Incontriamo i Fine99: alla scoperta dell'hardcore Made In Italy.
Dal punk rock a sonorità metal, hardcore ed elettroniche. Come i Fine99 mutano il loro sound, trascinando con sé anche i loro fans? Sì il sound muta: tanti i fans che ci hanno seguito, qualcuno per strada è stato perso, ma tanti altri si sono aggiunti; è giusto così.
I Fine99 scelgono di comporre le loro canzoni in italiano, per un genere non del tutto “Made in Italy”. Come mai? Abbiamo la consapevolezza che un cantato in inglese aumenterebbe le “possibilità di mercato” e potrebbe essere anche più musicale; ma non ci interessa. Siamo italiani, ci piace cantare in italiano, con le difficoltà del caso, ma pensiamo che in questo modo arrivino prima i nostri testi.
Perchè secondo voi si dice che in Italia non si ascolta musica “Hard”? Si dice che si ascolti poco musica Hard; penso sia dovuto principalmente al mercato mainstream che, a differenza di altri paesi, è poco orientato su questo genere. Fuori dal mercato dei grandi numeri c'è molta gente che apprezza questi generi più duri.
Quali sono le vostre fonti di ispirazione primarie? L'imprinting dei gruppi che ascoltiamo c'è e si vede. I gruppi principali possono essere Story of the year, Bring me the Horizon, Seed 'n' Feed, senza tralasciare tutto il background grunge e punk con il quale siamo cresciuti. La nostra fortuna è che siamo sei elementi e tutti con svariati gusti musicali: poi prendi il tutto, gettalo in uno shaker ed ecco che otterai il cocktail Fine99.
Calcare i palchi con i migliori della scena hardcore è un onore che spetta a pochi. Come si son trovati i Fine99? Dove un giorno vorrebbero ritrovarsi a suonare? Come musicisti il nostro habitat naturale è su di un palco: è lì che ci sentiamo veramente appagati e dove le ore passate in sala prove trovano coronazione. Sia che si tratti di palchi “grandi e importanti” sia che si parli del palchetto formato da 4 assi di una qualsiasi festa della birra. Non è tanto il dove ci piacerebbe ritrovarci, a noi interessa suonare, non importa il dove!
Il video girato con Ludovico Galletti è ispirato a “Walking Death” e “28 Settimane Dopo”. Come vi siete calati nel ruolo un po' macabro del video? È stata un'esperienza veramente bella ma al contempo massacrante, molte scene sono state girate durante giorni di pioggia in cui faceva molto freddo, dove l'abbigliamento magliettina e jeans non era esattamente l'ideale. Anzi ci teniamo a ringraziare ancora tutte le persone che si sono offerte per fare le comparse durante le riprese!
Progetti imminenti? In attesa del tour invernale ci stiamo concentrando sulla stesura di nuovi brani.
Ascolta i Fine99
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Stelline