza, musica e letteratura – riconosciuta come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

L’obiettivo è quello di avvicinare e appassionare il nuovo pubblico alla musica e al teatro musicale, offrendo un’esperienza diretta, educativa e divertente, in piena sintonia con la missione di Europa InCanto, realtà da anni impegnata nella divulgazione della lirica tra le giovani generazioni.

Con queste due giornate, Mondi Sonori, la rassegna, ideata e diretta dalla direttrice del Museo l’Architetto Sonia Martone, conferma la sua vocazione a intrecciare stili e linguaggi diversi, trasformando ogni incontro in un’esperienza di ascolto e conoscenza.  Un progetto che propone un ricco calendario di eventi tra concerti, lezioni d’ascolto, incontri e spettacoli, in programma fino al 31 ottobre 2025. Il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali è parte dell’Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei Nazionali della Città di Roma, diretto ad interim da Luca Mercuri. Con la sua ricca collezione di strumenti antichi e del mondo, crea un connubio naturale tra musica ascoltata e cultura della musica.  

Il costo del biglietto d’ingresso di 6 euro permette anche la visita alle sale espositive.

 

Museo Nazionale degli Strumenti Musicali - Direttrice: Arch. Sonia Martone

Piazza di S. Croce in Gerusalemme, 9/a - 00185 Roma

Ufficio stampa: Fabiana Manuelli

 

INFO & PRENOTAZIONI: Tel: 067014796 – Mail: dms-rm.museostrumenti@cultura.gov.it