Luca Campigotto, Gregory Crewdson,
Franco Fontana e Richard Tuschman
Photology Online Gallery
1 dicembre 2020 – 21 febbraio 2021
Narrazioni di solitudini, silenzi, assenze.
A guardare oggi i racconti su tela di Edward Hopper, maestro del realismo americano della prima metà del Novecento, ci si rende conto di quanto siano più che mai attuali quelle sue atmosfere tanto struggenti quanto poetiche.
Che siano interni domestici, scenografie urbane o certi paesaggi di Cape Cod, poco importa. Hopper riesce a comunicare un forte senso di inquietudine o di calma interiore che si riflettono negli sguardi di donne e uomini sospesi tra la volontà di vivere e l'incapacità di esistere, in attesa di qualcosa che sembra tardi ad arrivare.
Esattamente come siamo tutti noi adesso, tra voglia di andare avanti, lockdown, incomunicabilità e solitudine.
Ma ciò che più affascina nei quadri di Hopper è il taglio fotografico delle sue inquadrature, laddove luci a volte taglienti e fredde, altre soffuse e morbide, definiscono composizioni geometrizzanti in cui gli elementi scenici si stagliano come su un grande palco davanti a una platea vuota, e l'angolatura spesso diagonale contribuisce a creare un senso di artificialità, dando la sensazione di un'istantanea fotografica.
Terzo capitolo che segue le mostre di Milano (2014) e Noto (2016), "Hopperiana" vuole narrare la malinconia e la solitudine di un'intera civiltà che, giunta al massimo del suo sviluppo tecnologico ed economico, è stata costretta dagli eventi a porre un freno al suo inarrestabile avanzamento e a fermarsi per una riflessione introspettiva: un racconto visivo della contemporaneità, con i suoi non-luoghi abitati da figure a metà tra l'uomo e il manichino e le sue atmosfere solitarie e pacate.
Ognuno degli autori in mostra adotta il filtro visivo del pittore e lo rielabora in maniera personale, trasformandolo in opere fotografiche fortemente destabilizzanti.
Così, come nei dipinti hopperiani, nei lavori dei quattro autori regna il silenzio: la scena è spesso deserta, di rado è presente più di una figura umana, e quando ciò accade tra i soggetti sembra emergere una drammatica estraneità e incomunicabilità.
I fotografi costruiscono i propri "set" ricreando lo stesso pathos che è pregnante nei lavori di Hopper. Esempio lampante ne sono le figure femminili: cariche di un forte significato simbolico, sono rappresentate assorte nei propri pensieri, con lo sguardo distaccato e fisso nel vuoto. Eteree e inaccessibili, rappresentano quella società in cui oggigiorno è difficile trovare il proprio posto, la stessa società in cui – a causa di una pandemia globale trasformatasi ben presto in una pandemia "sociale", dove il contatto umano da fattore di benessere si è trasformato in fattore divisivo e potenzialmente letale – il distanziamento sociale non è più una scelta ma un'imposizione, come se la coltre di surrealtà presente nelle opere di Hopper, Campigotto, Crewdson, Fontana, Tuschman si fosse posata sul presente di ognuno di noi.
PHOTOLOGY ONLINE GALLERY
Da sempre Photology è stata capace di evolversi e stare al passo con i tempi. Uno spirito di adattamento che nei suoi 28 anni di attività le ha permesso di organizzare più di 350 mostre in tutto il mondo, collaborando con artisti internazionali, archivi, fondazioni, gallerie, musei e università.
Dopo le esperienze di Milano (1992-2015), Cortina (1992-1995), Londra (1997-2000), Bologna (2000-2003), Parigi (2007), Noto (2013-on) e Garzón (Uruguay, 2015-on), Photology ha deciso di implementare il concetto di galleria come spazio fisico con la creazione di una nuova realtà virtuale: Photology Online Gallery.
Dal 2020, infatti, tutte le mostre prodotte da Photology saranno unicamente fruibili sul web, permettendo così a un pubblico sempre più ampio di ammirare e acquistare le diverse opere fotografiche.
La piattaforma 3D è disponibile dal 2 settembre 2020 con un sistema di navigazione semplice e intuitivo che permette agli utenti di muoversi all'interno di uno spazio virtuale ma allo stesso tempo del tutto realistico. I lavori esposti possono essere ingranditi, guardati nei dettagli e visti da varie angolazioni.
I testi, i contributi video e gli apparati informativi sono inseriti nel contesto espositivo per una omogeneità di informazione.
Nel caso di interesse per una visione live privata delle singole opere, vi è la possibilità di fissare appuntamenti specifici accordandosi direttamente con un team di specialisti nelle principali città italiane.
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Stelline